L’articolo 39 del regolamento del Consiglio comunale di Cuneo – che permette, durante la discussione di un ordine del giorno, di evitarne la votazione e rimandare l’argomento a una specifica commissione – è spesso oggetto di accese discussioni da parte dell’assemblea. Così nella nella serata di ieri (martedì 31 gennaio), quando quella opzione è stata ‘evocata’ dai consiglieri Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) e Luciana Toselli (Cuneo per i Beni Comuni) per concludere la lunga trattazione del testo riguardante la proposta di introduzione dell’obbligo di identificazione genetica dei cani tramite banca dati, presentato dal gruppo Centro per Cuneo.
L'odg. Enrici: “Cuneo non è sporca, ma si può migliorare”
Ma facciamo un po' di chiarezza. I consiglieri Silvano Enrici, Flavia Barbano, Serena Garelli, Ettore Grosso, Vincenzo Pellegrino, Monica Pellegrino e Maria Laura Risso hanno presentato l’ordine del giorno con l’intenzione di risolvere una situazione – quella della mancata raccolta delle deiezioni canine – che, stante alle informazioni in loro possesso, in alcune aree della città si sta rivelando odiosa: “Le segnalazioni sull’imbrattamento di altopiano e frazioni arrivano in numero elevato con conseguenti problemi non solo di decoro, ma anche di salute pubblica – ha detto Barbano -: se ci fosse una banca dati genetica dei cani sul territorio comunale e un registro utile all’Amministrazione per individuare e sanzionare i proprietari maleducati, come già succede in altre città d’Italia, ci sarebbero sicuramente miglioramenti”.
“Nell’ultimo decennio, a Cuneo, i possessori di cani si sono triplicati nel numero ed è indubbio che alcune zone come il lungogesso Giovanni XXIII, ‘pisciatoio’ di tutti i cani della zona del centro storico, così come il viale, siano compromesse dalle deiezioni abbandonate – ha aggiunto Risso - . Ma la colpa, ovviamente, non può ricadere sugli animali quanto sui padroni, che non rispettano le più elementari regole del vivere civile”.
“Il controllo sui proprietari di cani non è possibile realizzarlo tramite vigile urbano specifico, ed è facile capire perché – ha aggiunto Enrici - . Alcuni Comuni, poi, hanno imbastito convenzioni di diverso tipo per addivenire in maniera quasi o del tutto gratuita alla realizzazione della banca dati: che sia questa la strada o meno noi non lo sappiamo, ma crediamo sia necessario individuare possibili soluzioni. Cuneo non è sporca, ma si può sempre migliorare”.
“Un tema importante, che si collega al decoro e alla pulizia di una Cuneo che, dopo essersi fatta ‘bella’, rischia di perdere questo vanto”, ha aggiunto Garelli, sottolineando come la trattazione della tematica e delle sue possibili soluzioni possano giustificatamente diventare oggetto di una specifica commissione consiliare. Ed è qui che le cose si sono complicate.
Si va in commissione. Tutti d’accordo tranne i sette firmatari
Il riferimento alla commissione, infatti, ha indispettito il consigliere Giancarlo Boselli (Indipendenti), che è intervenuto per sottolineare come l’ordine del giorno “se votato, darà mandato di realizzare l’iniziativa della banca dati, non di discuterne altrimenti. Mi pare una richiesta ben chiara e a cui siamo pronti a dare seguito con aggiornamenti continui”.
Non solo, però. Il consigliere ha esternato anche il sospetto che il documento di Centro per Cuneo non vedesse l’appoggio totale della maggioranza: “Una descrizione chiara, forte e impietosa come quella realizzata nella presentazione del documento, di norma, arriva dalla minoranza – ha aggiunto - , quindi mi chiedo cosa ne pensino le altre due forze di maggioranza. Se ci si crede procediamo in maniera decisa, ma attenzione: la politica non si fa e non si vede sempre e solo su questioni di grandissimo rilievo”.
A queste esternazioni non ha mancato di rispondere il capogruppo PD Carmelo Noto, che non si è risparmiato dal bacchettare il consigliere: “Capisco il tema vada a togliervi un pretesto, ma la pulizia della città ci interessa e per una volta siamo noi a stimolare un miglioramento giusto e necessario. Il tema deve essere affrontato ma evitiamo di richiedere l’intervento dei RIS di Parma: la questione e le sue possibili soluzioni è giusto trovino posto in commissione”, ha detto, sottolineando come lo stesso ordine del giorno valuti la possibilità di un incontro di approfondimento altro. Chiedendo ai consiglieri di Centro per Cuneo di modificare il testo del documento per fare chiarezza.
A questo punto, la richiesta di Bongiovanni di far saltare la discussione e andare in commissione. Appoggiata dall’intero consesso tranne che dai sette firmatari del documento (che, comunque, si sono ufficialmente rifiutati anche di modificarlo come da indicazione di Noto).
“Chiaro il tentativo di edulcorazione di una parte di maggioranza, rifiutato però da Centro per Cuneo – ha commentato ancora Boselli, post voto - . Non è una tragedia, ma prendiamo atto che per la prima volta, e su un argomento di questo tipo, la maggioranza si è davvero spaccata”.