Comparirà davanti al Tribunale di Asti nell’udienza fissata per il prossimo 23 marzo il 45enne albese che nei giorni scorsi è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Francesca Di Naro con le accuse di atti persecutori aggravati e lesioni volontarie nei confronti dell’ex moglie, ora costituita parte civile nel processo col patrocinio dell’avvocato albese Silvia Calzolaro, supportata anche dall'associazione Mai+Sole.
Il Gup ha così accolto l’istanza presentata dal difensore dell’uomo, l’avvocato albese Roberto Ponzio, che ha chiesto per il suo assistito la possibilità di accedere al giudizio abbreviato condizionato all’esame dell’imputato e all’escussione di un testimone, indicato nel figlio della coppia.
L’uomo è chiamato a rispondere di quanto previsto dal Codice Penale all’articolo 612 bis (atti persecutori, fattispecie che, salvo aggravanti, prevede una pena da un anno a sei anni e sei mesi) per gli atteggiamenti da lui tenuti dopo la separazione.
Una varietà di comportamenti, quelli che la donna aveva precedentemente denunciato alle riferendo dei reiterati insulti subiti, di continue e insistenti chiamate e messaggi, sino a vere e proprie aggressioni fisiche, con la vittima di simili comportamenti che in un’occasione veniva sbattuta violentemente a terra, oppure raggiunta sotto la casa dell’amica presso cui aveva trovato temporanea ospitalità.
Alle minacce si affiancavano i pedinamenti, come in un caso nel quale, sempre secondo le accuse, la malcapitata era stata seguita mentre andava a ballare con le amiche, anche in quel caso venendo affrontata con violenza.
Tra le accuse a suo carico risultano anche le lesioni volontarie perché, strattonando la sua vittima e facendola cadere a terra, le avrebbe procurato una contusione al braccio sinistro e cervicale.
Dallo scorso novembre l’uomo è detenuto presso la casa circondariale di Asti per aver violato il divieto di avvicinamento alla donna e ai luoghi da lei frequentati disposto dal giudice delle indagini preliminari Federico Belli.
Nel corso dell’udienza dello scorso 2 febbraio il difensore ha chiesto per lui l’attenuazione della misura cautelare e la possibilità per l’imputato di ottenere gli arresti domiciliari, documentando la sua regolare posizione lavorativa. L’istanza ha visto l’opposizione dell’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Davide Greco, e del legale della parte civile, che in proposito ha richiamato la condizione di paura tuttora vissuta dalla sua assistita per i comportamenti dell’uomo. Il giudice si è riservato di decidere.