Si preannuncia una battaglia di perizie al processo che dal prossimo 30 settembre, presso la Corte d’Assise di Asti, vedrà il gioielliere di Gallo Grinzane Mario Roggero comparire come imputato per le fattispecie di reato di duplice omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo di arma da sparo.
Accuse gravi, che, codice alla mano, potrebbero costargli una condanna sino a trent’anni di carcere se la difesa ora rappresentata dall’avvocato ferrarese Dario Bolognesi non riuscirà a dimostrare alla giuria, per sei ottavi composta da giudici popolari, che la reazione da lui compiuta uccidendo due dei tre rapinatori che il 28 aprile 2021 tentarono l’assalto alla sua gioielleria si è consumata nei limiti della legittima difesa o della cosiddetta legittima difesa putativa per errore incolpevole.
Una circostanza della quale il legale è convinto a partire dalla perizia psichiatrica commissionata a un luminare della materia, lo specialista torinese Enrico Zanarda, già presidente della Società Italiana di Psichiatria, dal cui esame sul commerciante sarebbe emerso come questi avrebbe agito in una condizione di diminuita capacità di intendere e di volere. Una minorazione derivatagli anche dall’aver egli subito un’analoga aggressione alcuni fa, nel 2015, e in forza della quale egli avrebbe inteso difendere sé stesso e i suoi familiari da un pericolo imminente.
Un approfondimento peritale, quello che la difesa aveva condizionato alla richiesta di rito abbreviato, ora revocata con la scelta del dibattimento, cui hanno preso parte anche il pubblico ministero Davide Greco e i legali delle parti civili tramite propri consulenti. Arrivando a conclusioni che, secondo questi ultimi, differiscono però in modo netto da quelle annunciate dalla difesa (leggi qui).
"Anche noi – rilevano ora gli avvocati Angelo Panza e Marino Careglio, che nel procedimento rappresentano, rispettivamente, i congiunti di Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli, i due banditi uccisi - come parti civili abbiamo depositato una relazione, redatta dalla dottoressa Ilaria Rossetto, docente di Psicopatologia Forense presso l’Università Statale di Milano, che ha esaminato Roggero insieme ai consulenti della difesa e dell’accusa. La nostra consulente ha concluso per la piena capacità di intendere e volere del signor Roggero, riconducendo il suo comportamento omicidiario nella categoria degli 'stati emotivi passionali'".
IL PATTEGGIAMENTO DEL 2005
"Secondo la nostra consulente – rimarcano i due legali – non si ravvisa in Roggero la presenza di gravi disturbi della personalità e neppure alcun tipo di documentazione a sostegno della tesi di un disturbo psichiatrico a seguito della rapina subita nel 2015. Ha agito per rabbia, è la conclusione. Anzi, di più, la tesi di una minorata capacità di intendere per effetto della precedente rapina subita viene messa in crisi dal fatto, emerso dagli atti, che a carico del gioielliere figura il patteggiamento di una condanna per lesioni e minaccia grave relativa a fatti del 2005. Minaccia che portò introducendosi nottetempo in casa di conoscenti armato di pistola. Si tratta di un altro elemento che a nostro giudizio si pone in contrasto con la rappresentazione di una persona che non sapesse quello che stava facendo, quando sparò ai rapinatori. La nostra perizia evidenza al contrario l’estrema lucidità con la quale Roggero ha operato, rivendicando poi l’azione nei minuti successivi. Sapeva benissimo di aver sparato fuori dalla sua gioielleria, lo ha anche dichiarato, e ha agito in maniera lucida. Come è lucido tuttora nella sua ricostruzione".
I legali di parte civile contestano anche quanto protestato dalla difesa con la revoca della richiesta di rito abbreviato.
"Per quanto attiene all’aspetto strettamente procedurale – spiegano Panza e Careglio –, nel chiedere la possibilità di una perizia psichiatrica la difesa di Roggero ha prestato pieno consenso allo svolgimento di tale accertamento anche da parte dell’accusa e delle parti civili. Da qui l’esame avvenuto attraverso due colloqui sostenuti in contradditorio alla presenza di diversi consulenti, quello della difesa, quello dell’accusa e la dottoressa Rossetto per nostro conto. Ora non si capisce il senso di questa retromarcia, se non volendo leggervi una preferenza per andare di fronte alla giuria popolare della Corte d’Assise, con l’idea forse di toccarne la sensibilità con argomenti che vadano al di là del diritto".
GLI SPARI NEI FILMATI
Giuria che in questo momento, presso il Tribunale di Asti, è già composta per un processo relativo a un altro fatto di sangue riguardante il territorio di Langhe e Roero: l’assassinio del 34enne muratore di origine albanese Avenir Hysaj, il cui corpo venne ritrovato in una zona boschiva di Pocapaglia il 19 marzo 2021. A questa verranno sottoposte le riprese di quanto accaduto, così come immortalate dalle telecamera della video-sorveglianza interna ed esterna al negozio. Immagini che secondo i legali dei familiari superstiti lasciano poco spazio a congetture.
"Sono agli atti e verranno mostrate alla giuria. Non c’è audio, ma da quello che si potrà osservare la rapina si svolge con modalità che non appaiono particolarmente violente. A colpo concluso i due rapinatori uccisi escono dal negozio con passo tranquillo, evidentemente convinti di non essere inseguiti, e si dirigono verso l’auto. Roggero esce dalla porta laterale del negozio, quasi non visto percorre il marciapiede che affianca il muro. Arriva a pochissima distanza dall’auto, di fronte alla sua parte anteriore. Qui spara un primo colpo in direzione di Modica, che faceva da palo e che viene miracolato solamente perché il proiettile esploso nella sua direzione si infrange contro lo specchietto dell’auto. Quindi si sposta verso Mazzarino e Spinelli e li colpisce in successione, uno a un fianco e l’altro alla schiena. Dopodiché torna a sparare a Modica, che intanto si era allontanato, ferendolo a un ginocchio. A nostro giudizio sono assolutamente chiare. Vedremo in aula, a partire dal 30 settembre".
I RISARCIMENTI
Sullo sfondo c’è il tema dei risarcimenti. I 300mila euro che Roggero ha già versato alle 14 parti civili che il Gup Francesca Di Naro ha ammesso al procedimento durante la prima udienza del dicembre scorso. Sono il rapinatore superstite Alessandro Modica, che in quella stessa udienza aveva patteggiato 4 anni e 10 mesi di carcere per rapina, ora nuovamente assistito dall’avvocato biellese Carla Montarolo mentre da Cuneo ha ottenuto il trasferimento al carcere di La Spezia. Poi, tutelate dall’avvocato Panza, la madre, le due sorelle e i due fratelli del 58enne torinese Giuseppe Mazzarino. La compagna di quest’ultimo e i suoi due figli minori, patrocinate dall’avvocato Giuseppe Caruso. Tutelati dall’avvocato Careglio i parenti e congiunti del 46enne braidese Andrea Spinelli: la madre, i due fratelli, la convivente, la figlia di quest’ultima, "cresciuta insieme a lui", e il marito della madre, "con cui Spinelli era cresciuto".
"I nostri assistiti nulla hanno nulla a che fare con la rapina – puntualizzano qui gli avvocati Panza e Careglio –. Quello che chiediamo per loro conto è un 'danno da lesione parentale', fattispecie per la quale esiste una consolidata giurisprudenza e per la cui quantificazione esistono precise tabelle a punti redatte dai Tribunali di Roma e più recentemente di Milano, basate su indicatori oggettivi come il tipo di rapporto e l’età dei prossimi congiunti della vittima. Anche sulla base di tali valori abbiamo ritenuto di accettare quel risarcimento a titolo di mero acconto. In casi come questi si parla di risarcimenti nettamente superiori".
Cronaca - 21 luglio 2022, 16:15
Rapina di Grinzane, sarà battaglia sulle perizie: "Il gioielliere era perfettamente capace di intendere e di volere"
I legali di parte civile contraddicono la difesa e richiamano alla luce una vecchia condanna del commerciante: "Era lucido quando ha sparato". E sui risarcimenti ai congiunti: "Hanno subito un danno da lesione parentale, c’è una consolidata giurisprudenza"

L'auto riportata sul luogo della rapina col sopralluogo tenuto nel maggio 2021. In primo piano il sostituto astigiano Davide Greco