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Attualità | 13 settembre 2023, 17:38

Lapidi e targhe sfregiate sulle cime della Granda, Salsotto del CAI: "Comportamento odioso"

Il presidente del Cai cuneese aggiunge: "Non capisco come si possa prendere una pietra e cancellare il volto o il nome di una persona deceduta"

Lapidi e targhe sfregiate sulle cime della Granda, Salsotto del CAI: "Comportamento odioso"

Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia di alcuni episodi di vandalismo all'indirizzo delle targhe o lapidi che vengono messe in montagna per ricordare persone decedute, spesso in incidenti in montagna avvenuti proprio sulle cime scelte per tenere viva la loro memoria.

Un comportamento che sembra ormai essersi diffuso, perché le segnalazioni, dopo quei primi articoli, sono continuate. Le ultime sono sulle targhe presenti in cima alla Meja, anch'esse vandalizzate. In qualche modo il fenomeno è legato al dibattito che si era scatenato lo scorso mese di giugno a seguito di una dichiarazione di un membro del Cai sulle croci di vetta. Dichiarazione fraintesa, come era stato subito spiegato, ma soprattutto non del Club, quanto piuttosto di un suo membro. 

Croci di vetta, targhe commemorative, lapidi... può, la montagna, essere trasformata in un sacrario? Non è, la montagna, un monumento naturale al pari di opere d'arte o monumenti realizzati dall'uomo e, quindi, non "personalizzabili"? Un dibattito che aveva diviso il Paese.

Sul tema abbiamo interpellato Paolo Salsotto, presidente del CAI cuneese. "La questione delle croci in montagna è un falso problema, perché è un po' che non se ne mettono di nuove. Servono autorizzazioni paesaggistiche, nessuno può andare su una cima e piantare una croce. Ci sono procedure lunghe e complesse, proprio perché la montagna va tutelata. Croci come quella del Mindino non se ne vedranno più. Lasciamo le croci che ci sono, ma non aggiungiamone altre: io la penso così".

Diversa, a suo avviso, la questione delle lapidi e delle targhe. "Ribadisco che è ciò che penso io - puntualizza. A me non danno fastidio. Serve buon senso, non si può pensare di riempire la montagna, ma quando sono piccole e discrete, quale problema creano? Mi sembra ci sia un accanimento iconoclasta esagerato e ingiustificato. E, personalmente, non capisco come si possa prendere una pietra e cancellare il volto o il nome di una persona deceduta. E' un comportamento odioso. Chi lo fa, ma temo sia più di qualcuno, perché gli episodi sono ormai troppi, è inqualificabile".

Barbara Simonelli

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