Schegge di Luce - 18 dicembre 2022, 09:27

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Cosimo Monopoli

Commento del Vangelo della Messa di domenica 18 dicembre, IV di Avvento

Don Cosimo Monopoli celebra la Messa nella chiesa “B.V. Maria Immacolata e San Gabriele, arcangelo”, caserma “Berardi”, 232° Reggimento Trasmissioni, in Avellino

Don Cosimo Monopoli celebra la Messa nella chiesa “B.V. Maria Immacolata e San Gabriele, arcangelo”, caserma “Berardi”, 232° Reggimento Trasmissioni, in Avellino

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. (Mt 1,18-24)

Oggi, 18 dicembre la Chiesa giunge alla IV Domenica di Avvento (anno A, colore liturgico viola).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Cosimo Monopoli, Cappellano militare per l’Esercito Italiano in Avellino.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che sono come scintille per accendere le ragioni della speranza. Eccolo, il commento.

Oggi, ultima domenica del tempo di Avvento, ci collochiamo alle soglie del Natale e, in vista della nascita del Bambino Gesù, la liturgia ci prepara facendoci volgere lo sguardo sulla madre del nascituro con l’atteggiamento del giusto Giuseppe, il quale darà garanzia legale alla dinastia davidica per il Figlio di Dio.

Dio ci manifesta il segno supremo del suo amore. In nome della fedeltà al suo popolo, Egli sceglie di porre la sua dimora in mezzo a noi, ma ha bisogno del nostro consenso: ci chiede di accoglierlo. Come Giuseppe e Maria siamo invitati a spalancare le nostre braccia verso il Signore che viene ad illuminare tutta l’umanità.

Gesù Cristo nasce da Maria, ma viene anche generato dall’obbedienza della fede di Giuseppe, suo sposo. Se da un lato siamo accompagnati alla grotta del Bambino dall’austero Giovanni Battista, dall’altro c’è san Giuseppe, uomo vero, che soffre, s’interroga, si pone mille, umani perché. Ma egli è anche uomo di fede umile, biblica, illuminata e sostenuta dalla parola dei profeti, fede obbediente; il suo ruolo è reso essenziale nella realizzazione del piano di Dio. Per incontrare Gesù e donarlo al mondo è questo l’atteggiamento da assumere: fare quanto Dio chiede.

Attraverso il sogno di Giuseppe siamo illuminati su chi è Gesù Cristo ed è la condizione per comprendere il senso del Natale, anche se la nascita del Redentore resta un mistero. Per condividere la nostra condizione umana, il Figlio di Dio si è fatto uomo. È l’evento centrale della storia della salvezza, che riguarda l’intera umanità. È il mistero dell’amore di Dio per l’uomo, che in questi giorni ci induce alla contemplazione, al silenzio, allo stupore.

Il profeta Isaìa si rivolge ad Acaz, re di Giuda, per indurlo a fidarsi di Dio piuttosto che delle alleanze militari nella lotta contro i nemici. Come segno gli annuncia la nascita di un figlio che sarà la garanzia della salvezza dell’intera nazione, figura del vero Messia che nascerà dalla vergine Maria. In questa scia anche San Paolo scrive ai cristiani di Roma, annunciando la gratuità della salvezza operata da Gesù Cristo, Figlio di Dio per natura fin dall’eternità e diventato figlio di Davide nella storia, del dono della salvezza che Dio ci ha fatto.

La Vergine è colei che ci dona Gesù, pace senza fine e luce della terra. Il Germoglio di Davide trovi il nostro cuore disposto ad accoglierlo, come lo accolse il cuore purissimo di Maria; lei ci insegni ad apprezzare il dono della vita vera di Gesù, venuto per riscattare le nostre anime e ci aiuti a restare sempre aperti e docili all’azione dello Spirito per riconoscere la volontà di Dio.

Silvia Gullino

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