“Se le iniziative di solidarietà finiscono per non avere successo è un peccato, certo. Ma è più un peccato non tentarle nemmeno; se nessuno ci prova, se nessuno inizia, le cose non cambieranno mai”.
A parlare è Michelle, parrucchiera ivoriana che vive, abita e gestisce il proprio negozio in via Silvio Pellico a Cuneo (nel pieno, insomma, del ‘Quadrilatero’ del quartiere Cuneo centro tanto discusso e criticato).
Nella mattinata di oggi, domenica 20 novembre, Michelle ha chiamato a raccolta – su base volontaria – tutti i residenti e i commercianti, di origine straniera e non, intenzionati a dare un segnale forte, concreto e in prima persona nella lotta alla percezione di abbandono e degrado del quartiere. Un’iniziativa nata per creare senso di comunità, e che ha coinvolto l’isolato compreso tra via Meucci e via Silvio Pellico.
“Ho preso la decisione di organizzare questa mattinata di pulizia del quartiere di mia spontanea volontà: non sono un’amministratrice e non mi interessa fare politica, soltanto aiutare i ragazzi stranieri che cercano aiuto e senso di comunità e appartenenza” ha detto Michelle.
Particolarmente conosciuta nel quartiere, Michelle e suo marito hanno aperto la propria attività in via Silvio Pellico nel 2017, attività che da allora si è lentamente imposta – con la determinazione e la gentilezza che le sono proprie – come un punto di riferimento importante nel quartiere. Michele ha figurato tra gli intervenuti nel corso dell’assemblea di quartiere tenutasi al cinema Monviso la scorsa settimana.
Coinvolti nell’iniziativa di questa mattina anche i consiglieri comunali Carmelo Noto e Giancarlo Boselli (quest’ultimo, proprio ieri in via Meucci, ha riunito i suoi Indipendenti per analizzare e criticare i risultati concreti, appunto, del progetto ‘La Boa’). Presenti anche Giulia Marro e Patrizia Daniele del comitato di quartiere Cuneo Centro.
“Ringrazio chiunque si sia rimboccato le maniche stamattina – ha aggiunto Michelle - , è davvero importante. Dobbiamo imparare a collaborare, tutti insieme, a capire e accettarci gli uni gli altri. Certo non si può pensare di ‘salvare tutti’, in una realtà complicata come questa, ma piccoli passi concreti possono fare molto”.