Urtija, il festival che riflette la – e sulla – provincia, torna a Magliano Alfieri nell’ultimo weekend di maggio con una domanda urticante: abitiamo la provincia per scelta o ci restiamo per abbandono? La provincia è ai margini del «centro» o è un «centro» capace di porsi margini di miglioramento? Proveranno a dare la loro risposta artisti, musicisti, registi, produttori vitivinicoli, camminatori, pensatori e semplici… «provinciali» in una due giorni mai così ricca di eventi.
ARTE E RIGENERAZIONE URBANA
Tra le novità dell’edizione 2023 (la seconda dopo quella dello scorso anno dedicata alla «spontaneità» e l’edizione “zero” del 2019 intitolata al Tanaro) spicca il progetto Urban Culture – Arte nello spazio pubblico. L’Associazione Ragazzi del Roero in collaborazione con lo street artist Pablo Pinxit e il curatore Christian Gancitano coinvolgeranno nella settimana precedente al festival i ragazzi delle scuole medie e superiori del Roero in una “sfida artistica” di Urban Regeneration, ovvero rigenerazione degli spazi comuni attraverso l’arte. Dal 24 al 26 maggio Pinxit, Gancitano e i Ragazzi del Roero collaboreranno attivamente alla trasformazione del perimetro del Centro Sportivo di Magliano Alfieri in un’opera d’arte murale collettiva, uno spazio «rigenerato» che resterà in dono alla collettività e che verrà inaugurato proprio durante la due giorni di Urtija, domenica 28 maggio alle ore 11.00.
I PROTAGONISTI
Urtija sarà soprattutto “abbandonarsi” al cinema, alla musica, all’enologia consapevole e alle arti che hanno scelto di raccontare la provincia. Sotto il segno dell’ortica si alterneranno gli artisti Martina Gagliardi e Giovanni Botta, il regista Remo Schellino, il cuoco camminatore Francesco Sabatini, la paesaggista Agnese Caprioli, gli enologi resistenti di CBD e Cascina Barbàn (progetto agricolo di Maurizio Carucci, Ex-Otago), i brewers de I Malpensanti e di Nuove Rotte.
Il tutto accompagnato da una “pungente” selezione musicale che sabato 24 maggio a partire dalle 21.00 porterà sul palco del belvedere di Magliano le intransigenti sonorità indie-soul di Sleap-e; i quattro quarti del padre nobile del rap italiano Bassi Maestro con il progetto North of Loreto; e, all’interno della Chiesa secentesca dei Battuti Rossi, la gioia sonora di El Maradona, il primo «Picó d’Europa», coloratissimo soundsystem artigianale ispirato agli omonimi Picó colombiani che da sempre animano le feste sudamericane.
La domenica, spazio al pranzo comunitario, alle passeggiate letterarie immersi nella natura, alle contaminazioni tra pittura e musica dei Sub_Aud e alla riscoperta di vini e birre resistenti all’oblio. In sottofondo, il dj set di Radio Fujot che fa subito estate ballerina.
Urtija è il festival “collettivo” in provincia e per la provincia organizzato dalle associazioni Amici Castello Alfieri, Tanaro Libera Tutti, Ragazzi del Roero e Chiamatemi Ismaele con il patrocinio del Comune di Magliano Alfieri.
IL PROGRAMMA
Sabato 27 maggio
L’ARTE CONTEMPORANEA
Il vasto programma di URTIJA – ABBANDONARSI IN PROVINCIA prenderà il via alle 17.00 di sabato 27 maggio con l’inaugurazione della mostra d’arte contemporanea allestita dalla galleria GART di Neive nelle sale del Castello di Magliano Alfieri. Grazie al progetto GARTOUR che porta l’arte contemporanea sul territorio, i visitatori potranno ammirare le opere site specific ideata dall’artista albese Martina Gagliardi e gli scatti di Adele Di Bilio che ritraggono la street art di Giovanni Botta, pittore braidese che ha reinterpretato l’arte dei piloni votivi sui piloni dell’autostrada.
IL CINEMA DOCUMENTARIO E IL DIBATTITO
La settima arte sarà invece protagonista alle 17.30 con la proiezione del film documentario Quando Bra era regina di cuoi, opera del regista Remo Schellino, la cui intera filmografia è un inno al territorio di Langhe e Roero riscoperto attraverso le storie della gente comune. Il documentario, dedicato all’antica (e ormai dimenticata) tradizione braidese per la concia delle pelli, sarà lo spunto perfetto per il dibattito di Urtija, il momento di riflessione collettiva in cui il festival ragiona sul tema proposto, ovvero l’abbandono della e alla provincia. Oltre a Schellino, interverranno Francesco Sabatini e Agnese Caprioli. Il primo è stato il cambusiere di Va’ sentiero, collettivo di giovani camminatori che ha deciso di attraversare l’Italia sui sentieri di montagna raccontando le comunità incontrate sul percorso. La seconda è invece una paesaggista di Torino che da anni si occupa di restauro di cascinali e ciabòt in Alta Langa per la valorizzazione delle architetture marginali.
IL CIBO E LA MUSICA
Dopo la cena a cura della Proloco di Magliano Alfieri, Urtija è pronta a farvi ballare. Dalle 21.00 a notte fonda, il belvedere di Magliano Alfieri diventerà il palco naturale di Sleap-e, aka Asia Martina Morabito, cantautrice bolognese che ha dato vita ad un sound caldo e profondo, fatto di richiami al Soul e all’R&B pur mantenendo i piedi ben piantati i piedi nell’humus compositivo dell’indie. A seguire, North of Loreto, progetto partorito da Bassi Maestro, padre putativo del rap italiano, capace di fondere hip hop e house in un cocktail di esplosività elettronica. Ad aprire le danze ci sarà la band locale Regno mentre a chiuderle, l’afterparty di El Maradona, il primo (e incredibile) «Picó d’Europa», ovvero un coloratissimo sound system dipinto e assemblato in maniera artigianale dai suoi stessi autori, ragazzi di Mondovì che si ispirano ai Picó colombiani, emblema della cultura ad alto volume sudamericana condita di world music e attitudine tropicale.
Domenica 28 maggio
URBAN REGENERATION
Domenica 28 maggio, Urtija riapre le porte del festival con l’arte contemporanea. Alle 11.00, presso il Centro Sportivo di Magliano Alfieri Pablo Pinxit e Christian Gancitano inaugureranno ufficialmente l’opera d’arte muraria realizzata insieme ai Ragazzi del Roero. L’iniziativa, finanziata dal bando Giovani Frequenze della CRC, mira a coinvolgere i ragazzi delle medie e delle superiori in un progetto di rigenerazione urbana, ovvero un gesto creativo attraverso cui luoghi pubblici e abituali si trasformano in opere di street art che diventano patrimonio artistico della comunità. L’inaugurazione avverrà alla presenza deli artisti, dei ragazzi coinvolti e delle autorità dei comuni locali: Magliano Alfieri, Priocca e Castagnito.
IL PRANZO COMUNITARIO E LA PASSEGGIATA LETTERARIA
In onore delle vecchie e buone abitudini, il pranzo di domenica 28 maggio sarà di tipo comunitario. Un momento conviviale in cui ognuno potrà portare – e condividere – la sua ricetta preferita. Alle 15.00, tutti in piazza del Castello per la passeggiata letteraria a cura della guida naturalistica Martina Cerutti che, in collaborazione con il Centro Studi Beppe Fenoglio, rievocherà il rapporto tra scrittura, provincia e abbandono nei grandi autori del territorio.
VINI E BIRRE CONTRO L’ABBANDONO
Abbandonarsi ai piaceri del palato può essere una forma di resistenza all’abbandono? Se lo chiederanno, alle 17.00, i ragazzi di CBD, collettivo composto da Cascina Tallone, Cascina Isabella e Tommaso Cappa per la «legalizzazione di nuove espressioni di Croatina, Baratuciat e Dolcetto», varietà spesso dimenticate dall’enologia ufficiale. Con loro ci sarà Maurizio Carucci, frontman degli Ex-Otago e fondatore di Cascina Barbàn, progetto agricolo volto alla valorizzazione dell’abbandonatissima (eppure altrettanto vitale) Val Borbera, tra Piemonte e Liguria. Il dibattito vedrà la partecipazione di due realtà locali: I Malpensanti di Alba e Nuove Rotte di Cherasco, che si sono unite nella creazione dell’«irritante» Vorticale, birra all’ortica unica nel suo genere.
Vini «abbandonati» e Vorticale, la birra all’ortica, potranno essere acquistati e degustati in tutti i punti bere del festival.
SINESTESIE AL TRAMONTO
L’arrivo della golden hour verrà celebrato con tutti gli onori. Dalle 18.30 saliranno al belvedere di Magliano Alfieri i Sub_Aud, progetto torinese inedito per la creazione di sinestesie sonore che mixano musica e pittura. Dalle 20.00 al calare del sole, infine, chill out con la selezione di Radio Fujot, immancabili compagni di dischi di ogni festa che non vuole rinunciare alle (belle) note finali.