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Attualità | 09 febbraio 2023, 15:11

Sarà una famiglia di ristoratori di Caraglio a gestire il bioparco nell'ex polveriera di Bottonasco

L'unica busta per l'affidamento è arrivata dalla famiglia Manzi. Il sindaco Paola Falco: "Soddisfatti. Persone affidabili, grandi lavoratori e disponibili alla collaborazione"

Sarà una famiglia di ristoratori di Caraglio a gestire il bioparco nell'ex polveriera di Bottonasco

Sarà la famiglia Manzi, già proprietaria del ristorante e pizzeria taverna Paradiso a Caraglio e del ristorante I due mondi a Busca, a gestire il bioparco presso la ex polveriera di Bottonasco. 

Si tratta dell’unica realtà ad aver presentato la documentazione necessaria alla procedura aperta dal comune di Caraglio per l’affidamento del parco inaugurato a giugno scorso. La scadenza per la presentazione delle domande è scoccata lunedì 6 febbraio. La base d’asta sul canone annuo era stata fissata a 24 mila euro, rialzata di 400 euro dalla famiglia che costituirà una nuova società. La comunicazione è arrivata nella serata di ieri, mercoledì 8 febbraio, durante il consiglio comunale di Caraglio che ha approvato l’assegnazione. 

Il comune ha infatti votato favorevolmente, oltre l’offerta economica, anche la proposta tecnica. La famiglia Manzi potrebbe partire nella gestione già dal mese di aprile. La stipulazione del contratto con il comune durerà 15 anni. L’area del bioparco, secondo quanto riferito nei mesi scorsi, ha un potenziale fatturato annuo che sfiora il milione: da considerare, inoltre, che qui sarà necessario impiegare diverse persone.

“Da parte nostra - commenta la notizia il sindaco di Caraglio Paola Falco - siamo soddisfatti che la proposta sia stata aggiudicata da una famiglia caragliese. Persone che conosciamo, affidabili e disponibili alla collaborazione. Sono competenti e con esperienza nel settore ricettivo e grandi lavoratori."

COS’E’ IL PROGETTO ‘ACQUAVIVA’?

Si tratta di un recupero durato anni, tra gli “interventi faro” individuati dalla Fondazione Crc che ha contribuito con un sostentamento di 2 milioni di euro. La fruibilità della struttura ha preso il via nel giugno scorso. L’area di Acqua Viva” è estesa su 15 ettari (42 giornate piemontesi) con un investimento finale di 2,6 milioni di euro (oltre ai fondi della fondazione Crc, quasi 400mila euro dal comune di Caraglio, 250mila dall’Unione Montana Valle Grana).  

Un vero e proprio polo naturalistico, su un terreno concesso dal demanio gratuitamente nel 2017 al comune della Valle Grana con il vincolo della riqualificazione. Riqualificazione che si basa nella valorizzazione dell’acqua. Con due laghi con scopi precisi. Il primo a uso irriguo con una vasca a forma pentagonale capace di stoccare fino a 50mila metri cubi di acqua e che garantisce un bacino di riserva indispensabile per le molte aziende agricole sul territorio. E a fianco un lago/piscina a finalità turistica. È il primo bio-lago natatorio del Piemonte con un innovativo sistema di auto depurazione tramite le fitopiante.

L’attrattività del lago si unisce ad altri servizi. Ad esempio l’ostello da 16 posti nella “palazzina del comando” dove si è cercato di mantenere la struttura per una valorizzazione storica. Un’area ricettiva con 45 posti a sedere e un’ampia area esterna per la somministrazione “vista lago”. Una tettoia per pic-nic o per attività con le scolaresche e un altro stabile riqualificato tramite bando del G.A.L. Presente inoltre un parco avventura con 30 imbragature.

Nei pressi del bioparco c’è un’area camper (dove possono sostare fino a 15 mezzi) e parcheggi con possibilità di sosta fino a 250 mezzi.

Nel progetto iniziale c’è anche il recupero e la messa a punto di di 670 metri di percorso che permetterebbe di collegare il parco AcquaViva con il Filatoio (il più antico setificio d’Europa), passando per la natura, unendo così attività “outdoor” e culturale.  Da qui si unisce con l’anello di Curnis Auta, strada che collega Valle Maira e la Valle Stura per un percorso turistico di ampio respiro.

Daniele Caponnetto

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