Ha deciso di rimettere la querela e per questo, come previsto dalla nuova riforma della giustizia Cartabia, il giudice del tribunale di Cuneo ha pronunciato il non luogo a procedere. Questo, quanto avvenuto nei giorni scorsi nell’udienza di J.C., un ventiduenne residente in Lombardia, che nel 2021 tentò di truffare un pensionato di Chiusa Pesio spacciandosi per un addetto del gas senza però riuscirci. L’accusa era aggravata.
Il chiusano, infatti, era riuscito a sventare il raggiro chiamando i Carabinieri: “Mi aveva detto che il nuovo dispositivo da installare, obbligatorio per legge, costava 320 euro -aveva raccontato in aula- ma, che siccome sono pensionato, mi avrebbe fatto uno sconto di 30 euro. Poi ho scoperto che online costava 19 euro”.
Prima dell’entrata in vigore della nuova riforma della giustizia “Cartabia”, il reato di truffa aggravata era procedibile d’ufficio: pertanto, non era necessario presentare querela per avviare l’iter giudiziale.
Con l’introduzione delle modifiche apportante al codice di procedura penale, ad oggi il delitto di truffa, sia semplice che aggravata, è solo perseguibile a querela di parte, ragione per cui in assenza di questa il reato rimane impunito.
Il giudice ha infatti pronunciato il non luogo a procedere perché caduta l’aggravante della minorata difesa e rimasta in piedi l’accusa nei confronti di J.C. di ‘tentata truffa semplice’ la persona offesa ha deciso di rimettere la querela.