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Attualità | 20 dicembre 2022, 14:22

“Se ci mandano via, il Cunifer muore”: avviata una raccolta firme per salvare il plastico alla stazione di Borgo

Il modellino ferroviario dovrà lasciare spazio ai lavori di riqualificazione per fare posto all'ufficio turistico e ad una sala multimediale nell'ambito del bando “Vermenagna-Roya II”. “Mettete l'ufficio turistico nella sala reale ma lasciateci in queste sale. Abbiamo costruito tutto a mano sul posto, impossibile spostarlo”

Alcuni dei soci Cunifer davanti al plastico ferroviario di Borgo San Dalmazzo nei locali della stazione

Alcuni dei soci Cunifer davanti al plastico ferroviario di Borgo San Dalmazzo nei locali della stazione

“Se ci mandano via, il Cunifer muore”. Sono demoralizzati i soci del Circolo Cuneese Fermodellisti e Feramatori. Dal 2006 sono ospiti nei locali della stazione ferroviaria di Borgo San Dalmazzo. Qui, con un minuzioso lavoro durato anni, hanno dato vita ad un plastico di notevoli dimensioni che ricostruisce il percorso della tratta ferroviaria Cuneo-Nizza, con ponti, viadotti, stazioni e numerosi convogli che percorrono gli oltre 300 metri di binari.

Un'opera che sarà costretta a traslocare a causa dei lavori di riqualificazione per fare posto all'ufficio turistico e ad una sala multimediale. Un progetto nato con la Giunta Beretta nell’ambito del bando “Vermenagna-Roya II” per promuovere la fruizione turistica delle stazioni lungo la ferrovia Cuneo-Nizza con Borgo capofila.

I locali erano stati dati in comodato d'uso gratuito dal Comune, che a sua volta li aveva ricevuti in comodato gratuito dalle Ferrovie dello Stato. Il contratto è scaduto il 1° ottobre 2017 e, nonostante un'istanza di rinnovo avanzata dai soci Cunifer il 20 aprile 2017, sono rimasti senza risposta da parte dell'Amministrazione comunale.

Ad oggi siamo con un contratto di comodato d'uso gratuito scaduto, ma non abbiamo mai ricevuto lo sfratto – spiegano i soci Cunifer -. A voce l'ex sindaco Beretta ci aveva assicurato che non ci avrebbero mandati via. Tuttavia ci sembra che i fatti smentiscano le promesse. Non c'è la volontà di averci qui”.

La sindaca Robbione era già intervenuta sulla questione: L’Amministrazione ha sin da subito cercato di evitare lo spostamento del modellino, ma il progetto con fondi comunitari per circa 500mila euro richiede una riqualificazione di tutte le parti oggetto del comodato con la ferrovia.
E’ evidente che un investimento di risorse pubbliche sulla stazione con questa valenza strategica va condotto dando priorità alla comunità intera. Per valorizzare il bellissimo modellino e il grande lavoro che il Circolo Cunifer ha condotto negli anni, il comune si rende disponibile a valutare insieme una soluzione alternativa che si adatti alle esigenze di tutti e per il bene della intera comunità”.

La soluzione alternativa proposta è il capannone bianco a fianco della ex chiesa di Sant'Anna.“Ammettendo di volerlo e poterlo fare, sono locali troppo piccoli e troppo stretti dove non ci sta niente”, commenta Aurelio Zappia, uno dei soci Cunifer più battaglieri. Proprio lui ha attivato una raccolta firme nei giorni della Fiera Fredda: “In due settimane abbiamo già raccolto 160 firme. Tutte di visitatori. Ci sono anche firmatari di Savona e Genova. La gente viene dalla Liguria per vedere il plastico. È un'attrazione che dovrebbe essere valorizzata. Noi apriamo i locali un giorno alla settimana, il sabato pomeriggio, e ogni qual volta ci siano scolaresche o gruppi interessati. Questa mattina ad esempio (martedì 20 dicembre, ndr) accogliamo un gruppo di trenta ragazzi diversamente abili dei Centri diurni di Borgo Cuneo e Peveragno. Poi facciamo proiezioni ed eventi. È tutto attrezzato in favore di accogliere. Abbiamo anche modificato e ricostruito una parte del percorso per lasciare spazio alla gente e permettere alle famiglie di entrare con i passeggini. Nei giorni della Fiera Fredda abbiamo avuto tantissimi visitatori”.

Il problema più grande è che il plastico non si può trasportare ed il trasferimento vorrebbe dire la demolizione e la distruzione dell'opera. Lo spieg

a bene il socio Claudio Dutto, ex consigliere regionale: “È tutto costruito sul posto, praticamente incollato alle pareti e studiato per questi locali”. C'è una montagna che nasconde una galleria elicoidale: “Non è neanche immaginabile pensare di traslocare questa parte”.

I soci Cunifer ci hanno aperto le porte del plastico questa mattina, martedì 20 dicembre, e mostrano orgogliosi il lavoro di oltre 15 anni: “Abbiamo fatto un disegno in scala, poi stampato in cad e tutto costruito a mano con passione. Ci sono 300 scambi mossi dal tablet con il segnale digitale trasformato in meccanico. Un lavoro eccezionale di modellismo ferroviario, fatto con lavori di cesello artigianale e attrezzature elettroniche sofisticate”.

Il plastico è a più piani, con scenari alpini, dipianura, e scorci di mare. Lo possono attraversare contemporaneamente oltre trenta convogli manovrati attraverso una applicazione via wifi o con delle leve di comando collegate a filo. Ogni locomotiva ha un codice diverso. A gestire tutto il capostazione con una postazione nascosta che permette di ricoverare i trenini e di cambiarli. L'impianto elettrico è a bassa tensione e alta tecnologia, con solo una presa per i trasformatori.

Cosa chiedete all'Amministrazione comunale? “Mettete l'ufficio turistico nella sala reale ma lasciateci in queste sale. L'impianto elettrico e i serramenti possono essere riqualificati senza spostare il plastico, altrimenti noi moriamo" .

 

Cristina Mazzariello

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