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Attualità | 09 febbraio 2023, 10:23

Il Parco Fluviale e il cambiamento climatico: "Adattarsi unica via. Serve sinergia di tutto il territorio"

Ieri sera (8 febbraio) in commissione consiliare la presentazione delle strategie individuate dal Parco per far fronte alla crisi climatica. Demichelis: "Conseguenze già gravissime, il tempo stringe"

Il Parco Fluviale e il cambiamento climatico: "Adattarsi unica via. Serve sinergia di tutto il territorio"

Se anche domani interrompessimo con le emissioni inquinanti non vedremo miglioramenti prima dei prossimi 500 anni. I nostri schemi vanno cambiati perché si basano su un contesto, quello climatico, che mutava con grande lentezza. E non è più così”. Parole dure – ma cristalline – quelle della dottoressa Marina Trentin di Ambiente Italia srl, presente ieri sera (mercoledì 8 febbraio) alla commissione consiliare incentrata sulla presentazione della strategia di adattamento del Parco Fluviale Gesso e Stura ai cambiamenti climatici.

Un incontro necessario, come ricordato dall’assessore Gianfranco Demichelis, perché “gli effetti dei cambiamenti climatici risultano sempre più quotidiani e sempre meno ignorabili: Cuneo ha alzato di due gradi centigradi la propria temperatura media, più del normale nel nord Italia”. “Le conseguenze sono gravi e le stiamo vedendo ormai da mesi – ha aggiunto ancora Demichelis - . Come amministrazione dobbiamo comprendere questi mutamenti e capire come adattarcisi. E il Parco, in questo senso, è il primo attore”.

Adattamento, resilienza e lavoro di squadra

La dottoressa Trentin ha illustrato quindi queste strategie d’adattamento frutto di un importante lavoro di collaborazione tra le realtà del territorio coinvolte (dagli agricoltori alle aziende agli enti locali). Un ampio percorso di discussione iniziato sin da prima dello scoppio della pandemia che prevede di affrontare il calo della produttività delle colture e della qualità dei prodotti coltivati, l’espansione di agenti patogeni e specie alloctone invasive, la perdita di habitat e biodiversità, la riduzione della fruizione turistico-sportiva, la diminuzione del livello idrico e il disseccamento delle zone umide, le erosioni spondali e le esondazioni e le modifiche dell’estensione e della localizzazione degli areali di presenza e della consistenza di specie floristiche e faunistiche.

Come? Approfondendo le analisi climatiche realizzate nel PAESC e continuando a realizzare un fitto processo partecipativo e di concertazione con gli attori del territorio, definendo azioni di mitigazione e adattamento concreto.

Non siamo alla fase del ‘abbiamo un problema’, ma in un periodo di profonda crisi – ha aggiunto Trentin - : esemplare il fatto che mettere in comunicazione i partecipanti al tavolo di discussione sia stato più facile del previsto, tanto le conseguenze dei cambiamenti climatici sono serie ed evidenti. La lotta al cambiamento climatico la stiamo perdendo, è indubbio; dobbiamo adattarci, smettere di perseverare e trovare i modi più efficaci per limitare i danni”.

Galli e Delfino: "Serve lavorare sulla comunicazione"

Il punto della questione secondo il direttore del Parco Massimiliano Galli e la responsabile Monica Delfino – presenti in commissione – è la comunicazione delle attività e delle iniziative del Parco in materia di cambiamenti climatici, lanciate nell’ormai lontano 2007.

Stasera abbiamo parlato di iniziative e politiche concrete, stringenti, e questo è quel che dobbiamo continuare a fare – ha detto Galli - . Allo stesso tempo, però, dobbiamo migliorare il contatto con la cittadinanza sui progetti legati a urbanistica e mobilità, coinvolgendo il maggior numero possibile di stakeholders”.

Tra le strategie presentate dalla dottoressa Trentin quella che più sta a cuore al Parco è la difesa della biodiversità – ha aggiunto Delfino - . Per portarla avanti, ma questo vale per tutti gli argomenti trattati, è fondamentale proseguire con il dialogo tra l’ente, gli agricoltori e le associazioni ambientaliste”.

Botta e risposta tra maggioranza e minoranza

I consiglieri di minoranza Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) e Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) – da sempre particolarmente attenti alla tematica – hanno colto la palla al balzo per punzecchiare la giunta (e quella precedente): “Al centro di tutto stanno certamente i temi del consumo di suolo e della mobilità, nel caso di Cuneo, quindi, di un piano regolatore pazzesco che necessita una modifica e del record di automobili per cento abitanti. Giustissime le strategie presentate, ma non si possono coniugare con alcune scelte concrete a livello di sviluppo urbanistico e mobilità cittadina”. Il riferimento al progetto di restyling di piazza Europa, tra gli altri, era ovvio.

Se siamo qui stasera è perché le ultime due amministrazioni hanno tenuto in considerazione il tema e l’importanza del Parco Fluviale, almeno questo ce lo dovete riconoscere” ha risposto la consigliera Claudia Carli (PD).

Simone Giraudi

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