La sfida alla natura e a se stessi, il rischio, i grandi silenzi, la fatica e la gratificazione: tutto questo è la montagna, come dimostra il libro “Dal Monviso al Changabang. Scalate e personaggi in sei decenni di Alpinismo” che farà assaggiare l’emozione (e la tensione) della salita anche a chi sta seduto comodamente in poltrona.
Parola di Silvia Gullino del Caffè Letterario di Bra, che invita alla presentazione di questa novità fresca di stampa da Fusta editore, in programma martedì 6 dicembre, alle ore 18.30, presso la Libreria della Montagna, a Torino, in compagnia dell’autore Ugo Manera.
Una gigantesca carriera, come la definisce Alessandro Gogna nell’introduzione del volume, quella di Manera, protagonista per oltre 60 anni della storia alpinistica. Dopo il primo grande successo “Pan e Pera” (collana dei Licheni), l’autore si rimette in gioco, penna alla mano, raccontando i vari personaggi che ha incontrato nella sua lunga vita alpinistica tuttora in corso.
Una raccolta di racconti organizzati in sette capitoli tematici in cui riappaiono, dalle profondità del passato, avventure e atmosfere narrate in alcune riviste specializzate di montagna, dove sono annoverate le infinite ascese compiute in tutto il mondo.
La scelta però è stata quella di rinnovare e riscrivere quelle pubblicazioni alla luce dell’esperienza maturata in oltre 60 anni di scalate. Ne emerge uno spaccato di verità totale, non solo di come fosse Ugo Manera, ma anche di come fosse l’alpinismo a quei tempi.
Brani interi di storia riportati in vita, caratteri e forti volontà non mediati dal tempo: Ugo non dimentica i suoi compagni, almeno quelli con cui più si è legato e ha più fraternizzato. I ricordi di Gian Carlo Grassi, Gian Piero Motti, Isidoro Meneghin, Mariangelo Cappellozza, Paolo Armando, Adriano Trombetta sono veri e propri affreschi, sinceri e graffianti nel modo giusto. C’è posto anche per Mike Kosterlitz, il premio Nobel per la fisica, dandone un’immagine del tutto non convenzionale.
Gli ultimi due capitoli sono dedicati ai saggi di Ugo Manera sulle questioni più varie, in genere di etica. Si va dallo storico “Settimogradisti parassiti sociali?” (articolo pubblicato da Manera in Scandere del 1980) alle più recenti disquisizioni sui travagliati presente e futuro del Club Alpino Accademico Italiano.
“Dal Monviso al Changabang” è il libro perfetto per chi ama la montagna. Ha una sola controindicazione: vi verrà una voglia incontenibile di una camminata in alta quota!
Curiosità sull’autore
Ugo Manera nasce nel 1939 da famiglia operaia e con tradizioni progressiste: il nonno fu tra i tre fondatori del Partito Socialista ad Alba. Le ristrettezze economiche lo costringono ad una carriera lavorativa precoce, tuttavia nulla gli impedisce di conseguire il tanto agognato diploma: a 22 anni diventa caporeparto, a 24 vice capo officina alle Officine Savigliano, a 29 capo officina in un importante gruppo internazionale produttore di componenti auto-mobilistici, a 44 direttore di Stabilimento alla Ferodo di Mondovì.
Nel frattempo Ugo si dedica anche all’alpinismo. In questo campo la sua attività è intensa: nel 1965 entra come istruttore nella scuola di alpinismo Giusto Gervasutti di Torino, attività che svolge tuttora. Quindi, viene accolto nel Club Alpino Accademico Italiano e, successivamente, nel Group Haute Montagne francese. Il “suo” alpinismo è rivolto in primo luogo alla scoperta: traccia innumerevoli prime ascensioni, prime invernali, prime italiane. Partecipa a quattro spedizioni himalayane e una nelle Ande, conseguendo importanti successi quali l’apertura di una nuova via sul Changabang, splendida e difficilissima cima dell’Himalaya Indiano che sfiora i 7mila metri.
Nel 2003 pubblica il libro autobiografico “Pan e Pera” (Vivalda Editori), ove racconta le sue avventure di montagna. Nel 2019 con la Fusta Editore cura il volume dedicato alla figlia Claudia, “Una vita di corsa”.
In Breve
lunedì 21 aprile
domenica 20 aprile
sabato 19 aprile
Accadeva un anno fa
Solidarietà
Cronaca