I Fratelli d’Italia si ascrivono il merito di aver portato in dote alla maggioranza di centrodestra la modifica dello Statuto, che dovrà tornare all’esame del Consiglio regionale, in seconda lettura, tra un paio di mesi.
Il Partito Democratico, dal canto suo, rivendica di aver costretto le forze di centrodestra, col suo ostruzionismo, a venire a più miti consigli riducendo il numero dei sottosegretari da quattro a due.
Sin qui l’eterno gioco di ruolo della politica politicante.
In attesa di capire quali saranno le possibili conseguenze sulla legge elettorale, a partire dalla soglia di sbarramento (oggi l’unica scelta condivisa pare essere l’introduzione della preferenza di genere), la politica regionale è in stallo.
Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia attendono di capire quali siano gli intendimenti del presidente uscente, Alberto Cirio.
A quanto risulta, per lo meno a livello di sogno, Cirio la sua scelta l’avrebbe già fatta. Se, infatti, si aprisse uno spiraglio per un posto da Commissario europeo non avrebbe dubbi: farebbe prontamente le valigie per Bruxelles e Strasburgo.
La partita, tuttavia, appare complicata per vari fattori.
Da un lato, le turbolenze che caratterizzano la vita di Forza Italia in questi giorni rendono incerto e accidentato il percorso. Dall’altro, manca il via libera, insieme a precise rassicurazioni da parte di Giorgia Meloni, per un ruolo che possa ancorarsi a qualche elemento di certezza.
I partiti di centrodestra restano in stand by scrutandosi a vicenda, mentre Pd e centrosinistra, aspettando di vedere le carte della maggioranza, sono alla ricerca di un leader che ancora non hanno trovato.
Il nome che continua a circolare è quello di Daniele Valle, classe 1983, attuale consigliere regionale, ma qualcuno vorrebbe un candidato di maggior visibilità, specie se in campo dovesse restare Cirio.
Appare invece poco verosimile l’ipotesi, adombrata nelle passate settimane, di una possibile candidatura di Chiara Gribaudo, dopo che la deputata cuneese, entrata nello staff di Elly Schlein, è stata nominata vicepresidente nazionale del Partito Democratico.
In questa fase ognuno aspetta le mosse dell’altro – questo vale sia per ciò che concerne i due schieramenti che all’interno delle rispettive coalizioni - in un clima che resta al momento di grande incertezza.
Un anno è lungo da passare e le variabili sono ancora tante, sia a destra che a manca.