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Economia | 13 settembre 2023, 16:01

Export cuneese ancora in spolvero: primo semestre 2023 chiuso a 5,2 miliardi di euro (+13%)

La crescita rispetto al pre pandemia è del 29,7%. In calo le importazioni (-9%) per una bilancia commerciale in attivo per 2,3 miliardi (+60%)

Al lavoro negli stabilimenti braidesi di Abet Laminati, tra le principali industrie della Granda per fatturato e numero di occupati

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Il primo semestre 2023 chiude con un aumento del 13,1% delle vendite all’estero per le imprese della provincia di Cuneo. Il dato è positivo non soltanto rispetto al 2022 e al 2021, ma soprattutto nei confronti del 2019 ultimo anno pre-Covid. La crescita rispetto a quattro anni fa è del 29,7%.

Complessivamente nel I semestre 2023 le vendite all’estero dei prodotti made in Cuneo hanno raggiunto i 5.237 milioni di euro e nello stesso semestre il valore delle importazioni è stato di 2.855 milioni di euro, con una diminuzione del 9,3% rispetto ai primi sei mesi del 2022.

La crescita delle esportazioni, abbinata a un forte calo dell’import, ha portato il saldo della bilancia commerciale a 2.382 milioni di euro, in forte aumento (+60,8%) rispetto a quello registrato nel I semestre 2022 quando si attestava a 1.482 milioni di euro.

Cuneo si conferma al secondo posto, dopo Torino, per valore esportato, con il 15,9% delle vendite regionali fuori confine. La crescita delle esportazioni cuneesi nel periodo gennaio-giugno 2023 è stata decisamente più sostenuta rispetto a quella nazionale (+4,2%) e di poco più contenuta nei confronti di quella regionale (+15,6%).

"Continua il trend favorevole dell'export che nel I semestre cresce in modo estremamente significativo rispetto allo scorso anno, quando le esportazioni sfiorarono la cifra record di 10 miliardi di euro - afferma il presidente della Camera di Commercio di Cuneo Mauro Gola -. I dati di questi primi sei mesi sono ottimi e attestano le capacità, la competitività e il dinamismo del nostro tessuto imprenditoriale in grado di imporsi con successo crescente sui mercati internazionali." 

“La serie storica, riferita ai dati dei primi sei mesi di ogni anno, evidenzia il trend di crescita delle esportazioni cuneesi nell’ultimo quinquennio, fatta eccezione per il 2020 
condizionato dagli effetti della pandemia - afferma il presidente Gola -. Dall’andamento del grafico si evince che, negli ultimi cinque anni, l’export cuneese è aumentato del 36,6% affermandosi come elemento trainante della nostra crescita economica”.

Nel I semestre 2023 l’aumento delle esportazioni cuneesi di prodotti manifatturieri, che rappresentano il 96,3% del totale, è stato del 14,1%, mentre il comparto agricolo ha registrato una perdita del 6,8% e i prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, che incidono soltanto per lo 0,1% sul totale dell’export, hanno fatto segnare una perdita del 18,4%.

Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 32,5%, sia il settore trainante dell’export manifatturiero con +6,7%, sebbene questo semestre la performance migliore sia stata registrata dagli articoli in gomma (+69,6%), seguiti da chimica e farmaceutica (+23,0%), da apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+15,1%), da macchinari e apparecchi n.c.a. (+13,0%) e dai mezzi di trasporto (+10,2%). L’unico comparto a registrare una significativa decrescita è quello dei metalli di base (11,6%), mentre i restanti comparti hanno evidenziato incrementi minori pur in un contesto positivo.

Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 63,7% delle esportazioni provinciali, contro il 36,3% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. L’aumento registrato dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stato del 16,6%, mentre quello verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un +7,5%.

I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 19,4% e 14,8%. La Francia ha evidenziato una crescita del 19,9% e la Germania del 19,5%. La Spagna, con una quota del 6,6%, ha registrato una variazione del +34,9%, mentre la Polonia con una quota del 4,6% ha riportato un buon +22,2%. Le variazioni, in positivo, maggiormente significative sono state registrate da Austria (+23,7%), Grecia (+23,1%) e Romania (+22,4%) rispettivamente nono, decimo e ottavo mercato di sbocco all’interno dell’Unione europea.

Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior rilievo continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,3% e il 5,3% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno registrato una flessione del 2,0%, mentre il Regno Unito, nostro quinto mercato di riferimento, ha registrato un confortante incremento del 9,9%. Il Canada, con una quota del 2,1%, ha riportato un +3,1% mentre la Svizzera, con una quota dell’1,8%, ha registrato una flessione dell’1,1%. Pur rappresentando una percentuale bassa delle nostre esportazioni (1,3%) il risultato migliore, rispetto al I semestre 2022, l’ha conseguito l’Australia (+44,6%) seguita da Arabia Saudita (+35,8%) e Messico (+35,3%). La Russia, con il perdurare del conflitto, ha registrato una flessione del 24,7% mentre la Cina, quinto nostro mercato Extra UE, ha fatto segnare un incremento del 9,9%.

Redazione

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