Agosto è il momento giusto per leggere non più solo mail o messaggi Whatsapp. Un libro è sempre il miglior compagno tra un tuffo in mare, una nuotata in piscina o una passeggiata in montagna. Ovviamente vale anche per chi resta in città, che magari avrà una buona occasione per viaggiare da fermo.
Libri non per forza di recente uscita o vincitori di premi letterari, ma titoli che hanno lasciato un segno e meritano una segnalazione. Il poeta Bernardo Negro è tra i più prolifici in questo senso: sulla pagina del Caffè Letterario di Bra, consiglia, suggerisce, recensisce i volumi che legge, dal giallo al saggio, oltre a biografie e grandi classici.
Se volete una storia d’amore che innanzitutto è una storia di vita, allora il romanzo che dovrete avere tra le mani è “Un amore” di Dino Buzzati (Mondadori, 1963). Bellissimo, tormentato, scritto in maniera davvero magistrale. E pone una bella sfida ai nostri pregiudizi.
L’apprezzato architetto milanese Antonio Dorigo non ha fortuna con le donne. Timido fino al paradosso che lo stravolge, vive un’esistenza di stupite ossessioni. Ed eccolo vagare in un deserto sessuale, che lo porta alle case di appuntamento. Qui incontra Laide, la prostituta che dalla sua vita ha cancellato ogni orma di sentimento. Antonio pensa di conquistarla con generosa ingenuità che, alla prima occasione, viene incrinata da una gelosia che gli deforma l’anima.
Il tentativo di portare Laide alla normalità di una realtà sociale accettabile, naufraga in un abisso che sa di gorgo senza uscite. Ma è questo il suo errore. Non riesce a farle capire che lasciando quella vita sprecata, può mirare ad altro o forse i suoi pregiudizi di stimato professionista non lo avvicinano abbastanza a quel cuore perso non solo per lui.
Eppure lei vive una sua freschezza, un pudore occasionale che a volte la riscatta. Continueranno a vivere insieme, ma ora è nella coscienza di Antonio che si apre il baratro. Il tempo passa e con le delusioni arriva anche la paura esistenziale. Adesso è il tempo a dividere il mondo di lei dal suo.
Romanzo diverso dal realismo critico de “Il Deserto dei Tartari”, asciutto e dilatato insieme, apre una stagione nuova per Dino Buzzati. Sono gli anni in cui Michelangelo Antonioni gira i suoi film più emblematici e in cui “il miracolo economico” incide sulle speranze dei caratteri che si evolvono.
Su questa linea troveremo Luciano Bianciardi e Lucio Mastronardi, rispettivamente con “La Vita Agra” (Feltrinelli, 1962) ed “Il maestro di Vigevano” (Einaudi, 1962), mentre un anno dopo, proprio Antonioni dirigerà “L’eclisse” (1962). È anche una spinta storica che fa consigliare al Caffè Letterario di Bra questa lettura. È un “come eravamo” che la mia generazione ritrova e che i giovani possono scoprire.
Che dire? Buona lettura e buon Ferragosto!