Fausto Torchio, mentre parla dell’associazione Familupis, che ha fondato insieme ad alcuni amici a cavallo tra gli Anni 80 e 90, sembra un fiume in piena che scava tra i ricordi. “La nostra passione è scaturita nel 1989, dopo un corso di acrobatica sui trampoli. Era un altro mondo, venivamo dal quartiere di Santa Margherita, che era un centro aggregativo con l’oratorio e l’Estate Ragazzi. In pochi anni abbiamo deciso di creare un’associazione specializzata in spettacoli acrobatici e giocoleria. Avevamo voglia di darci da fare e potevamo contare su sei elementi: ci siamo trovati a fare spettacoli in tutta Italia, una quarantina all’anno. Siamo andati avanti per una ventina d’anni”.
La sensazione che traspare è però quella di aver vissuto una fase irripetibile. “In quegli anni eravamo pieni di energia e avevamo trovato un terreno fertile, col tempo non c’è stato un ricambio generazionale ed è diventato sempre più difficile organizzare eventi, anche per questioni burocratiche e di sicurezza. Attualmente siamo una ventina di soci fissi, ma i numeri aumentano con i corsi di giocoleria e teatro, che proponiamo durante l’anno. C’è anche molto scambio e condivisone con altre realtà del territorio, perché vogliamo continuare a essere un punto di riferimento per i ragazzi”, spiega Torchio.
Il momento clou per l’associazione è il mese di giugno quando organizza il Festival “Artisti al lavoro”, dedicato all’arte di strada. “Quest’anno è previsto per il 23 e 24 di giugno, si tratta di un insieme di spettacoli, eventi, emozioni, di movimenti e di suoni che invadono le piazze e le vie del centro storico di Alba, uno scenario magico e favoloso dove i trampolieri sono alcuni dei protagonisti”.
Una delle esperienze più importanti per Familupis è stata, però, l’incontro con il clown franco-algerino Miloud Oukili, che usa l’arte circense come strumento di reinserimento dei bambini abbandonati di Bucarest. Con la sua associazione Parada ne ha salvati moltissimi in vent’anni di attività. “Lo abbiamo ospitato alcuni anni fa per un paio di settimane e abbiamo organizzato diversi incontri nelle scuole perché raccontasse la sua incredibile storia e mostrasse la sua arte”, ci racconta ancora Torchio.