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Attualità | 29 settembre 2022, 18:39

Ad Alba presto una via, strada o piazza intitolata alla memoria di don Valentino Vaccaneo

Un mese fa i dieci dalla scomparsa del compianto prelato, pastore degli ultimi. «Doveroso ricordarlo anche così»: la richiesta del consigliere Fabio Tripaldi condivisa dal sindaco Carlo Bo

Don Valentino Cattaneo, per decenni un punto di riferimento per i giovani e i bisognosi di Alba e territorio

Don Valentino Cattaneo, per decenni un punto di riferimento per i giovani e i bisognosi di Alba e territorio

Nel ricordo delle persone che hanno fatto molto per Alba. Un mese fa, lo scorso 28 agosto, sono ricorsi i dieci anni dalla morte di Don Valentino Vaccaneo (1934-2012). Un anniversario che ha indotto il consigliere Fabio Tripaldi a sollecitare il Comune affinché venga intitolata una via a questo parroco, che ha scritto pagine importanti nella storia recente della capitale delle Langhe, impegnandosi per i suoi giovani e per il territorio.

L’occasione per formalizzare la richiesta e ricordare la biografia del prelato è stata la seduta di Consiglio comunale tenuta ieri, mercoledì 28 settembre. Nato a Castiglione Tinella l’11 febbraio 1934, da subito spicca per animo buono e altruista e sceglie di diventare convinto sacerdote. Ordinato nel 1958, prende servizio al Duomo, e poi, dal 1996 viene nominato parroco di Cristo Re, a fianco dell’indimenticato don Stella. In questa parrocchia cittadina si impegnò fino alla morte, avvenuta il 28 agosto 2012, dopo circa nove anni di lotta contro un tumore che non ne frenò la attività sociale.

«Condivido la proposta del consigliere Fabio Tripaldi – ha risposto il sindaco Carlo Bo - e procederemo con una richiesta scritta alla commissione toponomastica per poter intitolare una via, una strada o una piazza a don Valentino, che è stato per Alba una figura di grande spicco sociale, sempre attento ai giovani, ai più poveri e alle persone con dipendenze. Nel suo testamento spirituale, scritto quando aveva 69 anni, subito dopo la diagnosi di tumore, si ripromise di impegnarsi ancora di più per il prossimo nel tempo che gli sarebbe rimasto su questa terra. Già solo questo suo modo di porsi merita sicuramente un grande rispetto e un ricordo tramite un’intitolazione».

Livio Oggero

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