“Su quante altre cose vogliamo ancora dormici sopra? Ogni tanto ci domandiamo se esiste ancora un’amministrazione a Sanfront oppure siamo stati commissariati, senza saperlo”.
La minoranza Sanfrontese presenta un interrogazione urgente alla Giunta Comunale di Sanfront, relativamente alla chiusura per sei mesi dell’edificio Postale.
Nella comunicazione del 28 febbraio diramata dal Comune di Sanfront, si informava la popolazione sanfrontese che da li a 4 giorni si sarebbero dovuti rivolgere per i successivi mesi, agli sportelli attivi nei comuni limitrofi.
“Tutto pare sia caduto dal cielo così, da un giorno all’altro, come se di punto in bianco Cairo vendesse il Toro. Ma mentre in questo esempio sarebbe esploso un putiferio, nel caso delle Poste tutto tace. O tutto, ancora una volta, va bene così, l’importante non scomodarsi troppo. Quante altre cose ancora vogliamo perdere prima che si provi a fare qualcosa? Stiamo perdendo il treno del PNRR, abbiamo perso forse un buon acquisto sull’area della cava ex-palli, sui locali che possono ospitare le giornate di donazione di sangue l’amministrazione è assente. I prossimi a patire per l’ozio saranno le Poste?”
I consiglieri Brondino, Allio e Dossetto, spigano che già a fine del 2022 vi era stato una richiesta di accesso agli atti da parte di Poste Italiane propedeutiche alla presentazione di una pratica per la ristrutturazione dell’edificio. Inoltre il progetto Polis, inaugurato nel 2022 con lo stanziamento di 125 milioni di euro per l’anno in questione, è stato presentato a Roma il 30 gennaio 2023.
“Tutti i comuni vicini hanno raccolto l’invito di partecipare alla presentazione. Come di consueto il Nostro Comune non era rappresentato. Sicuramente in quell’occasione non sarà stato spiegato pubblicamente l’intervento sullo sportello sanfrontese, ma partecipare a questo incontro significa rispettare l’istituzione ed i servizi che Poste Italiane rende sul territorio. Ed ancora una volta Sanfront NON PERVENUTO”.
I tre giovani consiglieri poi fanno il punto su cosa significhi perdere, seppur momentaneamente, il servizio di poste Italiane. “Poste eroga la maggior parte delle pensioni e sospendere tale servizio significa che molti anziani dovranno spostarsi o chiedere aiuto per il ritiro della pensione. Poste italiane inoltre è uno dei maggiori attivatori dello SPID, strumento che ormai è obbligatorio per fruire di qualunque servizio pubblico. Non possiamo permettere che vengano sospesi i servizi di Poste per sei mesi. L’utilizzatore che si sposta altrove anche per pochi mesi potrebbe non più tornare, con conseguenti ripercussioni future sui servizi presenti allo sportello Sanfrontese”.
L’interrogazione termina con un appello di impegno. I consiglieri sottolineano che vi sono molte alternative alla sospensione, si deve solo avere la volontà di richiederle o di attuarsi. “Pensiamo al piano terreno del palazzo delle Associazioni che potrebbe essere messo a disposizione di Poste, oppure richiedere un servizio sul posto alternativo, come il container di Poste che abbiamo visto per diverso tempo presente a Saluzzo, quando l’edificio comunale è stato oggetto di un intervento analogo”.
“Non possiamo far vedere segni di debolezza nei confronti di un colosso come Poste. Non reagire potrebbe essere l’inizio del taglio ai servizi. Ma quando sottolineiamo le criticità, purtroppo vi è la mala abitudine da parte della maggioranza, di fare un paragone coi paesi vicini, dopo 4 anni sappiamo già che i termini di paragone saranno quelli. Stavolta chiediamo nuovamente di vedere come gli altri comuni hanno risolto il problema riducendo magari gli spazi a disposizione e mantenendo ugualmente alcuni servizi oppure mettendo a disposizione locali o un container. Certo, dove c’è un’amministrazione attiva ed attenta questo capita. Qui invece…”
In Breve
mercoledì 15 gennaio