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Alba e Langhe | 28 febbraio 2023, 08:00

TAGLIA 14-19: RACCONTI DALL’ETA’ DEI SOGNI/Marco

“Il mio banco non è poi così male. Incastrato tra la finestra, a pochi metri dal termosifone, ma soprattutto in penultima fila, lontano dalla cattedra, dallo sguardo fastidioso dei prof”.

TAGLIA 14-19: RACCONTI DALL’ETA’ DEI SOGNI/Marco

“Taglia 14-19” è una raccolta di storie vere, riproposte sotto pseudonimo. Un progetto che nasce dopo tre anni di ricerca, tra fonti orali e scritte, tra studenti e studentesse delle superiori in età compresa, appunto, tra i 14 e i 19 anni. Amarezza, gioia ed emozioni palpabili riproposti attraverso i loro occhi, i temi scritti, i “pizzini” lasciati nell’agenda dell’insegnante, i messaggi durante i periodi di vacanza e i dialoghi sospesi tra un intervallo e l’altro. Ragazzi e ragazze che hanno una loro visione del mondo e della vita, anche se coglierle non è sempre così immediato.

L’autrice. Francesca Gerbi è un’insegnante di lettere e sostegno nelle scuole superiori, giornalista e scrittrice. Con l'editrice "La collina dei libri" ha appena dato alle stampe "La memoria di Viola", romanzo col quale affronta con delicatezza lo spinoso tema dell’Alzheimer.***

“Il mio banco non è poi così male. Incastrato tra la finestra, a pochi metri dal termosifone, ma soprattutto in penultima fila, lontano dalla cattedra, dallo sguardo fastidioso dei prof”. Così pensava Marco, molto spesso, distraendosi dalle innumerevoli, interminabili, talvolta noiose e ripetitive parole che giungevano per ore ed ore, ogni giorno, dalla voce degli insegnanti.

Eppure, per lui essere a scuola era un momento insostituibile per riempire le sue giornate: il viaggio in pullman, occasione per dibattere di calcio o dell’ultima serata trascorsa con gli amici, l’attesa della campanella in cortile ad osservare i compagni di quinta, così “grandi e maturi” con le loro splendide automobili scassate, la fila al distributore automatico durante la quale origliare qualche discorso tra i professori, le rigeneranti passeggiate nei corridoi, tra l’aula e i servizi igienici nell’intermezzo che separa una lezione e l’altra.

Insomma, null’altro che la bellissima, spensieratissima e normalissima routine di un ragazzino qualsiasi, poco più che bambino, diviso tra la realtà virtuale dei video-games e una sempre più concreta ed assidua voglia di sognare il proprio futuro: giorno per giorno, settimana dopo settimana, un mese in meno alla maggiore età!

“Un nuovo lunedì, si ricomincia. Oggi verifica di storia: per fortuna un argomento che mi piace, ma è meglio ripassare ancora una volta, confondo le date degli eventi. Spero che gli altri non facciano troppo casino in pullman, così riuscirò a concentrarmi. Se il sedile a fianco a Sofia è ancora libero, rileggiamo tutto ancora una volta insieme”, pianifica la mente del ragazzo.  

Sofia, la compagna di scuola di Marco fin dalle elementari, sale sul mezzo pubblico qualche fermata prima. Ma il suo approccio con la vita all’alba pecca di entusiasmo e di energia: come ogni mattina, anche in questa occasione è appisolata da sola. Un ricciolo biondo spunta arruffato dal cappuccio di pile in cui è avvolta la ragazza, quasi a proteggersi in un guscio tiepido e insonorizzato. La sua giacca abbondante color crema ne nasconde i tratti fisici, caratteristici di un’adolescente nel pieno del suo fiorire, ma non limita la potenza di una donna che sta per affacciarsi al mondo.

Marco saluta l’autista, un volto amico che l’ha visto crescere. Si aggrappa alle maniglie dei sedili per inoltrarsi lungo lo strettissimo corridoio, inciampando tra gli zaini, fino alla seduta della compagna. Spintona qualcuno e le corde vocali accennano un timido saluto, ma poi il fiato viene meno, senza neppure permettere al ragazzo di pronunciare per intero un fievole “ciao”.

Lei continua a dormire tra lunghi respiri.

“Perché mi sento così strano? Perché mi sono bloccato di fronte a Sofia? Cos’ è questo timore che mi assale nel rivolgerle un saluto?”.

Marco passa oltre, raggiunge uno degli ultimi posti del pullman, tra i soliti volti indistinti che affollano la sua  quotidianità. Il viaggio alla scuola dura poche decine di minuti, poi rapidamente in aula, correndo tra una goccia e l’altra verso l’ingresso dell’enorme edificio per evitare di aprire l’ombrello.

Il banco pulitissimo, che profuma ancora di detergente, lo accoglie come ogni mattina. Marco, però, nel suo intimo prova una fortissima tensione emotiva: “ Mai avuto tanta ansia per una verifica di storia”, rimugina dentro si sé, temendo di non essere sufficientemente pronto per la prova.

Ma il suo sguardo viaggia incerto tra i compagni e continua a seguire in modo quasi ossessivo quella folta chioma dai ricci biondi che trova posto qualche banco più avanti.

Le prime ore di lezione passano per Marco in una profonda distrazione, osservando ogni gesto, ogni piccola variazione di seduta, ogni minimo dettaglio dei vestiti di Sofia. Il suo punto di osservazione cade e ricade involontariamente su quel sinuoso fianco femminile che resta scoperto tra lo schienale e la seduta della seggiola e che fino a ieri non destava in lui nessuna emozione.

Suona la campanella, la verifica è sul banco, ma lo sguardo di Marco continua a scivolare dal foglio zeppo di vero-falso e domande verso la cattedra: ora Sofia siede lì, nel posto più in vista dell’aula, spostata dall’insegnante in quella scomoda posizione per prevenire qualsiasi copiatura. Gli occhi della ragazza si muovono rapidamente tra le righe, la mano appone frettolosa crocette e poi inizia a scrivere di ferocia umana e di guerre, in un vortice di tensione per il trascorrere rapido del tempo a disposizione per completare la verifica. 

“E’ così incredibilmente bella. Vorrei baciarla”, pensa Marco. La sua mente cerca quel poco di concentrazione per iniziare a riempire il foglio bianco, ma è un black out. Diventa impossibile pure compilare le caselle V/F. Non resta che restituire alla docente il foglio ancora intonso.

Un turbine di sensi di colpa, di timori per aver rovinato la sudatissima media dei voti, uno sconcerto cosmico pervadono tutto il corpo e la mente di Marco; ma una nuova profonda, inspiegabile e sconosciuta emozione lo colma di una gioia infinita, una voglia di vivere per la quale non dormire la notte, grazie a cui godere appieno ogni millisecondo in questo stupendo universo.

Marco non è più un bambino. Marco ha acquisito la consapevolezza di uomo durante una verifica di storia. Marco si è innamorato: basta una scintilla per scatenare un fuoco, per accendere la vita.

Francesca Gerbi

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