Una scelta sofferta, le cui ragioni sono riportate nel foglio A4 affisso oggi all’ingresso dei locali Caritas di via Massimo D’Azeglio, a poca distanza da corso Dante e da viale Angeli.
"La mensa – vi si legge – rimane chiusa sabato 5 agosto a cena e domenica 6 agosto (pranzo e cena) per protesta contro chi non sa tenere un atteggiamento dignitoso e si presenta in mensa ubriaco o sotto effetto di sostanze. Va preservata l’incolumità di chi frequenta la mensa e dei pochi volontari che si dedicano al servizio senza alcuna retribuzione. Vogliamo creare un ambiente accogliente e dignitoso dove chi accede si sente a casa e non deve temere eventuali aggressioni verbali o fisiche. Ci scusiamo con le persone per bene che in questo tempo per necessità frequentano la mensa, ma è nel loro interesse che nella mensa sia attuata una linea conforme con la dignità della persona".
Dietro la decisione, quanto accaduto ieri sera, venerdì 4 agosto, con la rissa verificatasi all’ingresso di quegli stessi locali, dove quotidianamente si offrono gratuitamente pasti caldi a decine di persone in difficoltà: una cinquantina a pranzo e oltre ottanta a cena, in questo periodo.
Da qui la protesta decisa dai vertici della Caritas cuneese e che il direttore Enrico Manassero spiega "non voler essere punitiva nei confronti degli utenti, ma di tutela per i nostri volontari e di sollecitazione alle istituzioni ad aiutarci per una gestione più adeguata alla situazione".
"Purtroppo – aggiunge Manassero –, da tempo anche in mensa arrivano alcune persone che per motivi diversi hanno atteggiamenti aggressivi, violenti, poco rispettosi delle regole. I nostri volontari sono in difficoltà nel gestire una simile situazione. Da ormai più di un mese è presente una guardia privata per garantire un minimo di sicurezza all'ingresso. Purtroppo ieri sera non è bastato e si è verificato uno scontro violento tra alcune persone in coda. A tutela dei nostri volontari abbiamo allora deciso di chiudere in modo simbolico per due giorni".
Da lunedì la mensa della Caritas riaprirà, confidando nel buon senso delle persone. Al contempo l’ente di assistenza si prefigge di portare la situazione all’attenzione delle istituzioni, per rivedere e migliorare la situazione.