Attualità - 16 giugno 2022, 07:39

Al via la stagione dell'alpeggio, Adialpi lancia l'allarme: "Preoccupazione per rincari e siccità"

Il costo delle materie prime, come quello dei carburanti, sta rendendo le spese superiori a ricavi. La mancanza di riserve idriche rischia di compromettere il lavoro dei margari

Al via la stagione dell'alpeggio, Adialpi lancia l'allarme: "Preoccupazione per rincari e siccità"

Si avvicina la data del 24 giugno San Giovanni, da sempre periodo di monticazione per centinaia di famiglie di margari che dalla pianura salgono agli alpeggi con le loro mandrie e greggi circondati dal suono dei tipici campanacci che risuonano in ogni vallata in queste settimane. Nella sola provincia di Cuneo si contano oltre 300 famiglie che ogni anno praticano la transumanza dalla pianura ai pascoli alpini e altrettante si trovano nelle altre province piemontesi. La transumanza (riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco) è una pratica legata alla tradizione del Piemonte ma che allo stesso tempo ha un importante ruolo nella cura della montagna sia in termini ambientali (il pascolo è fondamentale per la conservazione idrogeologica del territorio e la biodiversità delle erbe) che economici: ogni anno circa 165 mila capi salgono sugli alpeggi piemontesi producendo formaggi tipici e carni di qualità molto apprezzate dai consumatori. 

Purtroppo il periodo economico che stanno attraversando i margari è tutt’altro che facile: i prezzi delle materie prime sono più che raddoppiati, dai carburanti ai cereali, dal fieno all’energia elettrica, tutto ha un costo maggiore e le spese stanno superando i ricavi. I “mangiarin”, i vitelli svezzati che vengono venduti dai margari all’età di circa 5 mesi e un peso di 200 chilogrammi circa, hanno subito un forte calo dei prezzi: il mercato risulta saturo, nessuno li vuole acquistare perché costa troppo alimentarli e i margari pur di toglierli prima di salire sugli alpeggi, sono costretti a svendere la propria merce.

“Si tratta di animali di alta qualità.- spiega il Presidente Adialpi Giovanni Dalmasso, margaro in Valle Po nel Comune di Crissolo- Noi alleviamo bovini di razza Piemontese e i costi , tra l’alimentazione della madre e quelli per far crescere un vitello fino ai 5 mesi di vita, sono eccessivamente alti, dovremmo prendere di più degli anni scorsi ma al contrario ce li stanno pagando sempre meno. È una situazione molto grave che sta interessando praticamente tutti i miei colleghi margari.”

Ma i problemi dei margari non si limitano ai prezzi dei mangiarin: la siccità di questo inverno ha inevitabilmente causato la mancanza di riserve di acqua e la stagione che sta per iniziare rischia di essere seriamente compromessa.

“Molte sorgenti sono già asciugate- continua Giovanni Dalmasso- e in alcuni alpeggi l’acqua non c’è. Qualcuno si sta attrezzando con gomme e vasche per far arrivare l’acqua da altri valloni, altri portano l’acqua in alpeggio con le botti ma questo è possibile solo in zone accessibile con la strada. Siamo seriamente preoccupati, la stagione è appena iniziata e se già manca l’acqua a metà giugno, non so come riusciremo ad arrivare a settembre.”

Tutto qui? Assolutamente no.

Come se non bastasse, un altro grande problema che interessa margari e pastori da ormai diversi anni è la presenza del lupo. Questo predatore si è ormai stanziato in quasi tutte le vallate dell’arco alpino piemontese e con l’aumento dei branchi, sono aumentati anche gli avvistamenti e gli attacchi.

“Per noi è impensabile una convivenza con il lupo. Da anni chiediamo misure di contenimento di questo predatore ma al momento nulla di concreto è stato fatto. La verità- conclude Giovanni Dalmasso- è che a nessuno importa veramente di questo nostro problema e quando la politica capirà che servono provvedimenti, sarà troppo tardi: i margari vanno tutelati adesso, non quando avranno ormai abbandonato questo antico e fondamentale mestiere.”

comunicato stampa

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