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Attualità | 08 giugno 2023, 10:32

Nuova sede per il "Baruffi" a Mondovì: "Occasione per la sistemazione di licei e alberghiero"

Sul tema dell'edilizia scolastica interviene l'architetto Lorenzo Mamino che, a fronte della possibile riorganizzazione degli edifici scolastici afferma: "Alla fine, questo che viviamo è un momento epocale unico, fortunato, per la città alta e vale la pena di dare tutti il proprio contributo"

L'attuale sede del "Baruffi"

L'attuale sede del "Baruffi"

E' notizia di queste settimane la nuova destinazione dell'istituto "Baruffi" di Mondovì che, attraverso un finanziamento a valere sul PNRR, verrà demolito e ricostruito, non nella sede attuale ma in zona Polveriera dove è già stata realizzata la nuova palestra scolastica (leggi qui)

Le linee guida relative all'edilizia scolastica sono state illustrate, negli scorsi giorni, dal sindaco ai componenti delle minoranze e l'amminstrazione ha deciso di incontrare un incontro pubblico che si svolgerà probabilmente nel mese di luglio. Prima di tale data il primo cittadino incotrerà i residenti della zona Polveriera e i collegi docenti degli istituti "Baruffi", alberghiero e licei. 

Sulla nuova e possibile riorganizzazione degli edifici scolastici nel rione Piazza interviene anche l'archietetto Lorenzo Mamino, attraverso una nota che vi proponiamo integralmente di seguito. 

***Riceviamo e pubblichiamo***

UN NUOVO BARUFFI. FORSE ANCHE NUOVI LICEI E NUOVO ALBERGHIERO

Ecco: la montagna ha partorito. Il tempo da luglio2022 ad oggi è stato impiegato a decidere la localizzazione dei circa 10 milioni di euro che il Ministero vuole spendere per Mondovì. Ora si sa che si spenderanno alla Polveriera e per spostare là il “Baruffi”.

Poi si demolirà l’attuale “Baruffi”, forse. L’urgenza ormai di spendere i soldi del PNRR entro il 2026 ha imposto di non perdere tempo a demolire, anche perché non si saprebbe dove far confluire gli allievi attuali del “Baruffi”. Che fanno parte dell’Istituto di Istruzione Superiore ”Cigna-Baruffi-Garelli”.

Della decisione presa in Provincia si può solo dire che tanto valeva mandare i 256 studenti attuali del “Baruffi” anch’essi al Borgato. In qualche modo si sarebbero potuti ospitare e l’Istituto sarebbe stato ricomposto in una unica sede. Ma si è stimato che fosse più veloce costruire in un prato che cercare di costruire alla confluenza dell’Ermena con l’Ellero. Ogni occasione di ricomporre e riutilizzare edifici viene sempre tralasciata. Costruire dal nuovo è sempre più comodo. Così si continua a portare avanti il trend dei “due metri quadrati al secondo” di perdita in suolo agricolo. Tutto nella norma. Resta il proposito, che si vede lontano, della demolizione dell’attuale “Baruffi".

Però qui si apre invece una opportunità insperata. Quando il nuovo edificio scolastico fosse utilizzabile è estremamente difficile che ci si metterà a demolire e cioè a spendere altri soldi (parecchi) per la demolizione di un edificio che tutti sanno essere l’ultimo delle Superiori ad essere stato costruito (anni 1965-67), sano, rispondente a tutte le prescrizioni per l’istruzione (D. M. 18.12.1975, non cambiato), facilmente ristrutturabile, con “efficientamento energetico” e “standards antisismici”. Se così sarà (e si spera che avvenga) sia i Licei di Piazza che l’Istituto Alberghiero avrebbero l’opportunità di rinsaldare la loro presenza nelle sedi storiche: i Licei ampliandosi almeno ad occupare tutto il sito dell’antico convento e l’Alberghiero ampliandosi dove già ora occupa un piano di aule.

Ci sarebbe cioè poi l’opportunità di pensare ad una sistemazione definitiva dei Licei e dell’Alberghiero. Come ci sarebbe la possibilità di pensare al completamento (in questo caso pensando al passaggio dal cortile del Liceo al retro del “Baruffi”) del “giro delle mura”, pedonale, cui prima o poi, si dovrà pensare. Ridonando al borgo di Piazza molto della sua configurazione storica di unico borgo murato in Piemonte.

Alla fine, questo che viviamo è un momento epocale unico, fortunato, per la città alta e vale la pena di dare tutti il proprio contributo. 

Lorenzo Mamino

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