Un sogno che diventa realtà. Così a Ceva questa mattina, sabato 4 febbraio, è stato presentato il progetto che porterà alla nascita del Museo del Fungo, nell’ex Convento dei frati Cappuccini.
Un unicum nel panorama territoriale che proporrà un percorso museale scientifico ed interattivo, in modo da essere fruibile a tutti.
Il via al progetto è arrivato con l'affidamento dell'incarico professionale per la redazione del master plan e la prima porzione di progettazione esecutiva e direzione dei lavori per l'allestimento degli spazi e delle strutture espositive del Museo del Fungo.
L'incarico è stato affidato ai professionisti dell'Officina delle Idee di Torino.
Un ulteriore passo che arriva dopo che sono stati recuperati il Giardino Botanico (intitolato nel giugno 2021 a frate Francesco Maria Bono) e il chiostro delle erbe (inaugurato a settembre 2022, dedicato a Riccardo “Dado” Luciano), curati e gestiti dai soci del Gruppo Micologico Cebano "Rebaudengo-Peyronel".
“Un momento storico” - lo ha definito la giornalista Paola Scola che ha accolto i presenti- “per onorare il lavoro di tutti coloro che hanno lavorato per il Gruppo Micologico e per salvare il Convento dei Frati cappuccini come frate Francesco Maria Bono”.
[Il chiostro - Immagine di repertorio]
“Un’idea partita da lontano, desiderata e pensata dalle amministrazioni che si sono avvicendate” - ha spiegato il sindaco Vicenza Bezzone - “Il primo passo per concretizzarlo è stato individuare il sito più adatto, che è stato identificato con l’ex convento degli ex padri cappuccini, chiuso dal 2012. Ora si procederà con l’avvio dell'appalto per l'affidamento dei lavori strutturali di realizzazione del Museo del Fungo, ad opera della Centrale Unica di Committenza dell'Unione montana del Cebano.”
“Vorrei davvero ringraziare tutti quelli che a vario titolo hanno lavorato per questo progetto - ha proseguito Bezzone - padre Claudio, il Gruppo Micologico Cebano, i volontari, don Flavio, la dott.ssa Schellino, il vescovo, don Franco, il vice presidente del consiglio regionale Franco Graglia, il Gal Mongioie con Beppe Ballauri, Fondazione CRC oggi rappresentata da Massimo Gula e Daniela Bosia, la Fondazione CRT, il Banco Azzoaglio, i progettisti Diego Giachello e l’architetto Lorenzo Ferro Forte che hanno pensato un museo interattivo e tecnologico, tutte le associazioni che contribuiscono a curare il giardino botanico e a Paola Scola che ha lavorato manualmente al giardino.”
LE TEMPISTICHE
Il cronoprogramma prevede l'affidamento dei lavori nel mese di febbraio e l'inizio del cantiere. In primavera dovrebbero prendere avvio le opere di allestimento del primo lotto, inaugurando un'anteprima in occasione della Mostra del Fungo 2023.
Per agevolare gli interventi (burocratici, economici e tecnici), dopo un articolato percorso, la Provincia dei Frati Cappuccini del Piemonte ha ottenuto dalla Curia Generale dell'Ordine di Roma il nullaosta alla donazione dei beni architettonici al Comune di Ceva, con parere favorevole anche espresso dalla Diocesi di Mondovi.
Fra i beni che saranno donati rientra anche la chiesa, con l'impegno del Comune (che ne diverrà proprietario) a mantenerne la destinazione a edificio di culto cattolico con celebrazione delle funzioni religiose (ricordiamo che fino a oggi è sempre stata celebrata la messa domenicale, ndr).
Un apposito comodato d'uso tra Diocesi di Mondovì e Comune di Ceva fisserà per iscritto i termini con cui la chiesa stessa rimarrà officiata, secondo le modalità attuali. Tutto questo nell'accoglimento degli auspici e delle istanze rivolte al Comune dall'intera comunità, affinchè la chiesa - nel caso di futuro impedimento alle celebrazioni da parte della fraternità cappuccina - possa continuare a rimanere aperta, come desiderano i cebani e testimonia chi, anche dal territorio d'intorno, continua a partecipare in modo costante, assiduo e sentito alla messa domenicale. Un luogo del cuore e della fede - la chiesa dei Cappuccini - che appartiene a cinque secoli di storia locale.
“Oggi qui parliamo con il cuore” - ha dichiarato Franco Graglia, vice presidente dei consiglio regionale - “quando la Regione può essere vicina alle persone siamo felici di poter essere utili”.
“Quando c’è passione vengono realizzate le cose migliori”- gli ha fatto eco Massimo Gula, presente con Daniela Bosia, in rappresentanza di Fondazione CRC, - “volevamo dirvi come Fondazione che siamo al vostro fianco non solo per il museo ma anche per la Mostra del Fungo”.
“Sono passati circa 15 anni da quando la prima volta con Paola parlammo della possibile ubicazione del museo” - ha ricordato Beppe Ballauri del Gal Mongioie - “Una volta individuato il sito è stato destinato un contributo, che interessava il recupero architettonico. Come Gal la nostra responsabilità è aiutare il territorio e promuoverne e valorizzare la sua storia”.
“Ho sempre creduto in questo progetto - ha aggiunto il vice sindaco Lorenzo Alliani - “penso che Ernesto Rebaudengo e Giovanni Scola sarebbero orgogliosi di questo traguardo. Il Museo del Fungo sarà importantissimo anche per la valorizzazione del nostro territorio e far conoscere la nostra storia, la natura e le peculiarità di ciò che ci circonda, senza dimenticare le potenzialità ricettive”.
In collegamento telefonico è intervenuto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: “Oggi è una giornata importante, ringrazio perché ci sono persone a Ceva che hanno lavorato per arrivare a questo punto, ringrazio padre Claudio per tutta la disponibilità che ha dimostrato nel fare squadra per valorizzare l’ex convento. Noi vogliamo che Ceva diventi sempre di più capitale del Fungo per la promozione del Territorio, coniugando passione e scienza, mancava una casa fisica e ora finalmente ci sarà”.
[Il presidente Cirio in visita al giardino botanico - Immagine di repertorio]
“Dove incontro una città che è interessata al recupero di un bene, nato con lo sforzo dei frati - ha detto padre Claudio Passavanti in rappresentanza dell’ordine provinciale dei frati cappuccini- non si può con riconoscere passione. Quindi siamo stati contentissimo di questa sinergia”.
“Porto i saluti del vescovo e del vicario generale - ha detto don Franco Bernelli- “Crediamo in questo progetto e colgo l’occasione per ringraziare i padri Cappuccini per la presenza sul territorio cebano e per quanto hanno fatto sul territorio”.
“Sono molto emozionato - ha affermato il presidente del Gruppo Micologico Cebano Giorgio Raviolo - “Oggi finalmente il Museo non è un sogno ma un progetto. Negli anni come gruppo abbiamo sempre cercato di portare avanti le attività e il ricordo di chi ci ha preceduto con passione. Il nostro approccio nel corso degli anni è stato sempre accurato e così sarà per il museo, un luogo che non sarà banale o cristallizzato, ma vivo e interattivo. Ringrazio tutti i soci perché è anche merito loro se oggi siamo qui”.
IL MUSEO
Un percorso ad anello guiderà il visitatore nei due piani della strutturazione.
Al primo piano ci saranno reception e i servizi igienici che verranno resi adatti alle persone disabili che potranno accedere anche al secondo piano. Ogni ex celletta dei frati sarà una tappa alla scoperta del mondo del fungo.
Al termine bookshop e la possibilità di visitare chiostro e giardino botanico.
"L’impianto elettrico, così come la sostituzione degli infissi, e gli interventi all'impiando di riscaldamento - ha illustrato l'architetto Lorenzo Ferro Forte - verrano adattati per ospitare quello che sarà l’allestimento multimediale, senza essere invasivo, come indicato dalla Soprintendenza dei beni culturali."
“Siamo concreti” - ha spiegato Diego Giachello dell’Officina delle idee - “iniziando a investire le risorse che ci sono realizzando le prime sale dove raccontare la storia del territorio, poi segue il chiostro, cui non dobbiamo restituire il valore che aveva in passato. Poi passiamo a raccontare il museo. Cercheremo di consegnare per la Mostra del Fungo l’anteprima di ciò che sarà il museo. I più grandi musei del pianeta sono nati in piccole parti, non tutto insieme, e piano piano le persone se ne innamorano e sono sicuro che sarà così anche per voi”.