Si svolgerà con rito ordinario di fronte alla giuria popolare già formata presso la Corte d’Assise del Tribunale di Asti il processo di primo grado nei confronti del gioielliere di Gallo Grinzane Mario Roggero.
La decisione di optare per il rito ordinario (la prima udienza del processo è stata fissata al prossimo 30 settembre) è quella che il nuovo difensore del 68enne commerciante, l’avvocato ferrarese Dario Bolognesi, ha comunicato questa mattina al giudice per l’udienza preliminare Francesca Di Naro revocando la richiesta di rito abbreviato condizionato però a una perizia psichiatrica che lo stesso legale aveva avanzato nell’udienza del 24 giugno scorso, allora depositando l’esame effettuato sul gioielliere dallo specialista torinese Enrico Zanarda, già presidente della Società Italiana di Psichiatria.
Nell’udienza tenuta stamane (martedì 19 luglio) dopo i diversi rinvii succeditisi dal dicembre scorso a questa parte, il Gup Di Naro ha così accolto la richiesta avanzata nei mesi scorsi dal sostituto procuratore Davide Greco, disponendo il rinvio a giudizio del gioielliere, che si prepara così ad affrontare il dibattimento di fronte ai due togati e ai sei giudici popolari che compongono la giuria di Corte d’Assise già formata presso il Tribunale astigiano per un altro procedimento.
Una scelta – quella di rinunciare alla possibilità dell’abbreviato, e così allo sconto di un terzo della pena che tale rito comporta – che l’avvocato Bolognesi commenta a partire da una precisa valutazione giurisprudenziale. "Avevamo condizionato la nostra istanza al deposito di una consulenza psichiatrica – conferma –: un passo che però è stato interpretato dal pubblico ministero alla stregua di un’indagine difensiva, con tutto ciò che questo comporta in merito alla possibilità di poter partecipare a tale integrazione anche per le parti civili. Esistono però precisi precedenti di Cassazione che escludono una simile interpretazione. Da qui, e dalla convinzione che fossero venute meno le opportune garanzie per la difesa, la nostra scelta di revocare l’istanza e avvalerci quindi del rito ordinario".
Secondo gli auspici del legale la strada del dibattimento non dovrebbe comunque precludere una valutazione circa quella che la stessa difesa ritiene essere stata la diminuita capacità di intendere e di volere di Mario Roggero al momento dei fatti, in quei concitati minuti vissuti dentro e fuori dal suo esercizio commerciale nel tardo pomeriggio del 28 aprile 2021. E questo sia come conseguenza diretta della violenta rapina intentata dai tre banditi, due dei quali furono poi freddati dal commerciante, ma anche dell’analoga aggressione che il gioielliere subì insieme alla sua famiglia pochi anni prima, nel 2015.
Spiega ancora Bolognesi: "Dopo il deposito della nostra perizia il pubblico ministero ha commissionato un analogo accertamento al professor Gabriele Rocca di Genova, depositando poi una perizia che nella sostanza dà ragione al mio consulente, affermando come la capacità di intendere di Roggero fosse grandemente scemata al momento della sua reazione. Chiederemo che questo atto venga acquisito anche nel giudizio in Corte d’Assise, per sostenere come ricorrano gli estremi della legittima difesa o della legittima difesa putativa per errore incolpevole, in quanto il mio cliente può aver agito in uno stato nel quale, a causa delle condizioni psichiatriche in cui versava in quel preciso momento, gli appariva evidente la necessità di proteggere sé stesso e la sua famiglia dalla minaccia rappresentata dai banditi. Quella di un vizio parziale di mente è la conclusione cui arriva non soltanto il nostro consulente, ma anche quello incaricato dal pubblico ministero, in sostanza. Per cui senz’altro chiederemo che entrambe le perizie vengano assunte agli atti".
Nel frattempo Mario Roggero ha messo a disposizione delle 14 parti civili ammesse al procedimento una somma di 300mila euro a titolo di risarcimento, "distribuiti secondo le richieste delle stesse", spiega l’avvocato Bolognesi. Una somma che, già nelle scorse settimane, i legali che rappresentano i familiari dei due banditi uccisi, avevano valutato come incongrua, accettandola "a titolo di anticipo". Il difensore di Roggero la ritiene invece "sufficiente per il risarcimento del danno, che a nostro avviso va valutato in compensazione dei danni subiti dal signor Roggero e dalla sua famiglia. Si tratta di una prova di impegno, da parte del mio cliente, collegato però alla nostra valutazione del danno gravissimo che egli stesso ha subito in ragione della rapina".