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Attualità | 05 ottobre 2022, 19:01

L’affetto di colleghi e pazienti per il dottor Marco Valente: "Medico di una umanità rara, con la sua umiltà maestro di vita"

Venerdì a Cherasco i funerali del 72enne ex primario di chirurgia al Santo Spirito di Bra, vittima di un incidente in montagna. Centinaia i messaggi di cordoglio da tutta la provincia

Il dottor Marco Valente, aveva 72 anni

Il dottor Marco Valente, aveva 72 anni

E’ unanime e sincero, e tocca diverse comunità – quella degli ex colleghi e collaboratori, le tante persone che furono suoi pazienti e i loro familiari, gli amici di quella Cherasco, che dieci anni fa gli tributò persino il riconoscimento di "Amico della città", a quelli di Canosio, in Valle Maira, da dove coltivava il suo amore per la montagna – il cordoglio per la scomparsa del dottor Marco Valente, 72 anni, vittima dell’incidente in montagna verificatosi nel pomeriggio di ieri, mercoledì 4 ottobre, al rientro da un’escursione sul Roc della Niera, in territorio francese, a monte di Pontechianale.  

Una moltitudine di messaggi concordi nel tratteggiare la figura di un uomo che sapeva farsi apprezzare non soltanto per le doti professionali e l’attaccamento al mestiere che si era scelto con gli studi in Medicina all’università della sua Genova, ma anche per l’ancor più spiccato senso di umanità che col camice addosso sapeva trasmettere. Per una predisposizione alla comprensione del prossimo che oggi ritorna nelle centinaia di attestazioni e ricordi coi quali, non senza l’incredulità legata alla sfortunate circostanze delle sua morte, ne commentano la scomparsa.

Settantadue anni, in pensione da un paio dopo una lunga carriera, il dottor Valente era molto conosciuto nell’ambiente ospedaliero di tutta la provincia. Dal 1979 al 1993 aveva infatti operato nella divisione di chirurgia del Santa Croce di Cuneo, per poi lasciare il capoluogo da primario, chiamato a guidare la divisione di Bra, nell’allora ospedale Santo Spirito. Sempre alle dipendenze dell’Asl langarola operava la moglie Patrizia Corradini, ritiratasi in pensione nel 2020 dopo essere stata responsabile del Distretto territoriale della Cn2, azienda saniaria nella quale lavora oggi la figlia Cristiana, anche lei medico, nella struttura di Oculistica dell’ospedale di Verduno, mentre il figlio Luca è avvocato.  

A esprimere lo sgomento che ieri sera ha colto l’intera comunità di Cherasco è il sindaco Carlo Davico: "Abbiamo perso una figura importante e stimata, ben oltre i nostri confini. Tutti noi lo abbiamo conosciuto e apprezzato per le sue qualità umane e professionali. Ci lascia un’eredità importante per le qualità della sua persona e per le sue doti, per i valori che incarnava, per la disponibilità e attenzione che sempre lo hanno contraddistinto, unitamente a una grande umiltà caratteristica della sua straordinaria personalità".

Di un affetto andato ben al di là del mero rapporto professionale è quello che racconta il dottor Giovanni Torre, chirurgo per l’Asl Cn2, che il dottor Valente lo conobbe alle sue prime esperienze da studente volontario in Pronto Soccorso a Bra, per poi affidarsi alla sua esperienza nel successivo percorso di specializzazione, per il quale lo volle relatore alla tesi, come negli anni a seguire, da colleghi: "Lo conobbi in una situazione delicatissima. Era la fine del 1993. Lui era appena arrivato a Bra dal Santa Croce. In Pronto Soccorso arrivò un ragazzo investito dal rimorchio di un camion. Lo chiamammo d’urgenza. Lui viveva ancora a Borgo San Dalmazzo ma si precipitò. Entrò trafelato, aveva fatto i 160 all’ora, su quella strada. Ma lui era così. Marco non ha mai abbandonato un paziente, li ha seguiti tutti, dall’inizio alla fine, nel bene e nel male, oggi è una cosa piuttosto rara. E’ questo il profondo insegnamento che ci lascia. Personalmente gli devo tantissimo, forse tutto. Anche adesso che era andato in pensione si preoccupava che tutto andasse bene. Ci eravamo sentiti solamente sabato, voleva sincerarsi che stessi bene, come spesso faceva".

Alla gratitudine dei pazienti, manifestata negli innumerevoli messaggi che si inseguono sui social, si affianca l’incredulità dei colleghi e di quelle che chiamava "le mie infermiere": "La sua umiltà è stata e sarà maestra di vita per moltissime persone (…) – scrive una di loro –. La sua allegria e positività ha aiutato molti di noi a superare i momenti di difficoltà che di certo non mancavano. Non creda nemmeno per un attimo che adesso tutto sia finito, perché questo è solo l’inizio di una camminata infinita, quella comminata che ha accompagnato la sua vita e che era la sua  passione... . Stavolta ci ha dato il più grande degli insegnamenti, ovvero che tra la vita e la morte c’è solo un attimo e in esso è nascosta la fragilità della felicità".

I funerali sono stati fissati nel pomeriggio di venerdì 7 ottobre, alle ore 15 presso la parrocchia di San Pietro a Cherasco. Domani sera, giovedì, la stessa parrocchia ospiterà la recita del rosario.

Dalla famiglia – la moglie Patrizia, il figlio Luca, la figlia Cristiana con Fabrizio e la nipote Alessia – un ringraziamento a tutte le persone, amici e parenti, che gli hanno voluto bene, ai medici e infermieri che hanno condiviso con lui la passione per il proprio lavoro e al personale del Soccorso Alpino". 

Ezio Massucco

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