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Scuole e corsi | 10 agosto 2022, 07:00

Il ritorno a scuola nel terzo anno di pandemia: l'Istituto Superiore di Sanità detta le regole

Zero sintomi, ffp2 per i più "deboli", sanificazione e progressività delle misure. E la ventilazione forzata? Ancora scarsi e sporadici gli investimenti

Il ritorno a scuola nel terzo anno di pandemia: l'Istituto Superiore di Sanità detta le regole

L'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con i Ministeri della Salute e dell'Istruzione e con la Conferenza delle Regioni, ha pubblicato venerdì 5 agosto le "Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (anno scolastico 2022 -2023)” ovvero le istruzioni per il rientro a scuola da settembre in sicurezza, tenuto conto dell'andamento pandemico, in riferimento alle scuole del primo e del secondo ciclo.

Nel complesso, il documento propone due serie di misure partendo da presupposti e scenari diversi: principalmente standard di prevenzione per l'avvio dell'anno scolastico calibrati sul quadro attuale e secondariamente una serie progressiva di ulteriori interventi da attuare in base alla verifica dell'evoluzione del quadro epidemiologico.

Una "cassetta degli attrezzi" cui attingere a seconda della serietà e gravità della situazione.

Nei prossimi giorni sarà definito e reso pubblico apposito documento per le scuole dell'infanzia.

In sintesi le misure di prevenzione al rientro in classe vedono una permanenza consentita solo in assenza di sintomi e/o di tampone positivo, profonda cura dell'igiene delle mani, uso di mascherine ffp2 per allievi e personale a rischio covid in forma severa, sanificazione ordinaria e straordinaria in presenza di casi positivi, strumenti per la gestione di casi sospetti e ricambi d'aria frequenti.

Le misure ulteriori in vista di recrudescenze pandemiche vengono individuate nel distanziamento di un metro tra le persone, nell'adottare precauzioni nei contesti a rischio aggregazione, nell'aumento della frequenza nella sanificazione, in misure di prevenzione specifiche per le attività laboratoriali, nell'uso generalizzato delle mascherine in posizione sia statica che dinamica, nella concessione dei locali a terzi con obbligo sanificazione e nella somministrazione pasti a turnazione, oltre che nel consumo delle merende al banco.

E la ventilazione di cui tanto si è parlato?

Ormai da mesi la comunità medico-scientifica ha stabilito incontrovertibilmente che la ventilazione è fondamentale, anche e soprattutto nelle scuole onde mantenere la didattica il più possibile in presenza. È peraltro acclarato che l'ultimo triennio ha visto la nascita di soluzioni tecnologiche che garantiscono un adeguato ricambio nelle aule con investimenti relativamente contenuti.

La contagiosità di Omicron 5 richiederebbe, a detta degli esperti - uno su tutti il dottor Buonanno, professore di Fisica all'Università di Cassino e membro del gruppo di lavoro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulla ridefinizione delle modalità di trasmissione degli agenti patogeni respiratori - cinque/sei ricambi d'aria l'ora, possibili solamente con impianti meccanici filtranti.

Secondo Buonanno i costi previsti per un impianto singolo con un ingombro di 1 metro per 1 metro per 40 centimetri è di 4000 euro a classe.

Il costo di fornitura di mascherine ffp2 per una classe media per l'intero anno scolastico sfiora i 5000 euro.

Il conteggio del risparmio su scala pluriennale è dunque fatto.

Gli ultimi dati disponibili dimostrano però che sono soluzioni ancora incomprensibilmente poco attuate.

Secondo i dati raccolti a giugno dal sito francese Nousaerons, il Canada ha stanziato 32 euro ad abitante per ottenere la pulizia dell'aria nelle aule, gli USA 30, l'Olanda 21, l'Irlanda 12, la Germania 8, mentre l'Italia non viene annoverata nella classifica. Nel nostro Paese esistono molti progetti attuati da singoli enti locali, senza strategia collettiva. D'altra parte il Ministro Bianchi stesso ha negato a gennaio di quest'anno la possibilità di strategie nazionali in tal senso, sottolineando la responsabilità dei singoli istituti e dei singoli enti.

Fabrizio Biolè

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