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Attualità | 15 agosto 2022, 17:14

Meno accessi in Pronto Soccorso quando piove o fa freddo? Lo confermano i dati raccolti dal DEA di Cuneo

La ricerca è stata condotta dal dottor Jacopo Davide Giamello, medico al DEA di Cuneo, con la supervisione del primario dottor Giuseppe Lauria, e pubblicata sull'Hong Kong Journal of Emergency Medicine

Meno accessi in Pronto Soccorso quando piove o fa freddo? Lo confermano i dati raccolti dal DEA di Cuneo

Possono i fattori climatici avere conseguenze o comunque condizionare gli accessi ai Pronto Soccorso?

I dati dicono di sì. E dicono che nelle giornate di bassa pressione, in cui piove o nevica, gli accessi si abbassano. 

Perché? Forse solo perché scoraggiano ad uscire. Ovviamente si parla di codici a bassa intensità, quindi tendenzialmente i bianchi e i verdi che, lo ricordiamo, costituiscono l'80% degli accessi ai reparti di Emergenza. 

I fattori psicologici, insomma, influenzano quelli fisici. E non stiamo parlando di meteoropatia, ma anche semplicemente di pigrizia o svogliatezza indotta dal maltempo. Insomma, il tempo brutto è un inibitore di volontà anche in campo sanitario, quando le prestazioni sono differibili. 

I dati che lo attestano sono stati raccolti e analizzati dal dottor Jacopo Davide Giamello, giovane medico di Busca in servizio presso il Reparto di Medicina di Urgenza ed Emergenza dell'ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.

Il dottor Giamello, con la supervisione del primario dottor Giuseppe Lauria, ha analizzato gli accessi dal 1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2019, quindi in periodo pre-Covid, escluso perché ha ovviamente condizionato tutti i dati e le statistiche degli accessi ospedalieri, analizzandoli in correlazione alle condizioni meteorologiche. 

I dati meteo sulla pressione atmosferica media, la temperatura e la pioggia o la neve sono stati raccolti giornalmente da Datameteo, agenzia di previsioni meteorologiche di Busca, attraverso una stazione meteorologica situata a 1 km dall'ospedale stesso.

La ricerca del dottor Giamello è stata pubblicata sull'Hong Kong Journal of Emergency Medicine, rivista internazionale, in risposta all'editoriale di Lim, Balsari e Hung.

"Siamo d'accordo con gli autori in quanto affermano che i medici di emergenza svolgono un ruolo importante nel preparare le comunità alle sfide relative al cambiamento climatico. In particolare, riteniamo che i Pronto Soccorso (ED) offrano un punto di vista unico sui bisogni sanitari della popolazione; inoltre, la correlazione tra fattori climatici e visite giornaliere al pronto soccorso può rappresentare un buon modello per comprendere l'impatto del clima sulla morbilità umana".

Nel periodo studiato, ci sono state 151.787 visite al pronto soccorso totali.

Differenza intergiornaliera negativa di pressione barometrica, valori più bassi di pressione barometrica e temperatura più bassa sono stati associati a una diminuzione degli accessi giornalieri al Pronto Soccorso; inoltre, è stato osservato un minor numero di accessi durante i giorni piovosi o nevosi.

Ci sono altri aspetti che emergono, condizionati sempre dalle condizioni climatiche: la temperatura più bassa e le variazioni negative della pressione barometrica, seppur fattore che evidenzia una diminuzione degli accessi, evidenzia invece più ricoveri in Pronto Soccorso per malattie respiratorie (asma, esacerbazioni di broncopneumopatia cronica ostruttiva e polmonite).

Inoltre, è stata osservata una correlazione tra le variazioni barometriche e i pazienti che si presentano per un infarto; infine, valori più bassi di pressione barometrica sono stati associati a un maggior numero di visite per disturbi psichiatrici.

Con questa ricerca il dottor Giamello evidenzia come i dati avvallino la correlazione tra fattori meteorologici e visite in Pronto Soccorso, soprattutto per le malattie respiratorie. Una ricerca che potrebbe aprire nuovi spazi di ricerca e anche di gestione di questi reparti che spesso danno risposte a bisogni differibili, togliendo risorse alle prestazioni veramente urgenti. 

Ma non è l'unica curiosità statistica di cui si è occupato il dottor Giamello. Analizzando i dati dal 2003 fino alla vittoria degli Europei a luglio del 2021, è emerso che quando gioca la Nazionale di calcio, dalle due ore prima alle due ore dopo l'incontro crollano gli accessi in Pronto Soccorso. Si parla, lo ribadiamo, di accessi impropri, i codici di bassa o nulla gravità.

Ma se da sempre chi lavora in questi reparti lamenta un "uso" sbagliato del Pronto Soccorso, dove spesso si va solo per sentirsi dire che si sta bene, a confermare il dato intervengono i numeri: se fuori fa freddino o piove, meglio starsene a casa al calduccio. Se gioca la Nazionale di calcio, va sempre tutto benissimo... a maggior ragione se e quando vince!

Barbara Simonelli

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