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Attualità | 06 giugno 2023, 11:20

Barolo "abbandonata dai nativi" e soffocata dalle auto dei turisti: "Serve una strategia prima che sia troppo tardi"

La denuncia dell'Osservatorio Paesaggio: "Il paese sta morendo, nelle Langhe del Barolo serve un altro modello di mobilità con parcheggi zonali ai bordi del territorio e navette elettriche a servizio dei borghi"

Nelle immagini scattate dall'Odp Tutela Paesaggio auto parcheggiate nelle strade del paese a fronte di un scarso utilizzo dei nuovi spazi a parcheggio realizzati dal Comune

Nelle immagini scattate dall'Odp Tutela Paesaggio auto parcheggiate nelle strade del paese a fronte di un scarso utilizzo dei nuovi spazi a parcheggio realizzati dal Comune

"Un grido di dolore". E’ quello che secondo l’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero arriverebbe da Barolo, stretto tra la sua dimensione di centro vinicolo tra i più visitati delle colline Unesco e una difficile convivenza con le frotte di turisti che, specialmente nei fine settimana, ne prendono d’assalto il minuscolo abitato diretti alle sue numerose e prestigiose cantine.

"La civitas – scrive il sodalizio ambientalista in una lettera aperta – è in via d’estinzione a causa del sovraffollamento turistico e le macchine che invadono il vecchio borgo: gran parte dell’abitato si sta trasformando in strutture con finalità ricettiva o commerciale per accogliere un turismo di massa, a scapito dell’abbandono del borgo da parte dei 'nativi'. Vengono meno i servizi per l’abitante, il 'ben vivere', i luoghi di condivisione e socialità. Il centro storico è sempre più ridotto a quartiere produttivo turistico. Eventi in programma nel 2023 come le serate in musica di Collisioni, che si trasformano a tutti gli effetti in serate in discoteca, i trenini 'alla moda della costa romagnola', gli danno il colpo di grazia".

"Barolo sta morendo", scrive allora l’Osservatorio, critico sulla scelta dell’Amministrazione guidata dalla sindaca Renata Bianco di attrezzarsi alla bisogna per dare accoglienza ai tanti turisti del vino, realizzando due nuovi parcheggi appena fuori dall’abitato.

L’Odp se la prende in particolare col modello di mobilità scelto per gestire tale flusso. Un modello che a suo dire criticabile di per sé e che oltretutto non starebbe funzionando come previsto: "Il Comune di Barolo, con tre varianti al Prgc, sta realizzando nuovi parcheggi: uno appena fuori dal concentrico, localizzato a nord-est, denominato Via Alba, appena terminato, e uno localizzato nel concentrico, a sud-ovest dell’abitato, denominato Via Ghisolfi, che prevede un notevole intervento di livellamento e stabilizzazione del terreno, con la creazione di terrapieni con alti dislivelli. Questi parcheggi, oltre a rappresentare una perdita significativa di superficie agricola e un’alterazione dell’integrità dei luoghi (per fornire circa 200 nuovi posti auto in aggiunta ai circa 300 già disponibili, per un Comune che ha una popolazione inferiore ai 700 abitanti!), non risolvono il problema dell’intasamento del centro storico di macchine, che andrebbero invece 'allontanate', con esclusione di quelle dei residenti, come il buon senso imporrebbe e come si fa usualmente nei borghi storici d’Italia". "Inoltre – prosegue lo scritto, corredato da tanto di fotografie il nuovo parcheggio, che dista circa 1 km dal centro paese, viene poco sfruttato e le macchine vengo parcheggiate selvaggiamente in centro, incluso nel vicino bosco della Fava, incuranti dei divieti, perché tanto nessuno multa i turisti".

Serve un’alternativa, quindi: "Barolo è centrale nella core zone e buona parte del suo territorio è in buffer zone: questa strategia dei parcheggi sotto casa 'ma non troppo', applicata nella Core Zone Unesco, è in antitesi con un modello lungimirante di mobilità, che consideri il territorio delle «Langhe del Barolo» nel suo complesso. I limitati periodi ad alta affluenza turistica, che coincidono con i fine settimana (soprattutto autunnali) o in occasione di particolari eventi, dovrebbero essere gestiti con servizi di trasporto pubblico con navette elettriche a servizio dei borghi, implementando così una virtuosa strategia di mobilità ecologica. Aree parcheggio zonali dovrebbero essere realizzate ai bordi del territorio «Langhe del Barolo», riconvertendo aree industriali dismesse e abbandonate. Inoltre andrebbe favorito il turismo qualificato e non il turismo di massa mordi e fuggi, inadatto per questi territori: Barolo è attrattivo per l’eccellenza delle sue cantine, per la specificità del suo paesaggio e per le memorie storiche del costruito, oltre che per il suo toponimo che riporta al vino più pregiato".

Da qui l’appello finale: "Barolo è patrimonio universale. Perché i nostri enti preposti alla tutela del territorio di Langhe Roero e Monferrato, i nostri. amministratori regionali e nazionali non si occupano del problema e definiscono un’urgente strategia di area prima che sia troppo tardi?".

Redazione

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