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Attualità | 07 dicembre 2022, 14:30

Vennero assunti presso gli sportelli unici per l'Immigrazione, il loro contratto scade a fine anno e si rischia il caos

In provincia di Cuneo sono 10, in servizio presso la Prefettura e la Questura. Vennero assunti nella primavera del '21 per dare supporto agli uffici sotto organico

Vennero assunti presso gli sportelli unici per l'Immigrazione, il loro contratto scade a fine anno e si rischia il caos

Gli oltre 1.150 lavoratori in somministrazione in missione presso le Strutture periferiche del Ministero dell’Interno, esprimono preoccupazione sul loro futuro occupazionale.

Si tratta di lavoratori impiegati presso gli Sportelli Unici per l’Immigrazione delle Prefetture (una decina a Cuneo), le Questure e i Commissariati, la Commissione Nazionale e le Commissioni e Sezioni territoriali per il diritto all’asilo che hanno prestato, a partire dalla primavera del 2021, un servizio pubblico essenziale la cui imprescindibile utilità è stata ammessa più volte dai dirigenti periferici e centrali del Ministero, garantendo inoltre l’espletamento dei diritti essenziali agli immigrati.

Con l’entrata in vigore dell’art 103 del 19/05/2020 art. 34 volto a favorire l'emersione di rapporti di lavoro irregolari (e di garantire livelli adeguati di tutela della salute individuale e collettiva in conseguenza della contingente ed eccezionale emergenza sanitaria, leggasi Covid 19), si è reso necessario un rafforzamento immediato dell’organico all’interno degli uffici sopracitati.

Alla luce di quanto sopra esposto, è stata indetta una gara d’appalto che ha visto l’assegnazione a Manpower Srl per le Prefetture e GIGroup spa per le Questure e le Commissioni territoriali comportando l’assunzione di circa 1200 unità.

Il loro apporto professionale, ritenuto fondamentale dai dirigenti stessi, è stato propedeutico alla corretta gestione del servizio, anche per il fatto non trascurabile del personale sotto organico per questo settore” e in ragione dell’entrata in vigore del DL 73 del 21/06/2022 decreto flussi, che ha comportato un notevole aggravio di impiego di risorse; a breve, inoltre, verranno assegnate le nuove quote del decreto flussi e si prevede un aumento considerevole delle stesse, con il rischio di andare incontro al collasso del sistema: senza forza lavoro, gli sportelli Unici sarebbero fortemente penalizzati, si causerebbe un disservizio per tutti i datori di lavoro e le associazioni datoriali (Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Confcooperative per citarne alcune) con tempi biblici per un primo ingresso.

I lavoratori hanno affrontato più volte nel corso della loro missione momenti di profonda incertezza della continuità occupazionale, e questa volta, la scadenza dei contratti al 31.12 pare definitiva.

Pertanto, lo stato di agitazione è partito a livello nazionale già il 18 novembre. Cgil, Cisl e Uil con le categorie di riferimento, Nidil, Felsa e Uiltemp, hanno avuto diversi incontri sia a livello territoriale che nazionale ma dal Ministero dell’Interno non è arrivata nessuna rassicurazione in merito.   

È stato indetto lo sciopero a livello nazionale per il 21 dicembre 2022 se non vi saranno sviluppi positivi per la vertenza.

 

comunicato stampa

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