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Saluzzese | 04 agosto 2022, 08:58

Braccianti in piazza a Saluzzo, il sindaco Calderoni: "Protesta che lascia interdetti"

Il primo cittadino: "Saluzzese da anni laboratorio di integrazione grazie a un percorso di crescita partecipato e faticoso, che ha portato a uno sviluppo del sistema di accoglienza che si pone come modello l’emergere del lavoro regolare"

Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo

Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo

"Nessuno è perfetto e tutto è migliorabile, ma l’ennesima manifestazione indetta a Saluzzo da un gruppo antagonista torinese lascia interdetti. Così come le polemiche superficiali e aprioristiche di certa politica".

Inizia così il lungo scritto col quale il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni commenta non senza una certa amarezza le ragioni della protesta annunciata per oggi a Saluzzo dal gruppo 'Enough is enough. Braccianti in lotta Saluzzo', al via alle 9 di fronte alla sede locale di Confagricoltura.

"Certo, come dicono gli organizzatori, «ci sono ancora persone che, nonostante abbiano un contratto in mano, dormono fuori per non perdere il posto di lavoro». Ma qui a Saluzzo ce la ricordiamo bene – dice il primo cittadino – la baraccopoli da 800/1000 persone nel viale del foro boario: una sistemazione indecente e indegna che ha spinto istituzioni, enti, società civile a lavorare in tutti questi anni per raggiungere il punto dove ci troviamo oggi e per continuare a migliorare anno dopo anno. Alcuni aspiranti braccianti accampati ci sono ancora, ma questo per la mancanza di un meccanismo efficace e moderno di incrocio fra la domanda di lavoro da parte degli stagionali e le tante offerte delle aziende che, proprio in questi giorni, continuano a lanciare appelli per la ricerca della manodopera".

"Il Saluzzese – rivendica Calderoni – da anni è diventato laboratorio di integrazione grazie a un percorso di crescita molto partecipato e faticoso, che ha portato a uno sviluppo del sistema di accoglienza che, tra le altre cose, si pone come modello l’emergere del lavoro regolare. Un sistema fondato su due assi: lavoro regolare e alloggio. Chiudere gli occhi di fronte ai risultati ottenuti, puntare il dito contro le criticità tuttora presenti e portarle a parte per il tutto indubbiamente produce attenzione mediatica, ma al prezzo di mettere in seria discussione l’intera costruzione civile di questi anni che è cambiata e decisamente in meglio. Le sinergie tra istituzioni, sindacati, imprese e forze dell’ordine ha cambiato la vita di migliaia di persone, in meglio: questo è provato dal fatto che il nostro territorio è stato scelto quale modello di buona pratica dai Ministeri dell’Interno e del Lavoro, dall’Anci e dall’organizzazione internazionale Ilo: processo che ha portato sul territorio risorse senza precedenti. E’ nato il 'Tavolo della frutta' con amministratori locali dei Comuni di 'buona volontà', associazioni di categoria e organizzazioni di produttori che si confrontano e lavorano concretamente. Perché sul territorio si conoscono i problemi e si affrontano, mentre chi fa politica dai palazzi o dai media si limita a superficiali e disoneste prese di posizione buone solo per la 'pancia' dell’elettorato".

"Poi –
prosegue – ci sono quelli che ignorano, quelli che se anche sul loro Comune ci sono decine di aziende agricole che danno lavoro a centinaia di stagionali, dicono da anni che il problema degli stagionali 'non li riguarda'. Eppure nel distretto frutticolo ci sono oltre 30 Comuni, ma il protocollo della Prefettura viene firmato da un paio d’anni da 10-12 sindaci. Il sistema agricolo ha caratteristiche intrinseche che generano di per sé precariato: lo è da sempre, in qualsiasi parte del mondo. Ma nel nostro territorio possiamo dire con orgoglio che siamo intervenuti e molte cose buone le abbiamo costruito e sono sotto gli occhi di tutti. Scagliarsi contro tutto questo, non riconoscere i progressi compiuti è propaganda che non influisce sulle condizioni di lavoro degli stagionali agricoli che vivono e si integrano anche nel nostro territorio".

"Queste manifestazioni
è la conclusione colpiscono le aziende che in questi anni hanno moltiplicato, giungendo alla semi totalità, i posti per dormire al loro interno. Colpiscono i lavoratori, che vengono travolti da una campagna mediatica che inevitabilmente si riverbera sul mercato, già di per sé fragile. Colpiscono le istituzioni che hanno creato una rete di Comuni fondata sulla buona volontà. Colpiscono infine le comunità che, nella dibattito sguaiato su certi temi, hanno invece creato un modello fondato sul dialogo tra diversi e la tolleranza".

Redazione

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