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Attualità | 10 settembre 2023, 17:39

Una voce diversa dal Marocco: "C'è enorme bisogno di aiuto, ma non a Marrakech. Qui la vita è quella di sempre"

A parlare è Riccardo Vaschetti, direttore di un Riad nel cuore della Medina. "La catastrofe è nei villaggi attorno all'Atlante, lì la situazione è tragica. Sto facendo un appello per le donazioni alla chiesa cattolica des Saints Martyrs, che è molto attenta ai poveri e bisognosi"

Una voce diversa dal Marocco: "C'è enorme bisogno di aiuto, ma non a Marrakech. Qui la vita è quella di sempre"

A Marrakech, a meno di 48 ore dal fortissimo sisma che ha provocato oltre 2000 vittime, la città è quella di sempre. Caos, traffico e tantissime persone in giro, anche turisti.

Perché da un lato c'è chi dorme in strada, dall'altro chi parla di una situazione normale.

Tra questi ultimi, convintamente, c'è Riccardo Vaschetti, che si divide tra l'Italia e il Marocco da quando, ex sindaco di Mondovì per due mandati, dal 1994 al 2002, ha iniziato l'attività di direttore di un Riad nel cuore della Medina proprio a Marrakech.

"Attenzione - puntualizza-, non sto dicendo che non ci sia devastazione, ma non è a Marrakech. Purtroppo i danni subiti dai villaggi attorno all'Atlante, nella regione di Marrakech, sono enormi, così come è enorme il numero delle vittime. Parliamo di un'area poverissima, dove le case sono in fango, paglia e mattoni. Ma la città ha già ripreso la sua vita frenetica di sempre. Ci sono stati dei crolli in un'area circoscritta della Medina, in edifici meno strutturati, ma nel Riad che dirigo non c'è stata nemmeno una crepa, così come in tantissime altre strutture. Si sta creando un vero e proprio terrorismo, anche da parte del Ministero, che invita a non venire a Marrakech. Poi, però, non organizza voli di Stato perché non ce n'è bisogno. I voli ci sono e sono regolari, l'attività dell'aeroporto è la stessa di sempre".

Quando c'è stata la scossa, alle 21.11 dell'8 settembre scorso, era nella sua abitazione, lontano dalla Medina. Al piano terra, non ha subito danni. "Marrakech è stata ristrutturata in più zone con criteri antisismici, non ci sono abitazioni oltre il quarto piano. Quella dove vivo ne ha due. Oltre al fatto che c'è un sistema di Protezione Civile molto efficace, sul modello di quello francese. C'è stato un grande panico dopo la scossa, la paura che ce ne fosse una seconda, che effettivamente c'è stata, molto lieve. Ma già nella giornata di ieri la città ha ripreso ad essere quella di sempre. Qualcuno ha subito dei danni, ma sono pochissimi. E' nei villaggi che la situazione è disperata. E a Marrakech ci sono dei poveri che non hanno alcun sostegno. Ho condiviso un appello alle donazioni. Invito a donare alla chiesa cattolica des Saints Martyrs. Li conosco personalmente, so che i soldi dati a loro vengono usati per aiutare chi ne ha bisogno". 

E poi un cenno alla famiglia di Piozzo che non ha trovato alcun sostegno e da ieri mattina attende il volo in aeroporto, non avendo trovato il modo di anticipare la partenza. "Quando capitano situazioni di questo tipo, dove c'è stato tantissimo panico ma, fortunatamente, poco di più, il consiglio è quello di cercare dei connazionali. A Marrakech c'è una comunità italiana numerosa, gli italiani sono ovunque in città. Avrebbero trovato aiuto e sostegno".

Barbara Simonelli

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