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Attualità | 27 settembre 2022, 11:30

"Tra Piemonte, Liguria e Lombardia un distretto del legno che può diventare motore di crescita della bioeconomia"

Così Enrico Allasia, presidente Federazione Nazionale Risorse Boschive Confagricoltura a TargatoCn: "Il bosco va gestito per tutelare clima ed economia”

Enrico Allasia

Enrico Allasia

Piemonte, Liguria e Lombardia, costituiscono un grande distretto del legno, dal quale si può trarre vantaggi a livello economico ed ambientale.

Ne è convinto Enrico Allasia, imprenditore agricolo cuneese e presidente della Federazione Nazionale Risorse Boschive di Confagricoltura, che da anni sostiene che “la selvicoltura, con l’utilizzo a fini produttivi delle foreste, può diventare un fattore trainante di sviluppo sostenibile delle aree rurale, soprattutto nei territori che presentino scarse alternative alle coltivazioni tradizionali. Abbiamo 11 milioni di ettari di bosco in Italia: con una selvicoltura efficiente, che va valorizzata e rafforzata soprattutto nelle aree montane, potremo creare nuova ricchezza, occupazione e contrastare in modo efficace il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico”.

Mai come adesso il bosco può - deve - diventare una risorsa per arginare almeno in parte quella che tutti chiamano “la tempesta perfetta”, che ha creato una crisi mondiale.

“Questo è un settore davvero dalle grandi potenzialità, con una valenza produttiva molto alta, una risorsa che deve essere utilizzata nel rispetto, naturalmente, dell’ecosistema. È indispensabile una gestione forestale sostenibile, ricordando come il 'sistema bosco' è importante per l’assorbimento di CO2, contribuisce concretamente alla prevenzione del dissesto idrogeologico, tutela il paesaggio ed è un valente presidio delle aree rurali. Valorizzare, sviluppare e conservare il nostro patrimonio verde significa contrastare i cambiamenti climatici, ma anche accompagnare la crescita professionale delle imprese boschive, permettendo di promuovere e sviluppare le utilizzazioni forestali e le attività tecniche ed imprenditoriali legate ai boschi”.

Tutti argomenti estremamente importanti in questo periodo di austerity.

“La gestione di un bosco va curata e pianificata ma occorre cogliere tutte le opportunità offerte dalla strategia forestale nazionale per garantire una gestione vitale dei territori, contrastare l’abbandono delle aree interne del Paese e sostenere la transizione ecologica, come peraltro già avviene negli altri Paesi europei”.

Secondo il presidente per promuovere la gestione forestale sostenibile e lo sviluppo delle utilizzazioni forestali occorre muoversi su due fronti.

“Innanzitutto vanno aumentate le superfici sottoposte a pianificazione e rilanciato il settore vivaistico forestale, necessario per raggiungere gli obiettivi di piantumazione di nuovi esemplari arborei previsti nel green deal e nella strategia forestale europea. Non dimentichiamo, inoltre, che a causa della forte dipendenza energetica nazionale è diventato indispensabile qualificare le filiere produttive delle risorse forestali nazionali realizzando impianti a biomassa per il teleriscaldamento, nell’ottica di valorizzare le superfici legnose”.

Un grave problema è lo stato di abbandono nella quale si trovano alcune aree, dovuto allo spopolamento, ma anche alla mancanza di chi, materialmente, se ne occupa.

“Sì, ma è anche vero che in questi ultimi anni c’è un’inversione di tendenza, con un ritorno nelle zone rurali. Molte aree sono in stato di abbandono perché non redditizie o per mancanza di viabilità forestale o perché la burocrazia per lo sfruttamento di queste risorse è eccessiva. Eppure è indispensabile conservare, fare manutenzione e tagliare i boschi, rinnovandoli: gli alberi che marciscono e non vengono asportati producono anidride carbonica anziché sequestrarla e in caso di piogge torrenziali diventano un pericolo per l’ambiente. Per questi motivi è necessario investire, anche con l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan, per sviluppare filiere produttive legno-carta-energia e servizi ecosistemici che possono dare un contributo decisivo alla sostenibilità delle filiere agroalimentari e dell’ambiente”.

Piemonte, Liguria e Lombardia hanno un grande patrimonio boschivo, possiamo anche dire che è di ottima qualità?

“Sì, certo, anche se ogni territorio ha le sue peculiarità. Il valore aggiunto in questa vasta area, è dato dall’alto contenuto di tannino, materia prima molto usata in diverse lavorazioni aziendali. La sfida del futuro è valorizzare la filiera locale, che ha un impatto zero. Si può dire che la qualità non solo è di pregio ma anche sostenibile e questo fa la differenza in un momento in cui l’attenzione per l’ambiente e per il risparmio energetico è ai massimi livelli”.

“Abbiamo un capitale verde - conclude il presidente Enrico Allasia - che è stato finora decisamente sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità e può diventare motore di crescita della bioeconomia. Assicurare una maggiore competitività delle filiere forestali e garantire una equa remunerazione alle aziende è il nostro obiettivo”.

NaMur

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