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Saluzzese | 08 giugno 2022, 11:20

A Saluzzo i restauri delle facciate fanno affiorare un affresco di Hans Clemer e la storia della Bella Maghellona

Massimiliano Caldera, Soprintendente, annuncia la scoperta dell’affresco di mano clemeriana su un edificio privato. In via Maghelona, la facciata restaurata restituisce frammenti di un "best seller" di 500 anni fa. Dal convegno sollecitazioni per favorire i privati

La facciata in via Volta con un particolare dell'affresco di Hans Clemer

La facciata in via Volta con un particolare dell'affresco di Hans Clemer

Uno atteso da anni, l’altro inatteso, una vera sorpresa per la città.

Si aggiungono nuovi “titoli” da sfogliare a Saluzzo, ex capitale del Marchesato, dove tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 si diffuse la tecnica artistica dei dipinti monocromi “grisaille”, che decoravano le principali facciate degli edifici.

Tutti potevano così vedere e “leggere” questa sorta di libri che raffiguravano storie religiose, mitologiche e della letteratura cortese. Una città del “libro aperto” e di una cultura che girava intono al manoscritto e prime edizioni a stampa – sottolinea Marco Piccat, già docente di Filologia romanza, attuale presidente della Fondazione CrSaluzzo, nella cui sede al Monastero della Stella, si è svolto sabato 4 giugno il convegno “Le facciate parlanti”, confermando questa identità con alcuni scoop e sollecitazioni.

Oltre ai dipinti monocromi su edifici come il palazzo delle Arti Liberali, nel cortile interno di Casa Della Chiesa in cui sono raffigurate le storie di Davide e a Casa Cavassa con le Fatiche di Ercole, recenti restauri di edifici di proprietà privata hanno e stanno riportando in luce tracce di cicli pittorici importanti del passato.

Tra questi un vero e proprio best seller di oltre 500 anni fa: la storia della Bella Maghellona, figlia del re di Napoli, donna di impareggiabile bellezza e di Pierre, figlio del conte di Provenza. La facciata un tempo più ammirata.

Negli immobili situati in via Maghelona, di cui una parte è proprietà della società che fa capo all'ingegner Giorgio Camissassi, la seconda è un condomino di una decina di proprietari, si attendeva da tempo il restauro che  salvasse dal  dilavamento delle piogge e dall’oblio, l’esteso complesso pittorico.

Intervento che ha riportato in luce oltre al loggiato medioevale, le tracce di una mirabilia saluzzese cinquecentesca di anonimo autore, ispirata ad un romanzo in prosa, composto in francese intorno al 1430.

La storia si snodava in grandi quadri, per i tre piani degli edifici, con scene grandiose del mare, le onde ad altezza d’uomo, delle città di Napoli e della Provenza, dei tornei cavallereschi, della vita di corte e delle tante avventure in cui incappano i due giovani innamorati, prima di ritrovarsi, in modo fortunoso.  

Un libro esposto, un unicum  in questo quartiere che cresceva nel borgo di Santa Maria e, che per bellezza poteva rivaleggiare con la città nobiliare alta – sottolinea Piccat.

Celebrava un amore profano contrapposto a quello di Griselda ed era  e rimane tra monumenti simbolo della civiltà cavalleresca saluzzese. 

Alle spalle, nella parallela via Volta, a lato dell’antico Vescovado, ancora nascosta dai ponteggi, la sorpresa che sta emergendo: una facciata inedita, attribuibile al grande pittore di corte, Hans Clemer.  Un Clemer  classico, dell’ultimo periodo che si confronta con il gusto nuovo del rinascimento lombardo, dove la tecnica a  grisaille, così di moda a Saluzzo e in Europa al tempo, segna un  punto di incrocio tra  pittura e scultura.

Si tratta di affresco databile tra il 1508 e il 1512: una facciata con i medaglioni degli imperatori. Lo ha rivelato Massimiliano Caldera della  Soprintendenza Archeologia Belle arti e paesaggio di Torino.

Di chi era questa casa ora di proprietà dei fratelli De Grandis, che ne hanno commissionato il restauro, seguito da Fabio Garnero, architetto restauratore della Solaria opere.

"Dalle ricerche storiche si è compreso che  quasi certamente l’edificio apparteneva ad Antonio Vacca e  al fratello Bernardino, due vescovi, figure eminenti del collegio canonicale e soprattutto coloro che hanno gestirono  il cantiere del Duomo di Saluzzo. La facciata ha rivelato una fila di medaglioni con profili imperiali, ma non solo, con teste che fanno riferimento ad altri eroi. Sono accompagnati da abbreviazioni, ma al momento non tutti i soggetti sono stati identificati.   Si tratta di un’opera di grandissima qualità e che registra in qualche modo l’arrivo di  Benedetto Briosco ( lo scultore lombardo chiamato per la realizzazione della tomba del Marchesi di  Saluzzo Ludovico II  e autore delle due statue della facciata del  Duomo).

Questo tipo di tondo scolpito con gli imperatori  di profilo, che si ispira  alle medaglie antiche è un classico esemplare dell’industria artistica lombarda. Si sono conservate in queste fasce delle bellissime partiture decorative, anche  queste, ispirate alla scuola architettonica lombarda.

Ci sono figure di putti che reggono degli stemmi. “Sembrano essere quelli marchionali ma purtroppo sono pochissimo leggibili” E gran parte della decorazione, soprattutto andando verso il piano nobile, sono scomparse.

Sono emerse  però alcune tracce, grazie al lavoro di Garnero "di riquadri di finta scultura con le fatiche di Ercole che non risultano essere quelle di casa Cavassa, come se ci fosse una serie di complementarietà tra i due cicli decorativi, che appartengono allo stesso orizzonte cronologico". 

Dal Soprintendente alcune sollecitazioni verso un progetto più ampio di studio e progettazione di Saluzzo "città dipinta"  con il controllo sui cantieri per scongiurare il pericolo di "buttare giù" e per agevolare i privati nel recupero di facciate, da parte anche dell’Amministrazione comunale.

Al convegno introdotto dal professor Marco Piccat a cui ha partecipato il sindaco  Mauro Calderoni, sono intervenuti Liliana Rey Varela della Soprintendenza, Massimiliano Caldera, Nicolò Rivero, specialista in beni architettonici e del paesaggio; Fabio Garnero, architetto-restauratore; Federico Fioravanti, curatore del Festival del Medioevo di Gubbio, dedicato  quest’anno alle grandi  dinastie e in cui Saluzzo, con i suoi 15 marchesi, sarà ospite d’onore.

Alla scoperta delle “Grisailles” di Saluzzo e della  sua cultura figurativa, letteraria e politica a cui si sono aggiunti nuovi tasselli, sono seguiti a cura di Insite Tours percorsi di visita nel centro storico.

Vilma Brignone

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