Nello stimare il patrimonio miliardario dell’industriale della Nutella Giovanni Ferrero i vari Bloomberg e Forbes non sono poi andati troppo lontani dal segno. Semplicemente, nel farlo, le testate finanziarie Usa sembrano non aver tenuto in debito conto un fatto non secondario. Ovvero che, a dividersi l’impero industriale rappresentato dalla multinazionale dolciaria con radici nella capitale delle Langhe e testa in Lussemburgo, sono i due rami familiari facenti capo agli altrettanti figli del suo fondatore, il cavaliere Michele.
Riportata al centesimo, ammonterebbe infatti a 32.549.095.806,65 euro (grosso modo sui valori riportati annualmente dai due giornali, ma intestati al solo Giovanni) la stima del valore che ormai due anni addietro, nell’estate 2020, i consigli di amministrazione delle holding lussemburghesi Schenkenberg e Holding-Back offrivano della multinazionale albese.
Le due società, che allora stavano procedendo a una fusione per incorporazione (della seconda nella prima) sono quelle che al tempo, per quote, detenevano il controllo di Ferrero International Sa, la holding, pure lei di diritto lussemburghese, cui si rifanno tutte le 107 controllate (per 32 stabilimenti) attive nei 55 Paesi (107 quelli nei quali Ferrero distribuisce i propri prodotti) in cui Ferrero è presente coi suoi 34mila dipendenti.
A riportarlo è "Il Sole-24Ore", che, con un articolo a firma di Angelo Mincuzzi, dà conto degli aggiustamenti attualmente in corso nella catena societaria in forza della quale la famiglia industriale albese – col ceo Giovanni, la madre Maria Franca e gli eredi del compianto Pietro, scomparso prematuramente in Sudafrica nell’aprile 2011: la vedova Luisa Strumia e i tre figli, Micheal, Marie Eder e John – tiene le redini di una delle più grandi società non quotate al mondo.
Tale controllo – spiega il quotidiano di Confindustria – farà ora capo a tre holding: Bermic, Gmbf Investments e M2J Holding. Le prime due, si spiega, sono possedute da Giovanni Ferrero, mentre la terza farebbe capo agli eredi di Pietro, che la controllano attraverso la Blue-Lory Ltd, società con sede nelle Isole Vergini Britanniche. Questi tre veicoli resteranno soci di maggioranza della Schenkenberg, holding che ha in mano il 100% della capogruppo Ferrero International Sa.
Sulla base del progetto di fusione per incorporazione presentato il 23 novembre scorso nel Granducato, da questo novero verrà presto meno la Hamilton Management Co, realtà che oggi ha in mano il 20,8% di Schenkenberg. Una partecipazione che nel bilancio 2021 veniva valorizzata in 4,39 miliardi. Hamilton Management Co verrà inglobata nella Gmbf Investments, che di Schenkenberg ha il 5,9%, con una quota valorizzata a bilancio per 1,79 miliardi.
Al termine dell’operazione – si spiega – Gmbf avrà in portafoglio il 26,7% di Schenkenberg, mentre un altro pacchetto del 49,01% (con attivi per 16 miliardi) sarebbe in mano alla Bermic, altra holding del Lussemburgo le cui azioni sono al 100% di Giovanni Ferrero. Il secondogenito di Michele Ferrero controllerà quindi il 75,8% di Schenkenberg.
Secondo il report, oltre a quella in Schenkenberg, Gmbf vanta una partecipazione nella belga Cth Invest, veicolo costituito nel 2016 e utilizzato per alcune delle recenti acquisizioni del gruppo, come nei casi di Delacre, Fox’s, Ferrara Candy e delle attività Usa di Nestlè.
Forte di "asset per 1,94 miliardi – scrive ancora Il Sole –, Gmbf ha chiuso il 2021 con utili per 52,1 milioni, che hanno fatto salire a 94,7 milioni i profitti portati a nuovo".
Alla lussemburghese M2J Holding, costituita nel 2019, farebbe invece capo "almeno il 17% della Schenkenberg". La prima – scrive ancora il quotidiano – "è posseduta dalla Blue-Lory Ldt, società delle Isole Vergini Britanniche che fa capo probabilmente gli eredi di Pietro Ferrero" (nel suo consiglio di amministrazione siede infatti Luisa Strumia Ferrero, vedova di Pietro).
"M2J Holding – annota ancora il quotidiano – registrava nel 2021 attivi per 5,46 miliardi di euro, proventi da partecipazioni per 228,7 milioni e un utile di 133,6 milioni. Blue-Lory, socio unico di M2J Holding, possedeva una partecipazione nella Holding-Back, società che controllava il 17,2% della Schenkenberg e che è stata assorbita da quest’ultima nell'estate 2020".
Proprio dal prospetto di fusione tra Schenkenberg e Holding-Back la stima sul valore dell’intero gruppo: "Il valore di mercato della società acquirente (Schenkenberg SA, ndr) è stato stimato dai consigli di amministrazione in 32.549.095.806,65 euro".