Al Consorzio Monviso Solidale servono 600 mila euro in più per poter mantenere gli stessi servizi socio assistenziali nel 2023. Un aumento dovuto a due fattori: il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici e l'adeguamento per l'inflazione dei contratti in appalto. I conti sono presto fatti: per un territorio di circa 167 mila residenti (i 56 Comuni di Fossanese, Saluzzese e Saviglianese, ndr) significa 3 euro in più per abitante. La quota capitaria era invariata dal 2019 e ammontava a circa 30 euro per abitante.
Di questi 3 euro, 1 verrà assorbito dal Consorzio tramite tagli, mentre i restanti 2 euro sono stati chiesti ai Comuni consorziati in assemblea. Parliamo di un aumento del 6,6%. Ne è nata una discussione, con un fronte del no capeggiato dal sindaco di Fossano Dario Tallone, che ha portato al compromesso di proporre l'aumento temporaneo di 1 euro, con l'intento di rivedere la quota procapite a metà anno o di chiedere il contributo alla Regione.
“Una proposta non ricevibile - commenta il presidente del Consorzio Gianpiero Piola -. La mia azione è limpida, per il bene del sociale del territorio. A marzo dobbiamo presentare il bilancio preventivo. Se i Comuni ci daranno 2 euro in più per abitante, manterremo inalterati i servizi, altrimenti verranno fatti tagli per 200 mila euro sui contributi economici alle famiglie meno abbienti e sull'integrazione delle rette per gli anziani autosufficienti nelle residenze assistenziali. Insomma, i Comuni avranno meno servizi”.
Un appello che è stato recepito da molti dei 56 Comuni. Ci sono infatti aree del territorio già intenzionate a dare i 2 euro in più.
“I contrari non si rendono conto dell'effetto che avrebbe questa loro presa di posizione - continua Piola che non ci sta neanche a parlare di rincari per i Comuni -: stiamo parlando della contribuzione che i Comuni mettono per svolgere la loro funzione sociale svolta in forma associata tramite i Consorzi. Per ogni euro investito, ogni Comune ne riceve 2,5. Parliamo di un patto sociale che va avanti da 20 anni. Non è un rincaro, ma un investimento sul sociale. Si può tagliare su chi ha più bisogno? Se hanno piacere di avere le persone meno abbienti in fila davanti al Comune, si accomodino”.
Il Consorzio è un ente terzo rispetto al Comune. Per spiegarlo Piola fa un esempio concreto: “Pensiamo a un Comune piccolo di 300 anime dove si palesa improvvisamente il problema di una famiglia con un bisogno di assistenza o di presa in carico dei figli minori. Un intervento che potrebbe costare 80/100 mila euro all'anno. Quel Comune dovrebbe chiudere perchè la spesa non è sostenibile. Il Consorzio assolve a questo ruolo di mutuo soccorso, che tra l'altro è obbligo di legge”.
E chiude: “Le scelte hanno conseguenze, io devo rendere sostenibile il Consorzio”.