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Solidarietà | 12 agosto 2022, 12:45

Quale è il ruolo dei 'media' nella situazione attuale in Afghanistan

Mohsin è un giovane ragazzo afgano, studente di giornalismo e si è prestato, con passione, a rispondere alle domande di Rahel Saya.

Quale è il ruolo dei 'media' nella situazione attuale in Afghanistan

Tutti siamo a conoscenza di quanto siano importanti i “media” nel tessuto della nostra società.

Potremmo fare forse a meno di Internet, dei giornali, della stampa, dei libri, della televisione?

Potremmo rinunciare al sapere e alla conoscenza?

Potremmo rinunciare alla verità?

Assolutamente no!

Da agosto non è più così in Afghanistan e ora vi racconterò cosa succede nel mio Paese.

Ho intervistato alcuni giorni fa Mohsin, nome di fantasia, ci siamo conosciuti su Facebook, abbiamo scambiato alcune email e ci siamo scritti su Telegram.

Mohsin è un giovane ragazzo afgano, studente di giornalismo e si è prestato, con passione, a rispondere alle mie domande.

Qual è il ruolo dei media e della stampa oggi in Afghanistan?

Nel nostro paese, prima della caduta della repubblica, i media erano liberi, fornivano informazioni accurate, tempestive e imparziali.

Con l'instaurazione del governo talebano la maggior parte dei servizi di informazione ha smesso di esistere e i media che, oggi, operano nel paese sono gestiti secondo i dettami del nuovo governo e trasmettono solo ciò che è stato deliberato. Non sono ammesse critiche. La censura è severa ed è imposta sul contenuto di tutte le informazioni. Dai reportage ai programmi di intrattenimento, alle serie tv e ai film. (in tv si poteva guardare quello che si voleva, non si possono vedere nessun tipo di film ora al cinema, non si possono pubblicare contenuti sui social).

Anche i media locali, che hanno continuato a operare, sono diventati portavoce dei talebani e trasmettono solo ciò che è stabilito. Reporters Without Borders riporta che il 43% dei canali media afghani sono stati chiusi. (Da 543 a 312). Se un editore decidesse di trasmettere notizie contro il regime o non concordate la struttura verrebbe chiusa e i dipendenti condannati. Sempre secondo Reporters Without Borders i giornalisti che hanno perso il lavoro in Afghanistan sono 6400.

Nel nostro Paese non esiste più il principio di neutralità, né la libertà di informazione ma solo la voce del regime talebano.

Secondo te, nella situazione attuale del paese, i media forniscono le informazioni necessarie?

No, purtroppo i media che continuano ad operare in Afghanistan, a causa di quanto esposto prima, sono costretti a trattare solo alcuni argomenti. In questi ultimi giorni stiamo attraversando il periodo peggiore per la libertà di informazione. Al momento i social media sono ancora attivi ma le pubblicazioni vengono monitorate dal regime. Le connessioni internet stanno aumentando di prezzo e il flusso dati mensile a forfait sta calando. Il governo talebano vieta al popolo il diritto di critica, protesta, libertà di espressione. Nel nostro Paese, che prima dell’avvento dei Talebani era uno stato laico, non vi è più libertà di opinione e di credo religioso. Tutte le persone che criticano e protestano vengono torturate. Io stesso ho assistito alla cattura di uno dei miei amici da parte dei servizi segreti talebani, solo per aver scritto un commento su un post Facebook contro di loro. Al momento non è ancora stato rilasciato.

Quanto ritieni accurate le informazioni fornite dai media afgani?

Quasi tutto ciò che viene trasmesso nel paese è censurato dai talebani e, sfortunatamente, non esistono più informazioni attendibili. Gli attuali organi di stampa che operano nel paese sono costretti a considerare le direttive del nuovo governo e ad astenersi dalla pubblicazione di materiale contrario ad esso. Il controllo dei media è ora nelle mani del Talebani, e solo quello che vogliono viene trasmesso. Se qualcuno alza la voce in segno di protesta, la sua voce viene fatta tacere immediatamente con la forza.

Pensi che il mondo occidentale sia adeguatamente informato, tramite i media e la stampa, della situazione attuale in Afghanistan?

Gli abitanti dell’Afghanistan, stanno affrontando una terribile crisi economica, si scontrano con la mancanza di lavoro e vengono uccisi ogni giorno per futili motivi. La serie di uccisioni e detenzioni di membri del passato governo, ex militari, attivisti della società civile, scrittori è solo uno dei tanti esempi di quello che sta succedendo ora. E nulla di tutto questo trapela nei media interni assoggettati dal regime.

Non credo che il mondo occidentale sia adeguatamente consapevole dell'attuale crisi in Afghanistan. Il popolo afghano sta attraversando il periodo peggiore della sua esistenza e la situazione è molto più critica di quella che si possa pensare. 

Cosa accadrà se le informazioni continueranno ad essere condizionate, non imparziali e accurate?

Il mondo non deve limitarsi a guardare, deve fornire adeguati sostegni umanitari all’Afghanistan, fare pressione sui talebani perché rispettino i diritti umani e la libertà di informazione.

Se ciò non avverrà assisteremo alla peggior crisi umanitaria di sempre. Le persone moriranno di fame perché oltre a mancare il lavoro, il prezzo del cibo è triplicato rispetto agli anni precedenti. Più della metà di tutti gli aiuti umanitari vengono sprecati dai talebani, e solo una piccola percentuale viene distribuita alle persone che realmente ne hanno bisogno. Una forte discriminazione è in corso nel processo di fornitura di assistenza ai bisognosi e la maggior parte degli aiuti viene data a coloro che sono talebani, li sostengono o appartengono alle loro tribù.

Ultima domanda: cosa possono fare gli organi di informazione stranieri ed internazionali per migliorare la situazione in Afghanistan?

L'unica cosa che i media internazionali possono fare è aiutare il popolo afgano a raccogliere e distribuire informazioni sul territorio. Come abbiamo già ribadito, i media nazionali non possono fornire informazioni accurate e libere a causa delle restrizioni imposte dai talebani. Per questo è necessario che gli organi di stampa esteri osservino gli eventi in Afghanistan intervistando fonti indipendenti sul territorio.

La censura imposta dai talebani non consente di avere informazioni libere, accurate e veritiere, molti argomenti non vengono più trattati e ogni giorno la situazione peggiora. Avremmo bisogno di una presenza di media internazionali in Afghanistan, che osservino l’evolversi degli eventi e intervistino la popolazione garantendo loro l’anonimato. Dobbiamo dare voce al popolo Afghano e questa voce deve essere amplificata dalla stampa internazionale. Il mondo non dovrebbe dimenticarci. È vero che l'Afghanistan, per molti, è un paese lontano e non familiare, ma ricordatevi che 40 milioni di persone sono governate da un manipolo di individui. I talebani ci hanno privato di tutti i diritti, compresi quelli delle donne e dei bambini; questa cosa è inaccettabile! È una vera ingiustizia ed è in corso una persecuzione contro chi non la pensa come loro.

Autore: Rahel Saya


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