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Attualità | 17 agosto 2022, 14:06

Turismo in Granda, un'estate quasi ai livelli del pre-Covid. Ma i costi alle stelle frenano l'entusiasmo

A commentare la situazione è Giorgio Chiesa, presidente Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo, aderente a Confcommercio della Granda

Turismo in Granda, un'estate quasi ai livelli del pre-Covid. Ma i costi alle stelle frenano l'entusiasmo

La situazione, in questa estate 2022, è decisamente buona per la Granda.

Tanti turisti, tanti stranieri, montagna e colline prese d'assalto, ristoranti e bar pieni. Numerosi anche i cuneesi rimasti in provincia, che comunque si stanno godendo il territorio, magari con gite in giornata.

Migliaia di presenze anche per gli eventi in programma in tante località.

Ma sono i costi a pesare e frenare l'entusiasmo degli operatori turistici. E le prospettive, in vista dell'autunno, non sono promettenti.

Ad evidenziare la situazione è Giorgio Chiesa, presidente dell'Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo, aderente a Confcommercio della Granda. 

"La situazione è sostanzialmente buona. Se non alla pari del precovid 2019, ci si avvicina, superando comunque il 2021", commenta.

Come ormai da qualche anno, si registra una buona affluenza di turismo straniero, soprattutto dal nord Europa. "Decresce, invece, in maniera sostanziale, quello di prossimità francese, anche a causa della mancanza di collegamento attraverso il Col di Tenda. Possiamo quindi affermare la buona tenuta del nostro sistema ricettivo ed enogastronomico".

I territori più gettonati sono le Langhe, dove si registra un vero e proprio boom, così come i territori montani.

"In un quadro così positivo - continua Chiesa - preoccupa la situazione di congiuntura che si è venuta a creare a seguito del conflitto bellico. Ne paghiamo il prezzo sotto il profilo degli aumenti delle fonti energetiche in primis, ma registriamo anche aumenti generici, non sempre giustificabili, di materie prime ed altro".

Ormai da mesi le varie associazioni di categoria evidenziano costi delle bollette aumentati anche del 150%. Come reggere? "Con questi aumenti, dovremmo far pagare un piatto di pasta fino a 20/25 euro. Non sto esagerando, siamo a questi livelli. Ma chi potrebbe pagare questa cifra?", commenta Chiesa.

Il problema riguarda davvero tutti: bar e alberghi, campeggi, locali da ballo, rifugi, senza risparmiare nemmeno gli operatori dello street food.

"Il timore di entrare nel tunnel della recessione è vivo tra gli operatori, che chiedono attenzione, laddove possibile, al fine di calmierare i succitati costi. Godiamoci questo momento positivo ma non abbassiamo la guardia, anche nei confronti del Covid, che con l'autunno potrebbe ritornare a rappresentare una minaccia", conclude Chiesa.

Barbara Simonelli

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