Schegge di Luce - 05 febbraio 2023, 07:53

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Cosimo Monopoli

Commento del Vangelo della Messa del 5 febbraio, V domenica del Tempo ordinario

“Gesù, luce del mondo, insegna ai discepoli”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». (Mt 5,13-16).

 

Oggi, 5 febbraio, la Chiesa giunge alla V domenica del Tempo ordinario (Anno A, colore liturgico verde). A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Cosimo Monopoli, Cappellano Militare per l’Esercito Italiano in Avellino.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole, uniti al bel disegno di Pinuccia Sardo, per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Nel discorso della montagna Gesù proclama le beatitudini, un insegnamento per coloro che vogliono essere suoi discepoli, aggiungendo (nel brano del vangelo odierno) che essi sono il sale della terra per dare senso alla vita e la luce del mondo per illuminare gli uomini smarriti; così il cristiano è chiamato a vivere la sua vocazione battesimale non per un proprio tornaconto, ma perché gli uomini «Vedano le opere buone e rendano gloria al Padre». Opera buona, ovvero opera bella, è tutto ciò che la carità, fuoco dello spirito, spinge a compiere, massimamente nell’annunciare a tutti, con la vita e la parola, la forza e l’amore di Cristo crocifisso e risorto.

Con la presenza di Dio, la comunità dei discepoli è resa luce del mondo, città posta sul monte, che non è solo punto ben visibile, ma anche un luogo sicuro, e sale della terra nella duplice accezione della sua efficacia, cioè capacità di dare sapore (dal latino sàpere e quindi avere sapienza) e capacità di conservare; il senso del dare sapore è molto chiaro, poiché lo sperimentiamo quotidianamente con il cibo, mentre l’efficacia della conservazione potrebbe essere meno chiara nella società attuale nella quale troviamo tutti i cibi in tutte le stagioni, rispetto a decenni fa quando i cibi di stagione venivano conservati “sotto sale” per approvvigionamento utile negli altri periodi dell’anno, per cui restare senza sale era come rimanere senza provviste e quindi senza speranza!

A tal proposito mi piace ricordare che nell’antico rito del sacramento del battesimo (abolito dal Concilio Vaticano II) veniva immesso un pizzico di sale nell’acqua utilizzata per l’infusione, a significare da una parte l’aver ricevuto la sapienza divina e quindi il nostro impegno ad essere sale della terra per rendere ragione della nostra fede e d’altra parte l’aver ricevuto la forza di conservare la figliolanza divina in tutta la nostra vita.

Dalla consapevolezza di chi si è, luce-sicurezza e sale-speranza, scaturisce il mandato missionario della Chiesa e del singolo battezzato che con il modo di vivere e di agire dovrà essere trasparenza della presenza di Dio nella comunità, con quelle opere belle attraverso cui le persone contemplano e scoprono non tanto la bravura dei suoi componenti, quanto la paternità di Dio da cui si sentiranno persone amate.

Quante occasioni di lode mettiamo sotto il moggio, come se fosse più elegante tenere per sé il buono che il Signore elargisce alle nostre esperienze! Siamo chiamati a imitare la Beata Vergine Maria che nel magnificat esplode nell’esultanza per le meraviglie che Dio ha compiuto in lei e, narrando l’opera di Dio, illumina tutte le generazioni che la dicono beata, ma attraverso la sua testimonianza, rendono gloria a Dio.

In questa prima domenica di febbraio la Chiesa Italiana celebra la giornata della vita dal tema: la morte non è mai una soluzione. “Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap 1,14). Proprio in queste fondamentali tematiche il cristiano con autenticità evangelica e responsabilità sociale esprime il suo essere sale e luce, avendo come fonte l’amore di Dio.

Nella celebrazione, riflettiamo su questa nostra dignità e preghiamo affinché il Signore possa far risplendere per noi la luce della sua Parola e sostenerci con la forza del suo Spirito. L’Eucaristia diventa così il segno che Cristo Gesù ci mantiene uniti al Padre affinché la nostra presenza nel mondo sia luce e sale per ogni uomo che cerca la salvezza ed Egli possa presentarsi agli uomini del nostro tempo attraverso la nostra persona.

 

Silvia Gullino