Il rischio che non si riesca a dare continuità ai lavori nei due lotti 2.6 sub B e 2.6 sub A dell'Asti Cuneo - ovvero i tronchi Roddi-Verduno e Verduno-Cherasco, quelli dei 9 km che da 20 anni impediscono all'A33 di vedersi completata - sembra essere alto. Serve che da Roma si sblocchi l'inter autorizzativo del secondo, oppure a fine anno ruspe e operai si vedranno costretti a lasciare il cantiere.
Una situazione che prosegue ormai da mesi e che, dopo decenni, ha dell'incredibile. Specie perché i lavori sul lotto 2.6 sub B 'Roddi-Verduno' - approvati con un iter durato tre anni - sembrerebbero davvero avviarsi a conclusione entro la fine dell'anno, e quindi con 12 mesi di anticipo rispetto al cronoprogramma.
Il lotto Verduno-Cherasco impantanato nella burocrazia
Il cantiere del lotto 2.6 sub A - che comprende l'adeguamento della tagenziale di Alba, ancora impantanato nella burocrazia per la valutazione di impatto ambientale, per l'accertamento della conformità urbanistica e per l'approvazione del progetto esecutivo che sarebbero dovuti arrivare in aprile - sarebbe dovuto partire in estate. Ma il Ministero della Transizione Ecologica ha chiesto integrazioni alla concessionaria sul tragitto esterno. O, meglio, ha annunciato di volerlo fare: la richiesta, attesa ad aprile, non è ancora giunta a destinazione e rischia di non arrivare in tempo per garantire continuità tra i due cantieri (appunto).
In più, il Ministero delle Infrastrutture ha chiesto una valutazione comparativa dei due tracciati, quello 'precedente' con galleria e quello attuale con il viadotto.
Gabusi: "Evidente che, senza forte indirizzo, ci saranno nuovi rallentamenti"
Da Astra Cuneo - la prima associazione a commentare il rischio di ritardi ulteriori, tuonano: "Il tempo è scaduto. Per programmare il lavoro, la società costruttrice ha bisogno di certezze, non può rimanere in balia degli uffici romani. Prepariamoci al peggio, è quasi scontato che tra la conclusione del primo lotto e l’inizio del secondo ci sarà un tempo morto, con gravissime conseguenze per tutti".
Dalla Regione, invece, l'assessore Marco Gabusi sottolinea il lavoro fatto per evitare interruzioni. E dice: "Di sicuro la società non può stare ad aspettare per lungo tempo e la situazione si è ulteriormente complicata con la crisi di governo. Il problema è burocratico, non politico, ma è evidente che senza un forte indirizzo le procedure si rallentino ancora di più".
Chi invece non si dice sorpeso è l'osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero. Uno studio del 2019 sottolineava infatti come il cambiamento del tracciato del lotto 2.6 sub A da galleria a percorso aperto avrebbe comportato più tempo per l'adempimento delle pratiche autorizzative.
"La previsione di 16 mesi per il conseguimento era decisamente ottimistica; per completare l'A33 entro la fine del 2024 come auspicato i lavori della galleria, già progettati in maniera esecutiva, avrebbero dovuto partire subito" conclude l'osservatorio.