Gentile direttore,
A luglio, sono stata per due settimane con un’altra volontaria in Tanzania, nella regione del Kilimanjaro, a Kifaru, dove dal 2018 Insieme per l’India Odv collabora con i sacerdoti della Diocesi indiana di Mangalore, mandati in missione Fidei Donum nel 2012.
Lo scopo delle nostre visite, oltre a valutare la situazione locale attraverso sopralluoghi nei villaggi circostanti, monitorare l’avanzamento dei progetti in corso ed individuare i bisogni, è anche quello di incontrare i ragazzi della Rupert Home, lo staff di educatori che vi lavora ed i sacerdoti.
Ogni volta (per me è la terza) è una piacevole emozione incontrare amici lontani, ma scontrarsi con situazioni di povertà estrema, a volte inimmaginabile, crea sempre sensazioni molto dolorose di impotenza, direi a volte quasi di vergogna per quello che noi qui abbiamo e loro neanche si sognano, per quello che noi potremmo fare ma non facciamo.
I ricordi “belli” sono davvero tanti, scaldano il cuore e devono riempire di orgoglio tutti quelli che hanno contribuito a realizzare questo “miracolo” in una terra arida e dimenticata.
I 112 ragazzi della Rupert Home e i 47 che già ne sono usciti per affrontare la scuola superiore, che nella Rupert hanno imparato a leggere e scrivere e anche a sorridere, sono sereni nella loro crescita fisica e mentale, e molti di loro grazie alle famiglie che li sostengono a distanza possono finalmente pensare ad un futuro brillante, che cambierà non solo la loro vita, ma anche quella delle loro famiglie, per i pochi che ne hanno una.
Le donne del progetto “Ama tu luna”, che settimanalmente si ritrovano per produrre kit di assorbenti riutilizzabili, attraverso il compenso per il loro lavoro contribuiscono a sostenere il bilancio familiare. Le fruitrici del progetto sono le ragazze dell’ultima classe della primaria dei villaggi circostanti alle quali viene regalato un kit ( non potrebbero permettersi di comprarlo) abbinato ad una lezione di scienze sull’apparato riproduttore femminile.
E poi con tristezza penso alle situazioni pesanti incontrate nei villaggi: bambini soli che vivono grazie alla solidarietà dei vicini, nonni che devono accudire i nipoti senza genitori, ragazzi che non possono andare a scuola perché troppo pericoloso camminare per chilometri a piedi nella savana, famiglie che faticano a dare un pasto al giorno ai loro figli…
Una siccità che dura ormai da 3 anni sta mettendo tutti in ginocchio: manca l’acqua, mancano i pozzi (peraltro la costruzione di un pozzo supera i 20.000 €), i raccolti vanno persi, impossibile comprare riso o polenta perché la paga giornaliera, per chi fortunatamente lavora, si aggira a malapena sui 4 € e non è sufficiente.
La situazione nei villaggi è davvero critica: i bambini sono malnutriti, il che condiziona sia la loro crescita fisica che quella intellettiva, in caso di problemi di salute è impossibile raggiungere un ospedale a piedi, spesso le mamme muoiono per complicazioni del parto.
Come dimenticare? Come far finta di niente? Non si può tornare alla vita di tutti i giorni, senza pensare a questi derelitti, in modo particolare ai bambini, che rispetto ai nostri hanno avuto la sfortuna di nascere in quella parte del mondo.
Le foto non rendono la situazione, ma chi l’ha visto con i propri occhi è afflitto da un dolore acuto che non si placa, anche se ormai distanti migliaia di chilometri.
Cosa vogliamo fare ora?
- Vogliamo continuare a sostenere il budget della Rupert Home, che nel 2023 si aggira sui 35000 €, cercando di dare la possibilità di accedere al campus a più bambini possibile
- Vogliamo incrementare il sostegno a distanza: con 200€ l’anno ( detraibili al 35% nella denuncia dei redditi) si permette ad un ragazzo di proseguire gli studi superiori, aiutandolo nel pagamento delle tasse e nell’acquisto del corredo scolastico
- Vogliamo continuare a sostenere il Progetto Ama Tu Luna: con 8400 € si comprerà il materiale necessario in Kenya, si realizzeranno 1000 kit di assorbenti riutilizzabili che verranno distribuiti gratuitamente alle ragazze dei villaggi che frequentano l’ultima classe della primaria e che non potrebbero permettersi di pagarli, si darà un compenso alle donne impegnate a cucirli, che potranno così contribuire al sostegno familiare.
- Vogliamo continuare a sostenere il villaggio Masai di Doya, attraverso l’istruzione di ragazzini e bambini, per portare una ventata di rinnovamento anche agli adulti, cercando di migliorare la precaria condizione delle donne all’interno del gruppo.
- Abbiamo molti sogni: riuscire a dare nei villaggi un minimo di assistenza medica, in particolare per donne incinte e bambini, cercare di migliorare l’alimentazione specie nella prima infanzia, incrementare la coltivazione di verdure (dove c’è acqua), sostenere le donne nei villaggi perché, allettate dal “benessere” delle città, non abbandonino i loro figli.
Speriamo nell’aiuto di chi ci ha sempre sostenuti, confidiamo in nuovi sostenitori, continueremo con le varie iniziative, tra cui le raccolte fondi natalizia e pasquale.
A breve si terrà una serata di testimonianza (comunicheremo la data sui mezzi d’informazione) con proiezione di foto, vi racconteremo le “storie del cuore”, quelle che ogni volta ci commuovono ma che ci danno la spinta per andare avanti.
Chi volesse saperne di più, può chiamare i numeri 347 951 6280 (presidente Marilena Lingua) o 347 270 8292 (vicepresidente), oppure inviare una mail a insiemeperlindia@gmail.com.
Chi volesse contribuire ai nostri progetti, può farlo attraverso un bonifico bancario
IBAN IT 85 G 06170 46320 000001524227 (le erogazioni liberali si possono detrarre al 35% nella denuncia dei redditi).
Marilena Lingua
Presidente di Insieme per l’India Odv di Fossano