“Nonostante me ne stia seduta sullo scoglio più alto a guardare gli altri che annaspano, mi manca l'amore. Anche solo per rivivere l'attimo, quel solo attimo, quando ti innamori, quello in cui capisci tutto, prima di non capire più nulla”.
A pronunciare queste parole è Viola, la protagonista del romanzo Che ci importa del mondo (Rizzoli, 2014), una donna che nasconde il suo sentimentalismo dietro la maschera di sicurezza che le impongono il lavoro, la società e la paura di essere di nuovo ferita da un uomo.
Viola è una donna destinata ad essere amata sicuramente dai lettori di Selvaggia Lucarelli, che dopo la televisione, la radio ed i social network ha invaso anche le librerie con una storia rosa del terzo millennio, un racconto che strizza l’occhio ad una società frenetica ed in continuo mutamento.
Nella copertina c’è la campagna che potrebbe sembrare quella delle Langhe in cui parte dell’opera è ambientata, c’è il cielo plumbeo che precede le tempeste, ma con uno sprazzo di cielo terso sullo sfondo. Ci sono vecchie tv abbandonate, perché Viola è un’opinionista televisiva di successo che si è ritagliata il ruolo di femminista rampante e severa fustigatrice di usi e costumi maschili.
Il pubblico femminile la ama, gli uomini la temono, ma in realtà Viola recita una parte che non le appartiene: la sua vita sentimentale è una disastrosa sequela di tentativi falliti per dimenticare l’ex, Giorgio, in corsa per la poltrona di sindaco, passando da quella di candidato.
Tra cene con uomini improbabili, chiacchiere disincantate con le amiche, telefonate rabbiose dell'ex marito e dialoghi con il figlio moralista Orlando di 8 anni, quasi 9, Viola cercherà la propria strada, provando a tenere insieme la sua vita da single, madre e celebrità televisiva. Ogni passaggio sembra reggere, finché sentimenti e politica non si intrecciano ed una scoperta traumatica non le fa commettere un errore imperdonabile.
Già dal prologo il libro è davvero illuminante: tutto descritto in modo semplice, efficace, mai banale. Si parla di sentimenti a 360 gradi, in cui ci sono molti personaggi maschili negativi come Giorgio, l’arido sentimentale che chiede alla protagonista di non apparire per non svantaggiarlo nella sua corsa a sindaco, per esempio, ma anche personaggi maschili positivi. Vasco è l’uomo che ogni donna sogna di incontrare e chissà che qualcuno del sesso forte, nel leggere le connotazioni, non capisca finalmente quello che vogliamo.