Dalla Russia con amore. Parliamo della storia del beato fratel Luigi Bordino, che rivive attraverso un pellegrinaggio dal Santuario della Madonna dei Fiori di Bra e arriva a Castellinaldo.
Nel 2023, quello che per molti è diventato il cammino di Santiago del Roero, è giunto alla 9ª edizione e si svolgerà sabato 24 giugno con l’organizzazione della Parrocchia e del Comune di Castellinaldo, in collaborazione con Azione Cattolica e Centro Sportivo Italiano, insieme all’associazione Castrum Aynaldi, Diocesi e famiglia cottolenghina, avvalendosi dei gruppi Alpini e della protezione civile operativi nei luoghi interessati dal percorso lungo 27 km con possibilità di aggregarsi durante il percorso.
È gradita una conferma di adesione telefonica al numero 366/3777040 oppure alla mail castellinaldo@fratelluigibordino.it. Adesione libera o con gadget ricordo della giornata con offerta libera.
Tappe: ore 7.30 partenza del bus navetta (offerta libera) da Castellinaldo a Bra; ore 8 ritrovo di fronte al Santuario antico della Madonna dei Fiori, nei pressi della statua del beato e partenza del pellegrinaggio; ore 10 Belvedere di Pocapaglia, dove è prevista una sosta; ore 12 Sommariva Perno per un momento di riflessione e pausa pranzo; ore 15.30 pilone dei Battaglia, punto di ristoro; ore 16.30 Borbore, con un momento di riflessione; ore 17.30 arrivo a Castellinaldo, presso il pilone votivo di fratel Luigi con riflessione e preghiera finale, aperta a tutti, anche a chi non ha partecipato al pellegrinaggio. Seguirà una festa in amicizia, presso il campo sportivo di Castellinaldo, dove è prevista la cena al ritmo musicale con offerta libera.
Lo scopo non è stato solo fornire una boccata d’aria fresca, che si può respirare tra boschi e vigneti, ma far conoscere la spiritualità di fratel Luigi Bordino che quel cammino lo conosceva bene, dopo averlo fatto per grazia ricevuta.
Il pellegrinaggio sarà al culmine di un programma che inizierà sabato 17 giugno presso il pilone votivo di Castellinaldo con la Santa Messa, alle ore 20.30, presieduta da monsignor Claudio Carena, vicario generale della diocesi di Alba. In caso di pioggia la funzione eucaristica sarà celebrata nella chiesa parrocchiale del Paese.
Dopo la Messa, alle ore 21.30 circa, si terrà la presentazione del volume “Fratel Luigi: il gigante buono”, pubblicazione e video ricordo del centenario, che verrà dato in omaggio a tutti i presenti.
Il centenario di fratel Luigi Bordino ha offerto l’opportunità di approfondire e di far conoscere la novità che il Beato continua ad imprimere nella storia, la “vibrazione” della fede che ha trasmesso con la sua esperienza, per il bene della Chiesa e della società.
Chi era il beato fratel Luigi Bordino
Biografia ufficiale alla mano, Andrea Bordino nasce a Castellinaldo il 12 agosto 1922, terzo di otto figli. Vive la propria esuberante giovinezza tra la casa, le vigne paterne e la parrocchia. Trascinatore di ragazzi e di giovani, è nominato delegato aspiranti e poi presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale.
Nel gennaio 1942, è arruolato nell’Artiglieria Alpina della Cuneense, dove trova suo fratello Risbaldo, rientrato dalla Campagna di Albania. Il 15 agosto i Bordino partono per la famosa Campagna di Russia. Il comando del Quarto Reggimento di Artiglieria s’installa a Sollonscki, un villaggio tra Valujki e Rossosh. Caduti prigionieri nel gennaio 1943, i Bordino soffrono insieme la tragica ritirata per circa un mese.
In una notte all’addiaccio con temperature polari, Andrea e Risbaldo fanno voto: «Se ritorniamo a Castellinaldo, faremo un pilone alla Madonna Consolata, vicino alla nostra casa». Avvinghiati l’un l’altro, i due fratelli pregano tutta la notte. Alle prime luci del mattino si trovano circondati da oltre 200 cadaveri. I Bordino vengono separati ad Akbulak. Andrea è destinato alla Siberia, dove vi rimane per due anni. Ridotto a scheletro umano viene internato nel lazzaretto di Spassh.
Egli continua a pregare, a confortare e a sostenere i feriti, gli infettivi e specialmente i morenti. Incoraggia tutti quelli che può: «Preghiamo un’Ave Maria. Se ritorno mi faccio frate e voglio dedicare il restante della mia vita per servire i malati più poveri in stato di abbandono». Nella primavera del 1945, insieme ad un gruppo di scampati è trasferito in Uzbekistan, dove si coltiva il cotone.
Andrea è ancora distrofico, non può lavorare, per cui resta nel lazzaretto del campo. Colpito da tifo petecchiale, elude la scarsa sorveglianza dei guardiani mongoli, penetra dagli infettivi e dai morenti, portati nella Baracca della morte dove nessuno più li tocca fino al loro decesso. E se ne prende cura meglio che può, per sollevarli dalle piaghe da decubito.
Nell’autunno del 1945 i Bordino rientrano in famiglia. Andrea si considera miracolato, comprende il dono di Dio e decide di non poterlo godere da solo. Il 23 luglio del 1946, insieme alla sorella Ernestina, bussa alla porta della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. «Desidero consacrarmi a Dio tra i Fratelli di San Giuseppe Cottolengo, per servire i poveri abbandonati». Indossato l’abito religioso assume il nome di Fratel Luigi della Consolata. Ernestina prende il velo prendendo il nome di suor Pia.
Esemplare uomo di preghiera, dedica la propria vita al servizio della carità, per puro amore di Dio. A fianco di medici e infermieri realizza una lusinghiera carriera professionale. Nel contempo vive un’invidiabile esperienza di vita interiore, che raggiunge le frontiere della mistica del servizio. Nei poveri serve Gesù. Tra loro semina fede, ottimismo e speranza, come già ha fatto con i disperati dei lager sovietici. Egli vive alla lettera il “Caritas Christi urget nos” nello spirito di San Giuseppe Cottolengo.
Nel 1975, improvvisamente è colpito da leucemia mieloide. Per due anni egli continua a ripetere: «Deo Gratias, questi sono i giorni della Divina Provvidenza! Deo Gratias sempre». Inesorabile la malattia gli distrugge il corpo, ma egli continua a benedire Dio: «Ho finalmente qualcosa da offrire al Signore». Egli va incontro alla morte, cantando la bontà di Gesù e delle beatitudini. Non cessa di pregare con la corona del rosario.
Fratel Luigi muore a Torino il 25 luglio 1977. La fama della sua santità assume subito dimensioni rilevanti, a cominciare dal suo funerale, concluso al cimitero monumentale di Torino dove la folla partecipante esplode con il canto del Magnificat. Dal 1997 il suo corpo riposa presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Sabato 2 maggio 2015 nell’Area Vitali del Parco Dora, a Torino, si è svolta la solenne beatificazione, presieduta dal cardinale Angelo Amato, in rappresentanza di papa Francesco. Al termine della celebrazione monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo del capoluogo, ha detto: «Fratel Luigi è stato un esempio di ciò che la Chiesa ha bisogno: poche parole e fatti concreti a favore delle tante persone che si trovano in difficoltà, morale, economica, familiare e di salute». Deo gratias.