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Politica | 30 maggio 2023, 14:30

Politica locale e nuove generazioni: “I giovani eletti spaesati nei meandri della macchina amministrativa”

L’età media degli amministratori supera quella dei suoi abitanti. Con l’associazione “Fare Quadrato”, che raccoglie una settantina di under 40 provenienti dai consigli comunali di tutta la provincia, proviamo a stabilirne le cause

Politica locale e nuove generazioni: “I giovani eletti spaesati nei meandri della macchina amministrativa”

Giovani e politica. Un binomio che Targatocn.it nelle settimane scorse ha cercato di quantificare in termini numerici attraverso un’analisi anagrafica delle giunte dei 247 comuni della Granda.

Quello che è emerso, in estrema sintesi, è che mediamente gli amministratori della provincia di Cuneo sono più “anziani” dei suoi abitanti. Nel dettaglio la maggior parte dei sindaci ha più di 55 anni, mentre è appena inferiore l’età media delle giunte: solo una decina i municipi in cui l’età media è sotto i 40 anni.

Al di là dei numeri le motivazioni di una presenza non così significativa di giovani nelle amministrazioni locali sono molteplici. Proviamo ad indagarle con l’Associazione “Fare quadrato”, realtà presentata il 21 dicembre del 2019 presso il comune di Cuneo da un’idea di Luca Robaldo (attuale sindaco di Mondovì e presidente della Provincia di Cuneo ora presidente emerito dell’associazione), Alberto Deninotti (assessore nel comune di Marene e attuale presidente di “Fare Quadrato”) e Pietro Danna (consigliere nel comune di Monastero di Vasco, consigliere in Provincia e vice presidente dell’associazione).

L’intenzione è quella di dare vita ad un gruppo di amministratori under 40 che potessero confrontarsi su tematiche comuni per chi amministra il territorio.

Un’associazione di natura politica, ma apartitica che attualmente raccoglie circa settanta persone provenienti da tutta la Granda. Abbiamo posto qualche domanda all’attuale presidente Deninotti.

Da quali esigenze nasce “Fare Quadrato”?

Spesso chi si avvicina alla vita amministrativa, specie se giovane ed alla prima esperienza, non è un addetto ai lavori e perciò necessita di un supporto per poter aver delle risposte rapide a quesiti o a difficoltà che spesso si riscontrano in un percorso amministrativo. Tuttavia, il ruolo del consigliere comunale è di importante rilevanza territoriale e per far fronte alle esigenze della propria comunità deve ben conoscere gli strumenti che ha a disposizione per poter risolvere i problemi che gli vengono rappresentati e dare delle risposte concrete. Perciò abbiamo pensato di poter dar vita ad un luogo di confronto costruttivo e dinamico.

Quali sono le difficoltà per una persona alla prima esperienza nell’affrontare un mandato nel proprio comune?

Abbiamo osservato una certa tendenza della politica locale a voler candidare i giovani nelle liste che si presentano alle elezioni comunali ma poi, una volta eletti, essi rimangono un po’ spaesati nei meandri della macchina amministrativa comunale, sensazione del tutto normale all’inizio di una qualsiasi nuova attività. Quando si è alle prime armi si necessità di aiuto e supporto per poter svolgere al meglio e in modo efficiente il mandato per cui la persona è stata eletta.

C’è necessità di più giovani in politica?

All’interno delle amministrazioni occorre avere la presenza di più generazioni, in quanto le idee e le necessità variano continuamente. Un cambio generazionale è fondamentale per far sì che si possano evolvere e allo stesso tempo portare avanti le attività propedeutiche al funzionamento dei paesi e delle città.

Per quali ragioni è difficile trovare under 40 nelle giunte comunali?

Per svolgere un ruolo che necessità di tempo, quasi sempre sotto forma di volontariato, occorre essere mossi da una grande passione. Svolgere il ruolo di amministratore ad oggi è una vera e propria missione, per la quale il consigliere impiega il proprio tempo, sottraendolo alla vita privata. E spesso anche proprie risorse per la comunità. Trovare questo spirito di abnegazione è difficile in generale e lo è ancora di più nei giovani.

Tra un anno si rinnoveranno molte delle amministrazioni della Granda. Su cosa bisogna lavorare per ampliare la partecipazione giovanile?

I giovani vanno ascoltati e coinvolti, per poter avere una provincia all’avanguardia, sia in termini sociali e lavorativi, occorre un confronto continuo. Molte volte il modo di vedere le cose varia di generazione in generazione, non tanto per finalità diverse, ma per esigenze diverse.

Perché un giovane dovrebbe fare il consigliere, l’assessore o il sindaco?

Perché è importante mettersi a disposizione. È fondamentale entrare nei meccanismi pubblici per capire al meglio lo svolgimento di molte tematiche territoriali. Dalla gestione dei rifiuti, alla manutenzione stradale, all’erogazione dei servizi. Abbiamo bisogno di molteplici apporti per poter avere una visione a 360 gradi al fine di amministrare in modo efficiente e costruttivo.

È vero che solo chi ha tempo può permettersi di amministrare un comune? Questo potrebbe avvantaggiare, forse, persone in pensione a ricoprire questi incarichi?

Per amministrare e svolgere un mandato elettivo ci vuole costanza, impegno e presenza, tutti elementi che richiedono tempo e sacrificio. In giovane età occorre concentrare la maggior parte del proprio tempo nell’attività didattica e quella lavorativa, mentre, forse, in altri momenti della vita si rivedono le proprie priorità e si ha più tempo a disposizione. È, pertanto, più difficile trovare ragazzi e ragazze. Tuttavia, anche se coniugare i vari aspetti della propria quotidianità non è semplice, ciò è assolutamente possibile, ma bisogna essere spinti da motivazione e passione. In questo senso penso che Fare Quadrato possa certamente aiutare.

Per chiudere. Nella nostra analisi abbiamo evidenziato come la popolazione cuneese sia meno anziana di quanto pensiamo. Eppure l’età media degli amministratori supera quella dei suoi abitanti. È sempre stato così? E per quanto riguarda la partecipazione giovanile come sta la provincia di Cuneo rispetto ad altri territori?

Sinceramente penso che il tema della scarsa partecipazione giovanile all’amministrazione pubblica riguardi l’intero territorio nazionale in modo trasversale, per le motivazioni che abbiamo detto. Ritengo che la presenza di associazioni come Fare Quadrato, esplicanti una sana attività di lobby in favore dei giovani amministratori, unitamente all’auspicio che la figura dell’amministratore locale possa essere rivista dal nostro legislatore, anche in relazione al lato del trattamento economico, siano gli ingredienti per far si che i giovani tornino ad interessarsi alla cosa pubblica locale ed a profondere i loro sforzi al fine di far crescere e migliorare le nostre comunità locali.

Daniele Caponnetto

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