L'immagine principale dell'articolo è quella dell'involucro del nuovo ospedale - mostrato oggi per la prima volta - così come è stato immaginato da quello che è stato sempre definito il "soggetto proponente", il privato che si è fatto avanti con una proposta di realizzazione del futuro ospedale di Cuneo. Nel suo pieno diritto.
Questa possibilità si aggiunge al finanziamento già decretato da parte di Inail, che ha stanziato per l'ospedale di Cuneo la cifra di 310 milioni di euro, che ancora, però, non tengono conto degli aumenti del costo delle materie prime.
Entro fine gennaio ci sarà la decisione di quale sarà la linea di finanziameto scelta: Inail o il parternariato pubblico-privato.
La seconda opzione, che tanto ha allarmato, deve obbligatoriamente essere presa in cosiderazione. Quest'ultima, ci sia concesso di dirlo, sembra essere, anche se nessuno lo dice apertamente, l'opzione più accreditata. Il proponente ha dimostrato, tra l'altro, una grande solidità economico finanziaria, depositando una cauzione che, così è stato detto, "pochi soggetti possono permettersi su tutto il territorio nazionale".
La Regione sta seriamente considerando questa opzione.
La decisione verrà presa nel giro di due mesi, quando verrà presentato il Public Sector Comparator, PSC, strumento studiato per verificare se la scelta di un’amministrazione di eseguire un’opera attraverso un contratto di partenariato pubblico-privato (tradizionale o tramite finanza di progetto) determina, rispetto ad un’alternativa interamente pubblica, il Value of Money (VfM). In poche parole, la convenienza.
Una volta deciso, partirà tutto l'iter per il progetto preliminare, poi il definitivo, la gare e la realizzazione, per la quale i tempi massimi sono stati calcolati in 9 anni. E prenderà anche il via la Conferenza dei Servizi.
Oggi, a Cuneo, l'assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi è venuto a chiedere al territorio la condivisione di un protocollo di intenti. Imbarazzo al momento della firma, in quanto nessuno si aspettava di dover siglare un accordo. Che, ha ribadito comunque Icardi, non è in alcun caso vincolante né ha valore legale: "Una conferenza di intenti è una presa d’atto, un atto politico che serve a condividere percorsi e obiettivi. Poi inizieranno gli atti delle conferenze di servizio".
Presenti la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, come rappresentante del territorio, la dottoressa Elide Azzan, direttore generale dell'Aso Santa Croce e Carle. In collegamento da Bruxelles il presidente Alberto Cirio. In platea anche Silvia Merlo, presidente della Fondazione Ospedale di Cuneo.
I presenti sono stati chiamati a prendere atto, con firma, che il nuovo ospedale ospiterà 850 posti letto con una superficie complessiva di 112.500 metri quadri. Sarà realizzato sul sito dell'attuale Carle che verrà, per la parte vincolata, recuperato e connesso al nuovo impianto. 310 milioni di euro stimati più maggiorazioni dovute all'incremento dei costi. Processo realizzativo stimato di durata massima di 9 anni.
Icardi ha riepilogato tutto il percorso fin qui fatto ai presenti, sindaci e rappresentanti di associazioni del territorio. Inoltre ha ribadito che resterà l'ospedale più importante, l'hub della provincia. Poi, sulla possibilità di affidamento ad un privato, ha chiarito che "l'ospedale di Cuneo è e resterà pubblico. Su questo ho sentito tante sciocchezze".
Al tavolo anche l'architetto Giovanna Perino di Ires Piemonte, Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, e l'avvocato Roberta Zanaboni, titolare dello studio legale in subappalto da Paragon Advisory Srl, Roberta Zanaboni, che ha spiegato in modo dettagliato quali saranno le analisi che porteranno al documento PSC, cioè alla scelta di chi realizzerà il nuovo ospedale e quindi tutto il percorso. Costi e tempi saranno fondamentali per la scelta.
Oggi la firma, dunque, di questi comuni intenti. Non senza, lo ribadiamo, qualche perplessità. Hanno sottoscritto il protocollo i rappresentanti istituzionali, degli Ordini professionali, degli Enti di assistenza dei pazienti, delle Fondazioni, delle Associazioni datoriali e degli Enti locali. Il primo passo è decidere chi lo realizzerà, visto che sul dove non ci sono più dubbi. E nemmeno sulle risorse, che ci sono.
Nell'iter restano alcuni punti fermi: necessario mantenere l'attività durante la demolizione e il rifacimento del Carle (213 posti letti, ambulatori, radiologia, dialisi, oncologia, farmacia...). Realizzare gli spazi per l'area direzionale e tecnico amministrativa, così da lasciare il palazzo di corso Brunet che costa all'ASO più di 200 mila euro l'anno. Infine, è necessario definire la futura destinazione dell'attuale Santa Croce.
Nessuna novità sostanziale, che ci sarà solo tra un paio di mesi, se non l'immagine a corredo del pezzo. Che al momento dà solo l'idea di come potrà essere il nuovo ospedale. Dando una forma a quei 310 milioni di spesa stimati. Anche se c'è chi ipotizza che si supereranno i 400.