Sono circa 8,3 milioni i fondi che, nell'ambito del Fesr (Fondo Europeo Sviluppo regionale), saranno a disposizione dei nove comuni dell'area basso Cuneese e Monregalese, di cui il comune di Mondovì è ente capofila, per progetti di rigenerazione urbana.
Ieri, giovedì 3 agosto, nella sala conferenze della stazione di valle della funicolare, i rappresentanti dei Comuni di Mondovì, Boves, Peveragno, Vignolo, Cervasca, Roccavione, Beinette, Margarita e Borgo San Dalmazzo hanno incontrato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio per l'illustrazione dei progetti cui saranno destinati i fondi, che verranno ripartiti tra i vari paesi sulla base dei progetti e dell'impatto demografico.
Per quanto riguarda la Città del Belvedere, come ha spiegato il sindaco Luca Robaldo negli scorsi mesi e anche attraverso un video sulla sua pagina social (vedi qui), l'idea è quella di destinare il tesoretto al recupero e alla valorizzazione della Cittadella di Piazza.
"Un progetto non semplice - dice il primo cittadino - per riportare questo luogo nel cuore della città e dei monregalesi. Un percorso che prenderà l'intera legislatura ma che siamo sicuri di poter portare a termine".
IL PUNTO
Il recupero della Cittadella è uno dei sogni di tutti i monregalesi che, finalmente, vedrebbero riqualificato uno dei maggiori 'contenitori vuoti' presenti nel rione alto della città.
Una storia tutta da scrivere e non esente da ostacoli, ricordiamo infatti che la Cittadella è proprietà del Demanio, oltre a essere vincolata alla Soprintendenza come edificio storico.
Un primo studio di fattibilità per il suo recupero per trasformala in un luogo dedicato alle arti e alla musica, in collaborazione con la scuola di musica e fondazione Cirko Vertigo, era stato redatto durante l'amministrazione Adriano (leggi qui), progetto che l'amministrazione Robaldo ha cercato fin da subito di portare avanti.
Poi, lo scorso luglio, il Demanio ha effettuato un sopralluogo per fare il punto sullo stato degli edifici insieme all'amministrazione e alla Soprintendenza.
Se prima era stata ventilata la strada del recupero - sebbene lungo - attraverso il Federalismo Culturale, ossia un procedimento attraverso cui i Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni possono chiedere il trasferimento di beni culturali appartenenti al Demanio (leggi qui), un'apertura potrebbe arrivare grazie alla nuova legge pubblicata lo scorso aprile in Gazzetta Ufficiale.
L’articolo 15 bis del D.L. n. 13/2023, convertito in Legge n. 41/2023, prevede infatti "la possibilità di trasferire in proprietà, a titolo gratuito, a Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane, su richiesta dei medesimi enti, determinate categorie di immobili appartenenti al demanio storico-artistico ovvero al patrimonio disponibile dello Stato in gestione all'Agenzia del Demanio".
Si tratta di immobili interessati da progetti di riqualificazione per scopi istituzionali o sociali, che sono stati finanziati o candidati a ottenere un finanziamento, totale o parziale, con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC), nonché del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC).
Una nuova pagina per la Cittadella potrebbe essere dunque scritta grazie ai fondi del FESR?