Ogni epoca ha prodotto almeno un campionissimo che è passato alla storia. Fare una classifica e pensare di mettere tutti d'accordo è abbastanza impossibile. Osservatori e appassionati hanno legittime opinioni diverse sul valore effettivo dei fuoriclasse ed è normale che l'argomento susciti accese discussioni.
Un errore che viene commesso frequentemente è quello di valutare i calciatori solo per il numero di goal fatti, rischiando pertanto di escludere mediani, difensori, terzini e portieri. Il calcio è un gioco di squadra è tra i parametri di scelta per sancire chi sono davvero i giocatori più forti della storia non si può prescindere dal risultato che ottengono i team. Un centravanti che mette a segno una rete dopo l'altra in una squadra già fortissima potrebbe essere anche facilitato dal supporto di centrocampisti eccellenti. Al contrario, chi riesce a determinare le sorti della propria squadra facendo la differenza da solo, può essere inserito di diritto tra le stelle del calcio.
Già dalla prima posizione di un'ipotetica classifica, i pareri potrebbero non essere per niente uniformi. C'è chi direbbe senza alcun dubbio che Pelé è il calciatore più forte della storia e chi invece preferisce mettere il nome di Diego Armando Maradona. A favore di Pelé ci sono numeri da paura, con il Brasile che è riuscito a uscire da una spirale negativa e accaparrarsi 3 mondiali. In 92 presenze è andato in rete per 77 volte, guadagnandosi poi il soprannome di O Rei. Nelle fila del Santos ha fatto registrare un record assoluto impareggiabile, con 568 goal complessivi indossando la medesima maglia. Solo per avere una vaga idea del campione di cui stiamo parlando, basterebbe dire che su 816 partite ha segnato 757 volte, oltre alle competizioni non ufficiali.
I più giovani potrebbe inserire sul podio anche Cristiano Ronaldo, il portoghese che ha vinto per ben 5 volte il Pallone d'Oro, oltre a 5 Champions League (di cui 3 di fila) e l'Europeo regalato alla nazionale. Tornando al passato, è obbligo ricordare le gesta di Maradona, un personaggio che ha fatto discutere fuori dal campo ma che dentro il rettangolo di gioco è stato un mito assoluto. A Napoli è considerato una sorta di divinità e continuano a nascere bambini che vengono chiamati Diego in onore del campione argentino che ha fatto sognare e vincere tutta la città.
L'elenco potrebbe continuare con Cruijff, un giocatore imprevedibile, che alternava controllo, velocità, scatti, finte e qualsiasi altra magia mai applicata da altri fino a quel momento. All'Ajax ha fruttato 3 Coppe Campioni e anche quando poi è stato acquistato dal Barcellona ha messo in mostra un talento stellare.
Come anticipato nella premessa, dobbiamo menzionare anche e soprattutto i difensori e Franz Beckenbauer merita tutta l'attenzione. Un tempo il ruolo del libero era assai diverso dall'interpretazione attuale. Beckenbauer ha reinterpretato quel ruolo, rendendolo anche improntato all'impostazione del gioco, forse sfruttando le capacità acquisite nella prima fase della carriera poiché era nato come mediano.
Tornando agli attaccanti si può parlare di Alfredo Di Stefano, a cui manca solo il mondiale nel palmarés. Veniva soprannominato la saeta rubia che significa la freccia bionda. Ha giocato in Argentina, Colombia e Spagna accaparrandosi 2 Palloni d'Oro, un campionato sudamericano e 5 Coppe Campioni. È stato capocannoniere nei campionati di 3 paesi diversi totalizzando in 700 partite più di 500 goal.
Il rischio di non nominare campioni che meriterebbero grande rilievo è alto, perciò si devono rammentare le prestazioni di Marco Van Basten, Eusebio, George Best, Bobby Charlton, Gerd Muller, Roberto Baggio e il mitico Ronaldo, ovvero Luis Nazario da Lima. Tra i difensori inseriamo l'italiano Franco Baresi e a difendere i pali in questa classifica scegliamo il russo Lev Yashin.