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Attualità | 29 agosto 2023, 07:31

I Paesaggi Unesco raccontati dai "Landscape Boys": Cina e Langhe si incontrano

A Saliceto la mostra “Zhang Hong Mei and the China Art Power”

I Paesaggi Unesco raccontati dai "Landscape Boys": Cina e Langhe si incontrano

Riceviamo e volentieri ospitiamo sulle nostro pagine un articolo firmato da Sofia Della Sale, candidata del progetto "Landscape Boys" ideato e coordinato dal Club per l'Unesco di Alba, Langhe e Roero.

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Si è tenuta il 19 agosto, presso la sala dei camini del Castello dei Marchesi del Carretto di Saliceto, l’inaugurazione della mostra “Zhang Hong Mei and the China Art Power”, aperta al pubblico fino ad inizio settembre.

E’ un’esposizione di arte contemporanea composta da tele, sculture ed installazioni di una delle più celebri artiste cinesi odierne che permette al pubblico di scoprire la nuova rivoluzione artistica orientale che sta sconvolgendo il panorama internazionale dell’arte.

Organizzatori dell’evento sono stati il Comune di Saliceto e il Club per l’Unesco di Alba, Roero e Monferrato, nell’ambito del progetto “Landscape boys” finalizzato a sviluppare, per un gruppo di giovani studenti, per i Comuni, gli enti e le associazioni, opportunità per rilanciare il territorio, i modo sinergico e collaborativo.

Zhang Hong Mei è docente di disegno tessile e vicedirettore di dipartimento della Shandong University e da sempre ricerca nel suo lavoro il dialogo con le millenarie tradizioni artistiche cinesi. La sua specializzazione nell’arte tessile, affinata in un viaggio di scambio universitario a Milano, si riflette in un nuovo modo di approcciarsi alla tela: è la stoffa colorata la materia pittorica con cui Zhang Hong Mei esprime la nuova potenza artistica cinese.

Nel 2015 espone alla 56ª Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nel Padiglione Nazionale della Repubblica di San Marino, insieme agli altri più importanti nomi del panorama cinese contemporaneo, lasciando un segno innovativo e indimenticabile, tanto che la critica la soprannomina “The Queen of Art”.

La mostra è stata realizzata sotto la supervisione del curatore Vincenzo Sanfo, presidente del “Centro Italiano delle Arti e la Cultura” di Torino e promotore dell’arte italiana a livello internazionale. Egli è curatore internazionale nonché consulente per il governo cinese relativamente all’arte occidentale e da ormai molti anni si occupa di promuovere l’arte di Zhang Hong Mei e del marito Xu De Qi, anch’egli celebre artista cinese, nel mondo.

Il professor Sanfo ci indica come approcciarci a questa mostra: “Quello che è importante di un’opera d’arte, che sia contemporanea o antica, è che deve creare delle emozioni. L’artista che presentiamo qui a Saliceto è di grande impatto, può piacere o meno, ma non lascia indifferenti".

La forza dell’arte cinese contemporanea sta nella capacità degli artisti di confrontarsi con la cultura occidentale e a partire da questo confronto di rinnovarsi, aprendosi a nuovi linguaggi, come la pop art nel caso di Xu De Qi, e sviluppando un nuovo gusto estetico. Zhang Hong Mei ci dice, con chiarezza in italiano, che in questa mostra vedremo “due culture e uno scambio di informazioni, due culture molto antiche che si incrociano”.

Il potere della sua arte sta nel coniugare in un equilibrio, mai statico, ma dinamico e ritmico (“Ritmi di colore” non a caso è il titolo di numerose opere esposte a Saliceto), uno spirito rivoluzionario con la millenaria tradizione artistica cinese, irrinunciabile perché fondamento educativo ed identitario del percorso creativo dell'artista.

Parlando di arte cinese, sarà forse emersa nella nostra mente l’immagine, ormai molto diffusa in video sui social, di fluide pennellate, realizzate da fini artisti, che lasciano sulla carta inconfondibili segni neri, che l’osservatore occidentale non sa ben come interpretare, se come scrittura o come arte; ma forse ci stupisce meno se per noi è difficile scindere questi due linguaggi umani? Pochi sanno però che è fondamentale per un maestro di quest’arte, per essere considerato tale, la capacità di sfumare l’inchiostro per creare varie tonalità di nero; è’ un’arte antichissima, preservata e celebrata come espressione della cultura di un’antica e grande nazione.

Ogni artista cinese ha l’obbligo di confrontarsi con quest’eredità: Zhang Hong Mei lo fa in modo nuovo, moderno e potente, con due strumenti innovativi: il tessuto appunto e il colore. La tela “Imaginary Landscape” è nata come un tentativo di riprendere l’antica tradizione della pittura ad inchiostro, ma l’artista ha poi sentito la necessità estetica di dare luce e forza alla tela: ha inserito un frammento di stoffa rossa, un taglio di colore potente quanto delicato e sofisticato è invece lo sforzo dell’inchiostratore a sfumare il nero nelle sue varie tonalità.

Ci spiega il professor Sanfo: “Le forme sono tutti rimandi alla sua cultura: riprende la tradizione delle carte ritagliate. I tessuti sono tagliati e ricomposti a creare nuove opere”. Vediamo “Tibetan Inspiration”, piccole sculture appositamente create per quest’occasione, che si ispirano alla tradizione tibetana delle bandiere di preghiera: piccoli ritagli di stoffa colorata, appesi a dei fusti di legno posti sulle vette montane per benedire luoghi sacri, per promuovere la forza e la pace.

L’arte di Zhang Hong Mei è frutto di riflessioni intellettuali, di un’artigianalità ereditata e ora tramandata alle nuove generazioni, ma anche di uno spiccato senso estetico che deve essere appagato e mai messo da parte: il visitatore rimane ovviamente colpito dalla grande profusione di rosso scarlatto nelle opere di Zhang Hong Mei; forse un riferimento simbolico alla bandiera o alla politica cinese? Si rimane quindi profondamente colpiti quando l’artista semplicemente spiega che il rosso è il suo colore preferito.

Per l’occasione l’artista ha riproposto nel chiostro rinascimentale del Castello, un’installazione site-specific: le antiche colonne del loggiato sono state foderate da drappi di stoffa colorata e hanno così ripreso vita sotto forma di arte contemporanea.

Il Castello dei Marchesi del Carretto che ospita la mostra è un’antica residenza nobiliare, realizzata nel Rinascimento a partire da un nucleo architettonico medievale. E’ un luogo ancora oggiestremamente suggestivo e che da alcuni anni ha ripreso vita attraverso diverse iniziative di carattere culturale che accompagneranno la permanenza delle opere di Zhang Hong Mei.

La mostra sarà aperta tutti i weekend, nei pomeriggi dalle 16.00 alle 19.00 e la domenica mattina dalle 11.00 alle 13.30, in occasione delle visite organizzate dall’Associazione Amici di Castelli Aperti.

Le visite, realizzate tramite l’accompagnamento di volontari, permettono di scoprire le bellezze artistiche e la storia, oltre che del Castello, anche delle chiese di S. Martino, S. Agostino e S. Lorenzo.

L’inaugurazione della mostra è stata poi arricchita dal concerto finale della masterclass di canto lirico tenuta dal mezzosoprano statunitense Jennifer Larmore: i visitatori hanno potuto assistere ad eccezionali esibizioni di giovani cantanti, accompagnate dal suono di antichi strumenti, dal forte-piano John Schanz al moderno pianoforte. I concerti, che si tengono ogni sabato alle 18.00 al termine delle masterclass, sono organizzati dal maestro Gian Maria Bonino e contribuiscono a promuovere ormai da diversi anni i giovani talenti e il contesto ospitante di Saliceto e dintorni.

Il Club, attraverso il lavoro del segretario Roberto Negro, ha progettato e finanziato la realizzazione della mostra e con la collaborazione e l’ospitalità del sindaco Luciano Grignolo, è stato possibile portare una mostra di livello internazionale in un contesto piccolo, ma ricco di storia. L’artista stessa si è detta onorata di poter esporre in un luogo così antico e felice di poter mettere le sue opere in aperto dialogo e confronto con un luogo della tradizione artistica occidentale.All’inaugurazione hanno presenziato i cittadini del paese, turisti e appasionati d’arte, ma anche vari sindaci ed autorità del territorio, in nome dello spirito di collaborazione, con cui questi eventi promossi dal Club Unesco di Alba, Langhe e Roero, cercano di dare nuova linfa ad un territorio, quello del cuneese, ricco di tesori enogastronomici, paesaggistici e culturali.

Sofia Della Sale, Landscape boy

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