Sono stati sei gli avvisi di garanzia, tra titolari e dipendenti dell'azienda, emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Torino ed eseguiti dai Carabinieri Forestali presso un impianto di gestione rifiuti con sede a Biella. L’ipotesi di reato è quella di attività finalizzata al traffico illecito di rifiuti in Valle Elvo (LEGGI QUI).
L'indagine è quella originata dalla scoperta di un’anomala presenza di rifiuti edili impiegati per la realizzazione di una strada forestale nei boschi tra Mongrando e Camburzano a poca distanza dalla sede dell’impresa ora finita sotto sequestro. L’ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella di un possibile improprio smaltimento di rifiuti verosimilmente pericolosi utilizzandoli per la realizzazione della succitata infrastruttura stradale. Oltre all’acquisizione della documentazione di gestione aziendale e dei dispositivi informatici trovati presso gli uffici dell’azienda e presso le abitazioni degli indagati, gli inquirenti hanno individuato e sequestrato alcune aree dell’impianto, nelle quali sono stati rinvenuti ingenti quantitativi di rifiuti di svariata natura in violazione alle prescrizioni imposte dall’autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’impianto dalla Provincia di Biella.A collaborare con il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Biella (Nipaf), anche quello di Cuneo, che ha sequestrato alcuni documenti per conto terzi in uno studio di consulenza con sede nel capoluogo della Granda, studio che a quanto si apprende non sarebbe però coinvolto direttamente nelle indagini.Le verifiche sulla pericolosità dei rifiuti sono ancora in corso di verifica.