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Economia | 28 settembre 2022, 07:00

Alla Norvegia non conviene venderci il gas a prezzo ribassato

Come riferisce il sito Strumenti Politici, nel mondo economico e politico si stanno alzando voci autorevoli per tentare di convincere la Norvegia a mostrarsi solidale verso gli altri Paesi europei

Alla Norvegia non conviene venderci il gas a prezzo ribassato

Come riferisce il sito Strumenti Politici, nel mondo economico e politico si stanno alzando voci autorevoli per tentare di convincere la Norvegia a mostrarsi solidale verso gli altri Paesi europei. Da febbraio ad oggi Oslo ha consolidato la sua posizione di fornitore energetico del continente, coprendo infatti un quarto del fabbisogno UE e quasi la metà di quello del Regno Unito. E con i profitti straordinari che sta accumulando la Equinor ASA, la compagnia oil&gas che fa capo allo Stato norvegese, qualcuno suggerisce che ad Oslo possano mostrarsi meno avidi e più comprensivi, salvando così le tasche dei cittadini europei o magari l’economia stessa del continente. Questo salvataggio andrebbe comunque a vantaggio della Norvegia perché permetterebbe di tenere in vita e in salute l’economia dei suoi maggiori clienti, che se fallissero non sarebbe più in grado di pagare. C’è poi chi mette in guardia la Norvegia dal farsi una cattiva reputazione di Paese che indulge agli “egoismi nazionali” o persino al “nazionalismo energetico”. Il vantaggio politico del darci una mano nel momento di difficoltà potrebbe inoltre avere una portata storica. Altri economisti mostrano invece l’inutilità del mettere un tetto al prezzo del gas: uno sconto avrebbe infatti poco effetto sulle bollette dei cittadini europei, ma sarebbe deleterio per le tasche di quelli norvegesi. Devono quindi essere i governi europei a intervenire, ognuno nel suo ambito nazionale, per fermare le speculazioni delle aziende di distribuzione e calmierare i costi delle bollette. E in Norvegia temono che per venire incontro alle esigenze dei clienti europei, Olso tolga il gas ai norvegesi stessi: purtroppo la siccità estiva ha diminuito l’apporto di energia idroelettrica, dunque esiste il rischio di una carenza di gas per i consumatori nazionali.

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