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Attualità | 31 gennaio 2023, 15:38

“Servono 2 euro in più per abitante, altrimenti si taglieranno i servizi del Consorzio Monviso Solidale”

L'appello del presidente Piola ai 56 Comuni di Fossanese, Saluzzese e Saviglianese per mantenere inalterati i servizi socio assistenziali nel 2023: “Non è un rincaro, ma un investimento sul sociale. Si può tagliare su chi ha più bisogno?”

 

Al Consorzio Monviso Solidale servono 600 mila euro in più per poter mantenere gli stessi servizi socio assistenziali nel 2023. Un aumento dovuto a due fattori: il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici e l'adeguamento per l'inflazione dei contratti in appalto. I conti sono presto fatti: per un territorio di circa 167 mila residenti (i 56 Comuni di Fossanese, Saluzzese e Saviglianese, ndr) significa 3 euro in più per abitante. La quota capitaria era invariata dal 2019 e ammontava a circa 30 euro per abitante.

Di questi 3 euro, 1 verrà assorbito dal Consorzio tramite tagli, mentre i restanti 2 euro sono stati chiesti ai Comuni consorziati in assemblea. Parliamo di un aumento del 6,6%. Ne è nata una discussione, con un fronte del no capeggiato dal sindaco di Fossano Dario Tallone, che ha portato al compromesso di proporre l'aumento temporaneo di 1 euro, con l'intento di rivedere la quota procapite a metà anno o di chiedere il contributo alla Regione.

Una proposta non ricevibile - commenta il presidente del Consorzio Gianpiero Piola -. La mia azione è limpida, per il bene del sociale del territorio. A marzo dobbiamo presentare il bilancio preventivo. Se i Comuni ci daranno 2 euro in più per abitante, manterremo inalterati i servizi, altrimenti verranno fatti tagli per 200 mila euro sui contributi economici alle famiglie meno abbienti e sull'integrazione delle rette per gli anziani autosufficienti nelle residenze assistenziali. Insomma, i Comuni avranno meno servizi”.

Un appello che è stato recepito da molti dei 56 Comuni. Ci sono infatti aree del territorio già intenzionate a dare i 2 euro in più.

I contrari non si rendono conto dell'effetto che avrebbe questa loro presa di posizione - continua Piola che non ci sta neanche a parlare di rincari per i Comuni -: stiamo parlando della contribuzione che i Comuni mettono per svolgere la loro funzione sociale svolta in forma associata tramite i Consorzi. Per ogni euro investito, ogni Comune ne riceve 2,5. Parliamo di un patto sociale che va avanti da 20 anni. Non è un rincaro, ma un investimento sul sociale. Si può tagliare su chi ha più bisogno? Se hanno piacere di avere le persone meno abbienti in fila davanti al Comune, si accomodino”.

Il Consorzio è un ente terzo rispetto al Comune. Per spiegarlo Piola fa un esempio concreto: “Pensiamo a un Comune piccolo di 300 anime dove si palesa improvvisamente il problema di una famiglia con un bisogno di assistenza o di presa in carico dei figli minori. Un intervento che potrebbe costare 80/100 mila euro all'anno. Quel Comune dovrebbe chiudere perchè la spesa non è sostenibile. Il Consorzio assolve a questo ruolo di mutuo soccorso, che tra l'altro è obbligo di legge”.

E chiude: “Le scelte hanno conseguenze, io devo rendere sostenibile il Consorzio”.

Cristina Mazzariello

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