Anche i cani vanno in paradiso e insieme a Charlie (il protagonista dell’omonimo film del 1989) anche tanti altri amici a quattro zampe vegliano sui loro padroncini chissà da quale angolo di cielo.
È il caso di Golia, il bovaro del bernese che nel gennaio 2022 ci ha guidato per primo alla scoperta della street art, spuntata in strada Crosassa, a Bra. In slalom tra un pilone e l’altro della tangenziale, è stato lui ad inaugurare quello che nel tempo è diventato l’atelier en plein air di Giovanni Botta.
Ne abbiamo parlato qui https://www.targatocn.it/2022/01/04/leggi-notizia/argomenti/attualita/articolo/bra-in-strada-crosassa-sboccia-la-street-art-di-giovanni-botta.html
Ma Golia era molto più di questo. La sua è una favola d’altri tempi e parla dell’amore incondizionato di un cane verso i suoi migliori amici, gli uomini. Ma è anche la storia della famiglia braidese che lo ha accolto nella propria casa e nella propria vita, insieme a tutti quegli amici, piccoli e grandi, per i quali era diventato una mascotte.
Un famoso scrittore, alla domanda: “Ma secondo lei, i cani, ce l’hanno un’anima?”, usava rispondere: “Non hanno un’anima, ne hanno due!”. E così, tra coccole e lunghe passeggiate, Golia ha riempito il cuore di Armando e Viviano Verrua e quello di Marina Milano, condividendo con loro stanze, uffici e le stagioni, fino all’ultimo respiro di domenica 5 febbraio.
Canta infatti Omero: “Ed Argo, il fido can, poscia che visto ebbe dopo dieci e dieci anni Ulisse, gli occhi nel sonno della morte chiuse”.